Incontriamo Francesco Bellia, fondatore del Premio Internazionale Donnafugata, giunto alla sua quarta edizione.
La voglia di Francesco di rendere giustizia alla sua terra è tanta, così come la possibilità di far conoscere sempre più il suo territorio, Palma di Montechiaro e ad affiancarlo, in questa occasione, ci sarà un volto molto amato, l’attore Peppe Zarbo, alla sua prima direzione artistica.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Francesco Bellia. Il Premio Donnafugata è per te casa, da ben quattro anni e, a tal proposito, ti andrebbe di raccontarci del modo in cui ha preso vita?
Il Premio Donnafugata è al suo quarto anno, si, ed è stato un premio desiderato, fortemente voluto. Ero dell’idea che mancasse qualcosa da intitolare al Gattopardo, il famoso romanzo, contornato dal fatto che ho origini palmesi, da parte di padre, e conosco molto bene la storia di questo posto. Ho scelto, proprio per non risultare banale, di intitolarlo Premio Internazionale Donnafugata…
Quali novità possiamo aspettarci da questa prossima edizione?
Ho avuto la doppia funzione, nell’ultimo triennio, di fungere non solo da fondatore ma anche da direttore artistico e, a detta di tutti, il mio ruolo pare essere stato egregiamente ricoperto. Ho ritenuto, però, necessario apportare una novità, affrontare uno step successivo. Ho pensato di affidare la direzione artistica a Peppe Zarbo, un attore di spessore, di grande richiamo, amato da molti. Una sintonia, quella che si è venuta a creare con Peppe, davvero forte, come se lo conoscessi da sempre. Sapevo di toccare le corde della sua anima dal momento in cui i suoi nonni sono proprio di Palma di Montechiaro e cosi è stato. È una persona determinata, sempre sul pezzo, con un focus improntato a fare sempre meglio. Non potevo chiedere di più!
Amato, come dicevi poc’anzi, e da anni nelle case di tutti gli italiani, e non solo, Peppe Zarbo di “Un posto al Sole”…
Esattamente! Peppe ha già espresso l’idea di creare un workshop, la mattina del 7 settembre, il giorno del premio, alla presenza di Gabriele Molinari, vicepresidente del museo del cinema di Torino. Coinvolgeremo gli studenti del posto, e non solo, per affrontare una tematica delicata e dedicata proprio ai nostri giovani. Parleremo di educazione sentimentale… Vorremmo, inoltre, trasmettere ai nostri conterranei e non solo il grande amore che nutriamo per Palma di Montechiaro, per l’amata Sicilia.
Francesco Bellia, quanto ancora c’è da fare affinché questo premio venga messo sempre più in risalto?
Siamo ancora all’inizio, c’è tanto da fare, e questo perché il premio non rimanga soltanto in ambito regionale. Va alzata l’asticella anche dal punto di vista dei premiati, che devono avere sempre più appeal, entrando anche in palinsesti che possano dare un’impronta mediatica definitiva affinché ci sia sempre più diffusione. Peppe ha, difatti, proposto che ci sia una troupe a rendere memoria, con le loro immagini, sia dei workshop che delle bellezze del nostro territorio, senza dimenticare il premio stesso.
Un modo per creare anche maggiore supporto ai giovani, indirizzandoli verso una propria strada?
Esattamente! La nostra terra ha spesso perso tanti giovani a causa della disoccupazione. Non possiamo, purtroppo, apportare un grande rimedio ma, a modo nostro, possiamo rendere chiaro il potenziale del territorio, anche in termini turistici.