Sonia Aquino

Sonia Aquino: sono una donna di pancia, ironica e con mille sfaccettature

Abbiamo il piacere di incontrare Sonia Aquino, attualmente nel cast di Storia di una famiglia perbene, fiction Mediaset che sta riscuotendo enorme successo. Un ruolo cinico, il suo, forte e legato alla famiglia, ai figli.

Sonia Aquino

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Sonia Aquino. Come stai?

Sto bene e sono felice! La serie, “Storia di una famiglia perbene”, sta riscuotendo enorme successo e questo davvero mi rasserena. La lavorazione è stata difficile, visto il lockdown vissuto, ma il gradimento del pubblico ci ripaga di tutti i sacrifici fatti.

Interpreti una madre cinica, che vive di potere, di ricchezze. Come ti sei preparata per affrontare questo personaggio?

Interpreto una donna molto diversa da me. Lei, appunto, è cinica e, in quanto tale, pur di proteggere la sua famiglia è disposta a far del male agli altri. Ha sofferto la povertà e questa sofferenza l’ha trasformata, facendola diventare una persona cattiva. Ho lavorato proprio su questo aspetto, sulla sofferenza, caratteristica che ci ha unite, e sulla rabbia, sull’attaccamento alla famiglia. Ho trovato, piano piano, la strada per arrivare a lei, per entrare nei suoi panni. Ne ho parlato con il regista, Stefano Reali, cercando in lui un appoggio, ma Stefano ha preferito lasciare a me la giusta linea da seguire. Sono orgogliosa del lavoro svolto, delle caratteristiche che ho scelto di apportare a questo personaggio.

Com’era l’atmosfera sul set?

Il progetto è stato accolto, da parte di tutti noi, con grande gioia, proprio perché arrivava dopo il lockdown. Eravamo fiduciosi e felici di affrontare tutto ciò, così come lo siamo stati nel trovare al timone di tutto, Stefano Reali. Un clima stupendo, fatto di battute divertenti, forti unioni e grande collaborazione. Credo che tutto ciò sia visibile ad occhio nudo. Si lavorava tanto, i tempi erano strettissimi, ma la voglia di stare bene, e insieme, era tanta. La Puglia, la bellissima Monopoli, ha fatto il resto.

Sonia Aquino

Cosa ti ha spinto ad intraprendere la strada della recitazione?

L’istinto mi ha guidata fin qui. Non è stata una scelta pensata, bensì di pancia, come quando senti che qualcosa deve andare in un modo. Ho vissuto questo trasporto, verso questo mestiere, sin da bambina, affrontando mille peripezie e interruzioni. Un faro da seguire, da riprendere, tutte le volte che ho potuto.

Nel 2017 hai preso parte alla fiction di Rai 3, Un Posto al Sole. Che esperienza è stata?

Avevo già vissuto un’esperienza del genere ai tempi di Incantesimo. Vi è poco tempo per provare, per far tutto, ma rappresenta una grandissima palestra. Gli attori devono essere delle macchine, in piena corsa.

Un ruolo a cui auspichi?

Potrei dirtene tanti, ma sarebbe difficile poterli citare tutti. Li porto nel cuore e, non appena avrò modo di portarli in scena, ve lo farò sapere. Posso anticiparvi che si tratta di un’opera teatrale e di un film. Quando avrò l’età giusta per poterli affrontare li impersonerò con immenso piacere.

Un ruolo che ti è rimasto nel cuore?

Porto nel cuore il ruolo interpretato ne “Il cuore nel pozzo”, in cui ero una mamma che doveva salvare a tutti i costi suo figlio. Non ero ancora mamma, ai tempi, e sentivo la difficoltà insita nel non sapere del tutto cosa volesse dire esserlo per davvero. Oggi, diversamente, sono consapevole di cosa voglia dire essere così legata ad una persona, a qualcosa che ha avuto vita dentro di te.

Chi è Sonia nella vita di tutti i giorni?

Sonia è una donna normalissima. Cucino, porto mio figlio a scuola, lo vado a prendere, vado a fare la spesa, leggo libri insieme a mio figlio. Sono, tra l’altro, una donna di pancia che crede nelle piccole cose di tutti i giorni. Sono simpatica, un po’ matta e ricca di grande ironia.

Cosa prevede il tuo futuro artistico?

Ci sono due progetti in cantiere: una serie televisiva, che si dovrebbe girare a Napoli, e un film, previsti per il prossimo anno. Da domani, invece, potrete vedere alcuni miei scatti, opera di una mia grande amica fotografa, basati su Dante, a Villa Di Donato, a Napoli.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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