Oggi vi parliamo di Grande Fratello VIP in accezione più sociale e meno televisiva, a seguito di quello che comunica il CoorDown, il coordinamento delle associazioni delle persone con sindrome di Down.
Come si legge dalla nota stampa, succede quasi tutti gli anni al Grande Fratello, che ci siano frasi che possono risultare offensive nei confronti delle persone affette da sindrome di down e lo ha denunciato in ogni occasione e non smetterà di farlo. Nella diretta del Grande Fratello Vip di sabato sera la concorrente Selvaggia Roma parlando con un compagno del reality ha usato la cosiddetta r-word. Ci troviamo di fronte all’ennesimo episodio in cui la parola “mongoloide” viene usata con un’accezione dispregiativa e le persone con sindrome di Down e le loro famiglie vengono gravemente offese. Ancora una volta accade di sentire questo termine in diretta televisiva nel corso di talk-show e programmi molto seguiti, dalla viva voce di noti giornalisti e persino sulle prime pagine dei giornali.
Offendere usando i termini della disabilità è purtroppo all’ordine del giorno, CoorDown chiede di smetterla di usare la parola “MONGOLOIDE” per offendere, al pari di “autistico”, “handicappato”, “cerebroleso”, così come ritiene offensivo e discriminatorio usare “negro”, “ebreo” o “zingaro” con tono dispregiativo, non è questione di “politically correct” o di forma, è questione di sostanza. Le parole sono importanti e il linguaggio è la base della nostra cultura ed è da qui che bisogna partire, è necessario coltivare un linguaggio corretto e rispettoso soprattutto tra i giovani, nelle scuole, in famiglia, nei contesti lavorativi, come urgente è innescare un circolo virtuoso che getti le basi di una cultura di accoglienza e di rispetto che parta dal linguaggio e ponga le fondamenta per una società più civile e inclusiva.
CoorDown denuncia l’episodio e dichiara: “Non smetteremo mai di denunciare il linguaggio violento e l’ignoranza in TV, è necessario condannare ogni episodio. Non ci bastano le scuse come accaduto in passato, questa volta chiediamo l’espulsione della concorrente, così come è avvenuto per chi ha bestemmiato e chi ha usato la n-word. La discriminazione e il linguaggio violento contro le persone con disabilità hanno la stessa gravità della discriminazione razziale o della blasfemia”.