Valeria Cavalli
Valeria Cavalli

Valeria Cavalli: ogni lavoro lascia traccia

Valeria Cavalli è nel cast della nuova serie francese, targata Rai 3, “Germinal”. Un progetto di cui l’attrice è fiera e che approfondiremo in questa nostra intervista.

Non meno importante, dal prossimo maggio, la docu-fiction su Arnoldo Mondadori di cui è tra i protagonisti insieme a Michele Placido nei panni proprio di Mondadori. Una donna convinta del fatto che ogni lavoro interpretato possa lasciare una traccia nel proprio vissuto.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Valeria Cavalli. Come procede il suo vissuto?

Va tutto bene, grazie!

Compiamo un viaggio a ritroso, nel suo passato artistico. Che ricordo ha dei suoi inizi?

Ricordo il primo set a cui ho preso parte con attori del calibro di Massimo Ranieri, Irene Papas ed Enrico Maria Salerno. Giganti tra cui mai mi sarei aspettata di poter essere. Un po’ come trovarsi tra le onde, inaspettatamente, in mezzo al mare. Ricordo che Ranieri fu gentilissimo con me e cercò in tutti i modi di confortarmi, dopo essersi reso conto del mio iniziale smarrimento.

La sua vita è stata costellata da ruoli importanti. Che ricordo ne ha e quale tra tutti le è rimasto particolarmente nel cuore?

Un po’ tutti, in realtà. Ogni lavoro svolto lascia una traccia, che sia per il ruolo interpretato o per i colleghi incontrati. Mi capita di ripensare spesso al film di Ettore Scola, “Mario, Maria e Mario”, in cui avevo un ruolo importante, da co-protagonista. Raccontava storie vere come la scissione del partito comunista. Un lavoro denso di significati, guidati da un ottimo Scola le cui attrici, molto spesso, hanno vinto dei premi. Era in grado di carpire il loro punto di forza o, se vogliamo, la debolezza insita in ognuno, da sfruttare poi nel film che riteneva più adatto. Inoltre, ricordo l’aver lavorato al fianco di Mastroianni. Era un grande, un uomo che diceva di non far nulla per voler entrare nel personaggio, invece lui lo diventava eccome, il personaggio.

Michele Placido e Valeria Cavalli nella docu-fiction Arnoldo Mondadori, prodotta da Gloria Giorgianni per Anele in collaborazione con Rai Fiction, in onda prossimamente su Rai 1.
Michele Placido e Valeria Cavalli nella docu-fiction Arnoldo Mondadori, prodotta da Gloria Giorgianni per Anele in collaborazione con Rai Fiction, in onda prossimamente su Rai 1.

Nel 2012 vi è stata anche una parentesi alla Soap Opera di Rai 3, “Un Posto al Sole”. Che ricordo ne ha?

Ho vissuto un’esperienza bellissima all’interno di “Un Posto al Sole”, nonostante fossi scettica, i primi tempi. Era verissimo tutto ciò che mi avevano anticipato, ossia il fatto che fossero studiati all’università e tanto altro. Ho incontrato colleghi bravi, umili, pronti a venirsi incontro, invece che farsi la guerra. Anche questo mi ha colpito, così come la velocità delle storie, le varie chiusure legate al personaggio, seguita da tante teste che ragionano e che tendono a portare avanti bene la storia, rendendo facile anche la memorizzazione delle scene. In un solo giorno ho capito quali fossero i meccanismi legati a questa grande macchina. Fui molto sorpresa e contenta quando, a fine stagione, mi proposero di non far morire il mio personaggio, come da copione, ma di lasciarlo in coma per dargli una possibilità, anche se molto remota, di tornare nella stagione successiva. Fortuna che, da lì a poco, ho davvero avuto. A Napoli si sta benissimo! L’atmosfera che si vive in quegli ambienti mi ha davvero resa appagata, felice.

Presto potremo vederla nella fiction di Rai3, “Germinal”, realizzata per la Francia. Cosa può dirci a riguardo?

Il mio personaggio attraversa i secoli. Si tratta di una donna borghese, convinta di fare del bene, mentre in realtà è abbastanza inutile alla società. Troppo convinta di essere nel giusto, vive senza vedere quello che accade intorno a lei.

Valeria Cavalli come ha vissuto il periodo legato alla pandemia, che risale a ben due anni fa e che, ancora oggi, si protrae nel mondo?

Ho affrontato il tutto in una maniera tranquilla, a Torino, cogliendo l’occasione per riordinare alcune cose, così come penso abbiano fatto in molti. Non mi è dispiaciuto, tra l’altro, l’avere modo di essere di supporto ai miei genitori. Le ragioni del lockdown, ovviamente, hanno sconvolto tutti noi, così come il fatto che nessuno potesse assistere i propri cari nel momento in cui entravano in ospedale. Un qualcosa di davvero terribile!

Cosa consiglierebbe a chi vuole intraprendere questo mestiere?

Alle ragazze consiglio di cambiare idea (ride). Mi spiego, consiglio loro di investire tanto nell’ottenere il livello che desiderano al più presto perché, con l’avanzare degli anni, i ruoli cambiano, Si assottigliano, e vi è sempre meno spazio. Gli uomini, invece, con l’avanzare dell’età, hanno la fortuna di poter lavorare sempre più perché diventano, fisicamente, più interessanti E vi sono storie infinite da raccontare su uomini anziani. Purtroppo, a mio avviso, per ora c’è ancora troppo poco da raccontare intorno alle donne senior. Per quante storie possano esserci, è matematicamente impossibile fornire il giusto spazio a tutte.

C’è un ruolo, oggi, che non ha ancora avuto modo di portare in scena?

Tanti, tutti! Tempo fa chiesi di interpretare il ruolo di una donna che veniva picchiata dal marito, anziché quella della moglie del medico che la curava. Mi fu risposto che non era possibile perché avrebbero dovuto riscrivere la storia per riadattarla a me, mentre quello che chiedevo era proprio di immedesimarmi in quel personaggio dovendomi adattare io a quel ruolo. Spesso mi viene affidato il ruolo della donna borghese e vorrei discostarmi da quella immagine. Preferirei avere ruoli non banali che possano portarmi a scavare nel mio vissuto.

Chi è Valeria Cavalli nella vita di tutti i giorni?

Una persona come le altre, molto semplicemente.

Può anticiparci altro circa il suo futuro artistico?

Al momento sto lavorando ad un film americano, “Moriah’s Lighthouse”. Si tratta di una commedia romantica che uscirà a giugno negli Stati Uniti. Nel cast Rachelle Lefèvre e Luke Macfarlane.

Prossimamente, inoltre, vi sarà modo di vedermi in una docu-fiction, “Arnoldo Mondadori i libri per cambiare il mondo”, con Michele Placido nel ruolo del protagonista. Interpreto la moglie, Andreina.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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