Abbiamo incontrato Erica Del Bianco, giovane e spigliata, tra le attrici che si stanno facendo conoscere sempre di più in Italia, e tra i protagonisti di Made in Italy, la nuova serie Mediaset andata in onda in anteprima esclusiva su Amazon Prime.
Benvenuta Erica Del Bianco. Sei tra i protagonisti di Made in Italy, raccontaci di questa esperienza nei panni di Eleonora.
E’ stata un’esperienza bellissima perché la serie è un ottimo prodotto ed ora è su Amazon Prime, e dopo andrà in prima serata su Canale 5. Made in Italy, parla della redazione di questo giornale che raccoglie in se la nascita dei brand principali della moda italiana ambientata negli anni ’70. L’ambientazione, costumi e trucco e parrucco è stato tutto meraviglioso da vivere. Un salto nel tempo per me, dove ovviamente la trama porta a vivere azioni positive e negative. Io sono tra i cattivi e sono l’antagonista di Greta Ferro, la protagonista.
Lavorare accanto a Greta Ferro, Margherita Buy e Raoul Bova cosa ti ha lasciato come attrice?
E’ stata un’esperienza stupenda. La cosa bella è che lo è stata dal punto di vista attoriale sia da quello umano.
Sono stata sempre fortunata lavorativamente, perché ho sempre lavorato con professionisti e belle persone. In questa esperienza, la cosa è stata esponenziale: ho conosciuto colleghi fantastici sia sul set che fuori. Lei (riferendosi a Margherita Buy) si trasforma quando recita. E’ bello vederla cambiare nella totalità quando entrava nel personaggio. Di grande aiuto per noi anche i registi Lucini e Panini con la loro sensibilità che si differenziano e si intersecano in coregia… tutto ciò ci ha messo a nostro agio.
Quanto c’è di Erica in Eleonora e viceversa?
Molto poco perché come attrice se posso interpretare un personaggio diverso da me, sono molto contenta. Forse l’unico tratto in comune è una certa fragilità, ma Erica la declina in maniera diversa: a me capita di sentirmi insicura e questo non mi porta a tradurla in aggressività come fa Eleonora. Di base lei, è un personaggio odioso.
La cosa carina è che mi è capitato di amici, che hanno visto la serie e mi dicevano: è diversa da te… quante “sberlone” ti avremmo dato.
Ti dichiari una ragazza timida, ma grazie alla recitazione, racconti di aver superato questo status: oggi quanto sei a tuo agio davanti alla macchina da presa?
Davanti alla macchina da presa tantissimo. E’ una dimensione che cerco e amo alla follia, come quella del palcoscenico. A me piace creare un feeling con la macchina da presa. Solitamente non mi espongo nella vita quotidiana. Mi piacciono le persone, ma nella vita sono più timida e impacciata.
Sei stata protagonista anche di spot televisivi, ricordiamo Barilla, Samsung, Volkswagen: c’è differenza quando interpreti un ruolo con una storia ed un personaggio al servizio di un prodotto? Qual è il tuo punto di vista in merito?
C’è una enorme differenza. La dimensione pubblicitaria non la sento a me congeniale, anche se ho avuto la fortuna di fare degli spot che mi hanno lasciato qualcosa. Era interessante la cornice ed il prodotto. Il punto è questo: che in uno spot lo spazio maggiore deve essere del prodotto e quindi fare un passo indietro come attrice. La dimensione commerciale deve rispettare delle logiche non preponderanti nel quotidiano.
La cosa che mi piace di un personaggio fine a se stesso, è che devo qualcosa in più al personaggio più che al pubblico. Se mi facessero interpretare un gerarca nazista a me piacerebbe potermi calare in quello che è più lontano da me.
L’importante è rendere giusto merito personaggio perché ogni storia ha il diritto di essere raccontata e l’attore ha il dovere di farlo.
Tornando al cinema, c’è un personaggio che ti piacerebbe interpretare?
In realtà non c’è un personaggio in particolare che ho in mente, mi piacerebbe interpretare quanti più personaggi possibili. Mi piace interrogare i diversi aspetti del cinema e della vita. Mettiamola così: non c’è un ruolo che non vorrei interpretare.
Tutto sta nella sceneggiatura e nel senso della storia. Se vedo che un personaggio ha senso, potenzialmente ho voglia di interpretare qualunque cosa. Diversi provini diversi personaggi…
Cosa pensi del mondo dello spettacolo di oggi e della sovraesposizione ai social network?
Faccio uso dei social network e dovrei farne un uso maggiore perché è lo strumento più seguito. Penso che in se abbiano un enorme potenziale, ma come tutte le cose vadano usati in un certo criterio. Se il numero di follower diventa l’unico metro di giudizio per determinare l’idoneità di una persona per un ruolo, penso sia sbagliato.
Allo stesso tempo dare la possibilità a tutti di esprimersi ed arrivare a tutti, è una opportunità. Se uniscono presenza social a presenza artistica ben venga.
Come vedi Erica tra 30 anni?
Piena di gatti (ndr ride). Faccio fatica a vedermi anche solo domani, per me è difficile rispondere, ma spero di poterla vedere meno inquieta e piena di timori. Realizzata ma sempre in cerca di nuovi stimoli, ma sicuramente con qualche tassello in più e circondata da persone che amo.
Spero di poter essere questa!
Grazie e in bocca al lupo per il futuro!