Melania Dalla Costa

Melania Dalla Costa: i miei progetti di vita

Abbiamo il piacere di rincontrare Melania Dalla Costa, tra i protagonisti, al cinema, de “La seconda via”, ad opera del regista Alessandro Garilli.

Un film che parla di guerra, della ritirata dalla Russia, di un tempo lontano da noi, ma ancora visibile nei ricordi di chi lo ha vissuto. Una donna, Melania Dalla Costa, che ama il suo vissuto, ed è sicura di ciò che vuole poter ottenere dalla vita.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Melania Dalla Costa. Attualmente sei al cinema ne “La seconda via”, ad opera di Alessandro Garilli. Cosa puoi dirci sul film e sul tuo personaggio?

Interpreto una ragazza francese di circa trent’anni, Marie, moglie del protagonista, interpretato da Ugo Piva. Un film dai tratti molto forti, così come lo è il mio personaggio, e con lei tutte le donne presenti in questo progetto. Un film che parla della ritirata di Russia, tema importante, reale. Donne, quelle di cui parlavo, che portano speranza ai loro uomini, anche attraverso il semplice ricordo, il pensiero di un sentimento distante. Un film istituzionale, degno di nota, che consiglio dal profondo.

Come ti sei preparata ad affrontare questo ruolo, Melania Dalla Costa?

Ho prestato molto ascolto alla musica di Debussy, approfondendo anche le mie ricerche sulle donne dell’epoca, sul loro essere, sentire e vestire. Si tratta di donne borghesi, che vivono in contesti belli, particolari, con legami forti, anche verso i propri animali. Nel film, difatti, il gatto della mia protagonista si chiama Miele, proprio come il cane che posseggo nella realtà. Un modo, se vogliamo, per essere ancora più vicina al mio personaggio.

Parlaci di come ha avuto inizio il tuo percorso artistico?

Il tutto ha avuto inizio a Milano, intraprendendo la carriera da modella che, a suo modo, mi portava comunque a sentirmi incompleta. Sentivo la necessità di comunicare, di abbattere il mio essere introversa. Per tale motivo, una volta arrivata a Milano, mi sono sentita libera di esplorare il mio essere. Ho studiato la tecnica chubbuck per poi, in seguito, prendere parte ad Un Posto al Sole, Immaturi – La serie, sino ad approdare ad un film davvero importante per la mia carriera, Stato di ebrezza, in cui sono stata coprotagonista insieme a Francesca Einaudi. Da lì in poi sono accadute tante altre cose, davvero belle, che mi hanno spinta a pensare che questo lavoro sia davvero ciò che amo. La felicità la ottiene soltanto nel fare ciò che davvero piace. Sono ben consapevole di questo, ormai. Voglio perseguire questa strada!

A quale lavoro sei ancora oggi maggiormente legata e, sempre guardando al passato, quale personaggio riporteresti in scena?

Sono molto legata alla Beatrice di “Stato di ebrezza”, sicuramente. Ho dovuto scavare nel mio animo per poter far vivere questo personaggio. Si tratta di una tossica, una donna che ha sofferto tanto. Se possibile, mi piacerebbe lavorare in un film d’azione, da ex atleta quale sono.

Quali sono le tue passioni?

Amo molto leggere e vivere la natura, forse anche per via delle mie origini. Adoro il sole, la luna, il cielo, tutto ciò che è in alto, camminando sempre a testa alta. Sogno tanto ma non amo guardare in basso. Prediligo la possibilità di poter sognare restando con i piedi ben piantati in terra.

Chi è Melania nel privato, fuori dalla scena?

Sono una persona semplicissima che vive la vita senza make-up, con ai piedi delle semplici scarpe da ginnastica, proprio come se vivessi ancora nel mio paesino di montagna. Amo dipingere, ascoltare musica classica, conoscere l’animo umano, studiando e aprendomi sempre a nuove conoscenze.

Come intende la bellezza Melania Dalla Costa?

Credo sia un dono di Dio, annessa alla possibilità di poter emozionare qualcuno. La bellezza per me risiede in questo, nel saper emozionare, incuriosire, affascinare.

Che rapporto hai con il tuo pubblico?

Devo ancora far pace con tutto ciò! Non amo le foto e tendo a scappare, nel privato come in pubblico. Credo nel rapporto tra persone ma non amo vivere la popolarità. Non ho alcuna particolarità da evidenziare perché, fondamentalmente, siamo tutti uguali. Preferisco soffermarmi a parlare ma senza dedicare per forza di cose tempo ad una fotografia.

Hai preso parte allo scorso Festival del Cinema di Venezia con un film non in concorso. Che esperienza ha rappresentato per te?

Ho preso parte al Festival post Covid19 e devo dire che ho vissuto una situazione normale, molto piacevole, che ripeterei volentieri. Sono, inoltre, felice che il festival guardi al lato internazionale invece che badare soltanto al nostro cinema italiano. Un cambio, se vogliamo, un nuovo equilibrio in cui credo molto.

Cosa si augura di poter realizzare in futuro Melania Dalla Costa?

A livello lavorativo mi auguro di poter lavorare di più all’estero, riprendendo quindi a viaggiare, specie su Los Angeles dopo l’uscita de “La seconda via”. In ambito personale, invece, mi auguro di poter trovare la persona giusta con cui poter costruire un progetto di vita.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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