Incontrare Giancarlo Magalli, autore e conduttore televisivo che ricorda il suo legame umano e professionale con la Campania è importante in questi giorni in cui tanto si parla di Massimo Troisi.
![Giancarlo Magalli](https://www.lagazzettadellospettacolo.it/wp-content/uploads/2019/03/Giancarlo-Magalli.jpg)
Aspettando l’assegnazione del premio Dino Verde per la televisione per la 25a edizione del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito“, il conduttore racconta: “Sono orgoglioso e felice di avere annualmente una scusa per tornare a Sorrento . Anzi confesso che vorrei diventare cittadino onorario della Penisola Sorrentina. Mi piace il generoso orgoglio campanilistico, con molti comuni a distanza di pochi chilometri: qui è Meta, qui è Piano, qui è Sorrento. Amo in genere la Campania, che ritengo la terra più fertile dal punto di vista culturale. Ha tutti gli indicatori di civiltà e bellezza: la poesia, la musica, la gastronomia. È un territorio cui dobbiamo dire grazie“.
A Giancarlo Magalli, affiancato da Gustavo Verde (figlio di Dino) e da Gino Rivieccio in giuria, toccherà individuare il vincitore per la tv della venticinquesima edizione. Il riconoscimento punterà ad individuare un protagonista della tv di qualità.
Il conduttore continua a dichiarare: “Io ho fatto entrambe le tv. Quella di ieri e quella di oggi, che faccio ancora. Quando è nata la tv, nel 1954, non c’erano autori e presentatori. All’inizio attinse i talenti dal settore teatrale e dalle riviste. Non a caso in tv i primi autori furono Garinei e Giovannini. E quindi Amurri, Verde. Tra i primi conduttori ci fu Mario Riva, un attore di varietà. O ancora Alberto Lupo ed altri. Oggi questo non si fa più: non ci sono gli autori. Oggi ci sono i format. Spesso nascono in Spagna, Olanda, Francia e quindi poi vengono adattati in Italia“.
Tra gli show men più apprezzati dallo storico autore e conduttore c’è Fiorello, il mattatore del Festival di Sanremo 2020 targato Amadeus. “Fiorello è bravissimo. Soprattutto ha una grande fortuna: quella di poter lavorare solo quando gli va. Lui studia continuamente, si fa venire nuove idee. Ha quindi il tempo di elaborare prodotti vincenti”.
In Campania Magalli venne a conoscere anche tre ragazzotti simpatici in veste di autore della trasmissione “No Stop”, un talent ante litteram: “Quando scrissi No stop – ricorda Magalli – pensai ad una pedana di lancio per giovani talenti. Nel 1977 potei attingere ad un serbatoio enorme. Feci una selezione molto accurata e andai in Campania, dove mi avevano segnalato tre bravi ragazzi che si chiamavano “I Saraceni”, che io ribattezzai “La Smorfia”: Troisi, De Caro ed Arena. Presi poi dal nord i “Gatti di Vicolo Miracoli”, una new entry come Beruschi, che faceva il ragioniere alla Galbuseri biscotti. Altri tempi per la TV“.