Si è concluso con successo nei giorni scorsi il Congresso degli Agenti di Viaggio di Roma e del Lazio associati alla Fiavet Lazio tenuto su di una nave della Grimaldi Lines in rotta verso Barcellona. Tanti gli argomenti in discussione, fra cui quello dei cosiddetti “saltafila”, che per strada vendono i biglietti per le maggiori attrazioni turistiche di Roma.
Un decreto del TAR ha di recente sospeso la decisione sulla soppressione dell’articolo del Nuovo regolamento di polizia urbana che vieta tra l’altro l’attività di intermediazione e promozione di tour turistici, la vendita di biglietti per musei, teatri ed eventi culturali e turistici. In proposito il Consigliere Fiavet Lazio Luana De Angelis ha detto: «Il primo match lo ha vinto il Comune di Roma, ma la pratica è ancora presso un giudice. I vigili hanno fermato i bagarini che vendono i biglietti del Colosseo e dei Musei Vaticani. I saltafila hanno fatto ricorso contro il Comune di Roma poiché asseriscono che veniva bloccata la propria capacità imprenditoriale quali titolari di una Partita Iva. Il TAR del Lazio ha bloccato tutto con una moratoria». Il provvedimento da parte del TAR ha dato ragione al Comune di Roma che aveva preso posizione nell’ambito della normativa sul cosiddetto “decoro urbano”, non resta che il ricorso al Consiglio di Stato, l’Associazione sta valutando di fare ricorso al fianco dell’Amministrazione comunale.
Organizzazioni create ad hoc, grazie all’utilizzo di numerosi computer concatenati, riescono ad acquistare una consistente numerosità di biglietti che vengono poi consegnati a promoter con tanto di badge a tracolla con il logo della loro agenzia, che si muovono su e giù al lato delle file dei turisti in attesa di entrare nei siti museali e archeologici vendendo ingressi a prezzi elevati. Un mestiere, un’attività illegale, questa esercitata dai saltafila? Lo deciderà la magistratura. Quello che è certo è che l’attività di organizzazione ed intermediazione turistica è demandata, secondo la Legge sul Turismo, esclusivamente a chi è abilitato a svolgere tale attività, cioè a coloro che sono in possesso di una regolare licenza o autorizzazione.
La Fiavet Lazio da sempre si batte per una regolamentazione del mercato per un turismo di qualità,
tutelandone gli interessi in campo politico, economico, giuridico e sindacale, combattendo e denunciando ogni attività abusiva, esigendo il rispetto delle norme e disposizioni di legge. Ha sottolineato Ernesto Mazzi, presidente Fiavet Lazio «l’abusivismo imperante, l’avvento di nuove presunte figure professionali, normative che si susseguono e talvolta si sovrappongono è interesse di tutti capire cosa fare e come comportarsi».
La lotta contro l’abusivismo è quindi la mission prioritaria dell’Associazione, intenzionata a far rispettare da tutti le norme, magari con il ripristino, come già accaduto nelle principali città italiane, del nucleo di Polizia Turistica nell’ambito della polizia locale: un gruppo di poliziotti composto da personale appositamente addestrato per l’assistenza ai turisti e per le verifiche sulle attività turistiche.
«A seguito delle nostre richieste, una nota dalla Direzione dei Musei Vaticani ha annunciato che per il 2020, sia pure “ad experimentum”, verrà elevata da 37 a 50 unità la consistenza dei gruppi – ha dichiarato Stefano Corbari, Consigliere dell’Associazione Fiavet Lazio-. Questo è soltanto il primo step di un percorso che vogliamo ci porti lontano. Non possiamo più accettare di soccombere davanti ad una politica che continua a chiedere senza nulla dare. Sul tappeto ci sono problematiche di fondamentale importanza per gli operatori del settore che debbono essere portate a soluzione. La nostra sopravvivenza passa anche e soprattutto attraverso il modo, la volontà e la determinazione con cui sapremo affrontarle, senza fare sconti a nessuno».
Altra questione da sostenere nelle dovuti sedi riguarda il “Piano Pullman” che deve essere necessariamente rivisto perché così come è stato strutturato crea soltanto difficoltà agli operatori e non risolve i problemi per i quali è nato. «Da un’indagine effettuata dall’Associazione – ha detto ancora Corbari – abbiamo rilevato che gli indici di monossido di carbonio rilevati dalle centraline aumentano o sono rimasti stabili, anche dopo l’introduzione dei divieti. Ciò significa che le limitazioni hanno prodotto un solo ed unico effetto: aggravare il traffico nelle zone limitrofe ai divieti, senza risolvere in alcun modo i problemi ambientali. Abbiamo dimostrato che non sono i pullman turistici a far aumentare gli indici di monossido di carbonio nel centro storico, bensì gli autobus poco sicuri ed inefficienti insieme alle auto private».
Come hanno già fatto i Musei Vaticani, anche la Direzione della Galleria Borghese ha deciso di ridurre sia il numero delle persone che accedono in gruppo, sia il numero di gruppi, ad esclusione dei gruppi scolastici. Stefano Corbari ha precisato che «ad una nostra lettera di chiarimenti ci è stato risposto che la Galleria è un edificio storico ma piccolo, cosa che noi sapevamo benissimo, abbiamo quindi chiesto un incontro con la Direzione per farli ritornare sulle loro decisioni».