Trasimeno Blues è entrato ormai a pieno ritmo. Grandi successi per il primo week-end del festival che si è aperto quest’anno a Castiglione del Lago con quattro giorni consecutivi fitti di appuntamenti.
Gli artisti confermano l’alto livello del cartellone artistico e in molti casi superano le aspettative, riscontrando grandi apprezzamenti dall’organizzazione e da un pubblico attento e in costante crescita. Dopo l’apertura esplosiva di giovedì con l’esuberante cantante nigeriana Justina Lee Brown ed il travolgente groove della Morblus band, venerdì la Rocca Medievale ha visto alternarsi sul palco alcuni pezzi da novanta della storia del Blues italiano che, sfidando il maltempo, hanno richiamato numerosi appassionati all’appuntamento dell’Italian Blues Legends organizzato in esclusiva per Trasimeno Blues.
Anche sabato l’atmosfera che si respirava alla Rocca era quella dei grandi appuntamenti cui non mancare, e il pubblico delle occasioni c’era tutto, padri e figli insieme, accomunati dalla grande passione per la musica d’Arte, quella firmata Area International Popular Group. Un concerto magico che ha entusiasmato i numerosi fan accorsi ad ascoltare questi straordinari artisti che, a quarant’anni dal loro esordio, continuano a firmare pagine importanti nella storia della musica.
Lunedì 22 luglio Trasimeno Blues fa tappa nell’affascinante borgo di Paciano per ospitare il progetto di Blues d’avanguardia dei Bagamojo, il nuovissimo combo ideato dagli esperti bluesmen italiani Paul Venturi & “Max” Sbaragli, che naturalmente ripropongono le sonorità a loro più affini. Il duo si rinnova attraverso la ricerca dei suoni, degli strumenti e dei ritmi, mirando ad introdurre una nuova sonorità nel panorama blues italiano. L’omonimo lavoro discografico, di prossima uscita, è frutto di una ricerca musicale che i due hanno capito esser comune ad entrambi, nel corso dei live tenuti in seguito all’uscita del loro primo disco: “Cold And Far Blues” (2011). L’utilizzo di percussioni e strumenti africani, magistralmente suonati dal senegalese Dudu Kouate, rendono davvero particolari i brani composti da Paul Venturi, con un misto di pura tradizione downhome, psichedelica ed etnica, così affascinante e ispirato da rendere i brani unici e sorprendenti.
Lo stesso nome del gruppo, Bagamojo (incidentalmente uno dei modi di scrivere il nome della bella città della Tanzania), attesta un interesse particolare anche per le sonorità del continente africano. L’Italia torna così a rivestire il ruolo di crocevia geografico-musicale e di gonfaloniere della riscoperta delle origini, grazie all’innata sensibilità dimostrata dai nostri esponenti nella sintesi tra musicalità diverse dando vita a commistioni sempre più originali e senza confini di sorta.
I sanguigni Blues di Venturi acquistano un sapore sperimentale ma davvero intrigante e finalmente lontano dalle 12 battute usate come feticcio dal solito Rock Blues, dagli shuffles e jive imperanti, per addentrarsi in una musica che è soprattutto anima e cuore, suonata senza prosopopea e presunzione, ma con semplicità e amore.