Paola Lavini. Foto di Alessija Spagna
Paola Lavini. Foto di Alessija Spagna

Paola Lavini: i miei anni belli

Paola Lavini è una poliedrica attrice di cinema, televisione e teatro, che avremo presto modo di ritrovare nel film, “Gli anni belli”, di Lorenzo d’Amico De Carvalho, al suo esordio alla regia. Solare, propositiva, giocherellona, parlare con lei è un vero e proprio piacere, un vulcano di energia. Entriamo in punta di piedi nei suoi anni più belli, nel suo vissuto.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Paola Lavini. Come procede il tuo vissuto?

Procede bene! Sono in partenza con un altro film e anche il privato procede molto bene. Si tratta di certo di un periodo complesso, per tutti, ma sono comunque felice, serena.

Presto avremo modo di vederti ne, “Gli anni belli”, per la regia di Lorenzo d’Amico De Carvalho. Cosa puoi dirci a riguardo?

Mi sono divertita tantissimo su questo set. Si tratta di una commedia realizzata lo scorso anno, in spiaggia, in campeggio, con Bebo Storti. Siamo una coppia di milanesi “verdi”, in tutti i sensi, in vacanza in Calabria, con figlio al seguito. Mi auguro che abbiate modo di vederlo al cinema, al più presto.

Paola Lavini. Foto di Alessija Spagna
Paola Lavini. Foto di Alessija Spagna

Viviamo un periodo particolare, che ha messo uno stop alle nostre vite, due anni fa. Come affronti tutto ciò?

Cerco sempre di mantenere la testa nella gioia, cercando di non ascoltare le informazioni negative che ci arrivano, impegnando il tempo nel mio lavoro, nel bello che la vita ancora ci regala. Sono una persona positiva, solare e cerco di contraddistinguermi proprio in questo.

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Cosa ti ha spinto, tempo fa, a voler intraprendere questo mestiere?

Ero una ragazza timida che necessitava di evadere, di stare bene. Sono cresciuta in Emilia Romagna dove era molto più preponderante l’ambito musicale, il canto, specie nello stare insieme agli amici. La ricerca della recitazione è scaturita in seguito, dalla necessità di capirmi, prendendo parte a dei corsi di recitazione nelle mie zone. Tali ambiti mi hanno permesso di conoscere in piena regola la mia persona, abbattendo la timidezza, entrando in contatto con il mio corpo, con la mia stessa parola. In seguito, ho poi ricercato una vera e propria accademia d’arte drammatica ed una scuola di musical.

Paola Lavini Foto Alessija Spagna

Ne “Gli anni belli” viene fuori la tua vena comica..

La sensazione, purtroppo, è che la mia vena comica sia appartenente ad una realtà molto più attuale, rispetto ai ruoli seriosi interpretati in passato. Penso, tra l’altro, che sia dovuto anche alla capacità che ho di sfruttare i vari dialetti, compresa la mia fisicità, il mio essere camaleontica.

Chi è Paola quando non è impegnata sul set?

Potrei dirti che sono la stessa persona che sono sul set. Amo andare in bicicletta, al mare, sciare, giocare.. Qualsiasi gioco è per me occasione di divertimento, di grande compagnia.

Un’esperienza lavorativa che ricordi con piacere?

Tutte! Ogni esperienza ti porta ad incontrare qualcosa di nuovo che ti coinvolge, che si tratti di una piccola pubblicità oppure di un film. È il caso del film con Dario Albertini, “Anima bella”, ed è anche il caso di, “Io e mio fratello” di Luca Lucini. La verità, tra l’altro, è che ho incontrato persone validissime nel cinema italiano che mi hanno regalato occasioni importanti, davvero belle. Non ultima, ricordo con piacere la mia esperienza nelle vesti di Maria Callas nel film in onore a Carla Fracci.

Cosa ti auguri di poter realizzare in futuro?

Mi auguro di poter portare sullo schermo un ruolo bello, forte, con una storia importante, magari prodotto da Netflix, che ritengo sia una piattaforma solida, degna di nota.

Puoi anticiparci qualcosa circa i tuoi progetti futuri?

Prossimamente sarò nel film “Io e mio fratello”, di Luca Lucini, sarò poi in “Brado”, diretto da Kim Rossi Stuart, così come sarò in “California”, di Cinzia Bomoll. Inoltre, vi sarà “L’isola del perdono”, seppure sia fermo da qualche tempo, di Ridha Behi. Non ultimo, “Knockdown” di cui sono protagonista insieme a Fabio Fulco, di Inessa Gordè. Il prossimo set, a breve, mi vedrà a Bari per “Mangia”, di Anna Piscopo.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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