Marino Bartoletti, cantastorie dell’emozione

Un inedito Marino Bartoletti al teatro in “Lo scoprirete solo venendo”

Che sia un uomo di grande cultura e preparazione lo ha sempre dimostrato, che sia anche un ottimo cantastorie a teatro lo sta scoprendo adesso. Parliamo oggi di Marino Bartoletti, con la quale abbiamo tenuto una piacevole chiacchierata sul nuovo spettacolo che lo vede protagonista insieme a Simone Schettino dal titolo “Lo scoprirete solo venendo“.

Marino Bartoletti

Già debutto di successo a Foggia e Mercato San Severino, lo show della “strana/straordinaria” coppia, va in scena al Teatro Lendi da questa sera, e noi abbiamo incontrato Marino Bartoletti che dall’alto della sua esperienza e lunga carriera, si racconta brevemente.

Come nasce questo duo comico e giornalista?

E’ una storia di corteggiamento: il comico corteggia il giornalista a sua insaputa e gli propone un’idea molto interessante, al quale il giornalista non aveva mai pensato prima, ma che allo stesso tempo il giornalista sente nelle sue corde perché è qualcosa di emozionante. Una storia dove il comico farà il suo mestiere di comico, e parliamo di Simone Schettino, mentre per me (che non sono un attore), nasce una figura nuova, quella dello story-teller (cosa che invece ho sempre fatto).

E’ stato tutto un discorso di alchimia, la stessa che converge diverse cose e diversi generi in tutt’uno.

Lei è un esperto nel mescolare forme d’arte, ricordiamo l’idea di Quelli che il calcio…

Nel 1993 per la RAI come massimo forma di “mescolanza”, sicuramente con Quelli che il calcio, sono riuscito a tirare fuori un contenitore che riesce ad unire alcune delle mie più grandi passioni come lo sport, la musica ed il varietà in senso ampio del termine. Era definibile all’epoca un programma televisivo di intrattenimento a tema sportivo e ad oggi va avanti continuando su questo filone di “mescolanza” che risulta essere vincente.

Veniamo allo spettacolo “Lo scoprirete solo venendo”

Lo spettacolo in se vuole essere una forma di fusione di due intelligenze diverse, che ha portato a qualcosa di esaltante. La fusione tra il far ridere ed il far piangere cavalcando delle generazioni. Le generazioni sono viste con un pretesto, dagli occhi di un uomo che compie 50 anni e di un altro personaggio che definisco come “il vecchio nonno”, che racconta le favole per lui nuove, mentre per gli altri sono già note.

Il mio dogma è che ci sono cose ed uomini che hanno fatto la storia…e non sono nei libri di storia queste persone.

L’idea di questa fusione, che fondamentalmente compare a fine spettacolo, perché durante tutto lo spettacolo io e Simone raramente siamo in scena insieme (tranne che per alcuni siparietti), tira fuori tutta la sua carica emotiva alla fine, quando ti rendi conto che il pubblico è riuscito a ridere e piangere allo stesso tempo.

Ed è li che mi piacerebbe essere tra il pubblico più che sul palco.

Lei è anche un grande esperto musicale e la sua presenza a Sanremo è sempre molto attesa. Questo Festival di Sanremo 2017?

Difficile parlarne adesso, anche perchè i Festival di Sanremo non vanno mai giudicati prima ma sempre dopo, visto che spesso ci sono delle piacevoli sorprese. Una nota la do per Carlo Conti che non poteva sottrarsi all’obbligo civile di fare il terzo Sanremo. Era la persona più indicata secondo me, anche perchè in molti colleghi già al secondo Sanremo sono inciampati, mentre lui è “trasgressivamente spiazzante“.

Sul cast dei Big possiamo dire che c’è molta attesa, ma il tutto si risolve nella pazienza di aspettare il sabato sera.

Come Sanremo, la televisione tutta sta cambiando. Lei che ne ha vissuto più periodi, cosa ne pensa?

Io penso che è cambiato il pubblico. Il pubblico non va mai sottovalutato e soprattutto oggi che ha un maggiore potere, come quello di costruirsi i palinsesti, rende più difficile il lavoro di chi fa solo TV. Una televisione per i giovani non esiste, tutti noi ormai spesso abbandoniamo la TV perché scegliamo di vederla al computer al punto da ridurre lo share ai minimi termini.

Tornando a bomba su Quelli che il calcio, che all’epoca fu una rivoluzione, posso dirti che ad oggi non è più così perché la TV tradizionale cede sempre più il passo a cogliere le nuove tendenze.

Lo scoprirete solo venendo

In scena Marino Bartoletti, Simone Schettino e la musica di Gianni Minale con uno spettacolo per due voci e un musicista, nel quale si confrontano da una parte l’arguzia, la sfrontatezza e il pessimismo di fondo di un comico che ha appena compiuto cinquantanni, dall’altra la profondità, la forza del racconto, l’invito a guardare avanti di un raffinato narratore “più esperto” che trova nella storia – anche quella apparentemente più buia – di questo Paese i motivi e gli esempi per rinascere.

Lo scoprirete solo venendo

I due protagonisti si alternato in scena con un finale comune ricco di speranza. I loro interventi sono accompagnati (oltre che da immagini e filmati), da un poliedrico strumentista che, dal vivo, contrappunta e cuce il racconto con la musica di mezzo secolo.

Su Francesco Russo

Francesco Russo, giornalista e direttore del quotidiano "La Gazzetta dello Spettacolo", comunicatore digitale ed ufficio stampa di eventi e VIP.

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