Adelmo Togliani, nel cast di “Un matrimonio” su Rai Uno, si racconta a “La Gazzetta dello Spettacolo”.
D. Sta per concludersi l’esperienza di “Un matrimonio” su Rai Uno. Com’è stato lavorare con Pupi Avati?
R. Emozionante. Come ho detto tante volte è stato come tornare a scuola. Non capita spesso di venire seguiti così bene da un regista. Pupi sa quello che vuole e sa comunicarlo in modo molto netto, con una relazione autore/attore molto intima, anche se non sono mai riuscito a dargli del ’tu’.
D. Hai fatto tanta TV e principalmente in Rai. Come vedi l’evoluzione della televisione come media a seguito della sempre più costante presenza del web?
R. La tv è stata per molti anni una piattaforma di sperimentazione, era ora che lo scettro passasse di mano. Il web ha sovvertito tutto, ha cambiato il pubblico, i suoi gusti. Ci ha resi anche più partecipi dei contenuti che fruiamo, addirittura protagonisti. Chi di noi non posta foto o video sui social network? Stiamo diventando produttori di nuovi generi oltre che di nuove storie. Per i creativi è un mondo pieno di stimoli e idee, perché per arricchirsi si avvale del contributo di tutti. Tv e web diventeranno presto una cosa sola.
D. Tra i tuoi cortometraggi da regista, quale senti più vicino rispetto al tuo percorso attuale?
R. Sempre il prossimo lavoro! A parte gli scherzi ho cercato sempre di spaziare: videoclip, documentari, cortometraggi, e a breve girerò la mia opera prima dal titolo L’UOMO VOLANTE. Mi ritengo un eclettico. Non ho delle preferenze, tutte le esperienze mi hanno regalato grandi soddisfazioni e soprattutto grazie ad esse ho avuto l’occasione di collaborare con professionisti unici. Conoscerli anche nell’intimo come nel caso di Francesco Nuti o Micaela Ramazzotti. Forse un’opera molto sofferta posso considerarla vicina, L’UOMO VOLANTE per me lo è.
Tanti anni che aspetta, molti sacrifici per trovare qualcuno che ci scommettesse sopra…
D. Inevitabile domanda su Achille. Parlaci di un aneddoto che ti riporta al vostro rapporto.
R. Papà era una leggenda e molti aneddoti si perdono nel mito…ma lo ritengo speciale soprattutto per la sua semplicità. Era un grande appassionato di cinema e fan di Paul Muni. Mi mostrava tutti i suoi film, potevamo stare svegli fino alle due o le tre del mattino. Muni era famoso per cambiare tantissimo da una pellicola all’altra. Nella sua carriera ha interpretato dei veri e propri capolavori.
La storia di Louis Pasteur, di Emile Zola e ha interpretato criminali come il protagonista di Scarface o autentici rivoluzionari come Benito Juarez nel classico Il Conquistatore del Messico.
Vedo nella scelta di questi film da parte di papà il desiderio di influenzarmi nella carriera artistica, sottendendo il più possibile il cambiamento e le mutazioni nei ruoli da interpretare. Non penso di avere terminato il mio percorso…la strada è ancora lunga. (Laura Beretta)