Incontriamo oggi l’attore Fausto Morciano tra i protagonisti di Dei di Cosimo Terlizzi, che ci racconta la sua vita e le sue ambizioni.
Benvenuto Fausto Morciano. Dal 21 giugno sarai al cinema con il film Dei. Come descriveresti questo progetto?
Grazie! ‘’Dei’’ è l’opera prima cinematografica di Cosimo Terlizzi, regista e artista visivo di grande sensibilità, prodotta da Riccardo Scamarcio , Valeria Golino e Viola Prestieri per Buena Onda, in collaborazione con Apulia Film Commission e Rai Cinema. E’ la storia di un adolescente, Martino, che dalla campagna dove vive con la famiglia entra in contatto con un gruppo di studenti universitari di città, che fanno vita bohemienne tra libri, musica e serate trasgressive. Ne subirà il fascino e l’attrattiva ma allo stesso tempo percepirà la rottura con il mondo da cui proviene. Si tratta del rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Un momento fondamentale nella vita di tutti.
E il tuo personaggio?
Il mio personaggio è Nicola, il padre di Martino. E’ un uomo di campagna che fa il ferrivecchi, raccoglie e rivende il ferro di cui le persone si disfano perché non serve più. E’ un uomo rude, che vive un fortissimo conflitto con se stesso e con il mondo che lo circonda. E’ istintivo come un animale ma proprio quell’istintività che lo fa apparire così lontano e incomprensibile agli occhi del figlio Martino lo rende anche capace di amare incondizionatamente.
Come hai affrontato questo progetto e come ti sei preparato a vestire i panni di questo personaggio?
E’ successa una cosa molto particolare in quanto ho subito percepito una forte connessione col personaggio fin dal primo provino su parte. Tantevvero che in quell’occasione mi feci prestare una canottiera intima bianca da mio padre, di quelle a costine, misi un paio di vecchi jeans tagliati alle ginocchia e tutti sfilacciati, le ciabatte modello Birkesntock che uso solo in casa e mi presentai già vestito da personaggio.
Ero in Puglia in quel periodo, a Tricase e andai ad intervistare un signore che faceva lo stesso mestiere di Nicola che tra l’altro aveva un figlio di 18 anni che lo aiutava nel lavoro, esattamente come nel film Nicola e Martino. Feci diversi filmati che poi mostrai anche a Terlizzi prima delle riprese. Ho osservato bene quest’uomo sia nella maniera in cui si relazionava con gli oggetti del mestiere, sia nel rapporto col figlio. E poi ovviamente ho lavorato molto sul testo, sulla sceneggiatura.
L’ho analizzata profondamente, anche con l’aiuto di Terlizzi che ne è l’autore insieme a Jean Elia. Mi sono chiesto quali erano le motivazioni profonde di Nicola, cosa lo avesse portato ad essere quello che era e a comportarsi nel modo in cui si comportava con la moglie, con il figlio. E ho capito che le sue contraddizioni provenivano da una profonda frustrazione dovuta a una realtà che lo aveva soffocato, schiacciato senza che lui se ne fosse accorto, giorno dopo giorno. Può essere il destino di tutti. Aveva una percezione di se stesso come di un menomato, sentiva la mancanza di qualcosa di importante che probabilmente aveva perduto per sempre ma che per Martino era ancora possibile raggiungere.
Quale messaggio speri arrivi al pubblico che andrá a guardare Dei?
Il pubblico che vedrà questo film spero sarà toccato da una vibrazione profonda e armoniosa che lo porterà, come in una scena del film, ad affondare le mani dentro la propria terra e a chiedersi quando l’ha abbandonata, per andare dove e se ha voglia di tornare.
Fausto Morciano, come inizia il tuo percorso verso la recitazione?
Il mio incontro con la recitazione avviene a Bologna, al secondo anno della frequentazione del D.A.M.S. all’interno dei laboratori di avvicinamento al teatro organizzati dall’Università.
So, che frequenti la scuola di Patrizia De Santis. Quali sono gli insegnamenti più grandi che hai ricevuto da lei?
Patrizia insegna la Tecnica Chubbuck quindi tutti i suoi insegnamenti sono grandi.
Io personalmente sono rimasto legato al lavoro che abbiamo fatto insieme su alcune scene tratte da ‘’Will Hunting – Genio ribelle’’ sul meraviglioso personaggio dello psicologo Sean Mcguire, che nel film era interpretato da Robin Williams. E’ stato uno studio bellissimo che mi ha permesso di toccare e portare sulla scena delle corde emotive molto speciali e intime. Le sono infinitamente grato per questo.
Cosa consiglieresti ad un giovane attore che vuole intraprendere questa carriera?
Di solito sconsiglio di intraprendere questa carriera. Ma se ci si è guardati allo specchio e si ha la certezza di non poterne fare a meno, allora non c’è tempo da perdere, bisogna mettersi subito a studiare seriamente senza dimenticare di guardarsi anche intorno per cogliere eventualmente le occasioni che possono capitare.
C’e un ruolo che vorresti ottenere adesso?
Adesso? un bel ruolo, in un bel film.
Ma chi è Fausto Morciano quando non lavora?
Quando non lavoro mi piace stare a Roma, perché spesso lavorare mi porta a spostarmi. Quindi coltivo le mie amicizie, mi diverto e vivo questa citta che ti permette, tra le altre cose, di confrontarti con le massime espressioni della bellezza, dell’arte, della spiritualità, della storia… guardo tutti i film che mi riesce di guardare, vado a teatro, visito mostre. Leggo romanzi, libri di psicologia, sono appassionato di astrologia, mi interesso di filosofia ma in senso pratico e non speculativo, cioè la intendo come la capacità di determinare il proprio pensiero per determinare se stessi. Ovviamente approfondisco la mia materia. Se c’è un laboratorio, un seminario, un insegnamento che in qualche modo mi attira lo seguo e ho l’abitudine di lavorare su me stesso quotidianamente. E’ qualcosa che mi da armonia. Un’altra cosa che mi piace fare è andare a correre la sera nel parco, tra gli alberi. Nei periodi di festa invece raggiungo la mia famiglia a Tricase.
Un augurio che vuoi fare alla persona che sarai c’è?
Quello che auguro a tutti. La realizzazione degli obiettivi, in autenticità e armonia.