Neapolitan Shakespeare
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Shakespeare: sonetti in napoletano

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Dopo mesi di attesa, finalmente esce il 20 giugno “Neapolitan Shakespeare”: una raccolta dei sonetti del Bardo tradotti in napoletano e musicati, nati dalla fervida mente di Gianni Lamagna che, insieme ad un gruppo di musicisti, ha dato vita ad un progetto coraggioso e innovativo.

Molti anni dopo l’ Inferno della poesia napoletana (testi raccolti da Angelo Manna e splendidamente letti da Aldo Giuffrè) e alla stregua di Eduardo De Filippo (che si cimentò con “La tempesta” nel 1983) Gianni Lamagna sfida la perfida Albione e traduce nella lingua di Partenope 17 dei 154 sonetti, considerati tra i più belli scaturiti dalla penna di William Shakespeare; ma non si limita a questo e mette in campo non la sua indiscussa capacità attoriale, giacché avrebbe potuto limitarsi a recitarli dando loro nuova linfa secondo la metrica e la musicalità della lingua napoletana, quanto quella interpretativa anche e soprattutto sul livello vocale.

Da quell’ antico frequentatore della Musica che è, Gianni Lamagna ha saputo riunire intorno a sé  un gruppo di musicisti eccellenti che hanno contribuito all’ esecuzione ma altresì alla composizione dell’ opera stessa: le chitarre di Paolo Propoli, il violino di  Gianluca Falasca, il mandolino di Michele De Martino, il violoncello di  Arcangelo Michele Caso, i flauti di Alessandro De Carolis, il contrabbasso di Vincenzo Lamagna e gli arrangiamenti di Paolo Raffone hanno contribuito a farne un gioiello, un’ opera valente e di spessore culturale.
Il disco si avvale delle illustrazioni di Paolo La Motta e dell’ editing di Michele Simonelli e ospita quattro compositori che, insieme a Lamagna, hanno creato delle melodie ad hoc per questo lavoro discograficoGiosi Cincotti, ad esempio, è l’autore (e l’ esecutore) della musica del sonetto 64, Raffone si è dedicato al n. 141, Nino Arcieri ha voluto lasciare la sua firma sul sonetto n. 91 e Piera Lombardi ha omaggiato della sua creatività e della sua voce il sonetto n.90. Mario Ciro Sorrentino,inoltre, ha suonato la tromba e il trombino barocco, Luigi Pettrone il clarinetto, Cira Romano l’ arpa. Alessio Arena ha cantato il 116, e Le Mamme di Sisina il 111 insieme a Lamagna.

Gli altri 13 sonetti sono frutto del sogno, della caparbietà e di quel pizzico di inevitabile follia che sempre accompagna i musici di alto rango come Gianni Lamagna: traduzioni dall’ inglese arcaico al napoletano, musica e voce. Il risultato, prodotto da “Musica in Musica”, pubblicato e distribuito da Europhone records, sarà a breve tra le mani degli estimatori del buon Will, nato più di 400 anni fa, e dagli appassionati ammiratori di Lamagna.

Su Monica Lucignano

Redattore

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