Antonella Clerici: “Dolci dopo il tiggì” anche “Senza parole” rischio chiusura anticipata?

Dopo 15 anni di conduzione quasi ininterrotta della Clerici, la perdita di share nei suoi programmi è ai massimi livelli: necessario un rinnovamento.

DOPO IL FLOP DI “FORTE FORTE FORTE”, CHE HA COPIATO “AMICI”, RAIUNO RISCHIA ANCHE CON “SENZA PAROLE” DELLA CLERICI, FORMAT CHE RICORDA “C’È POSTA PER TE”

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Non c’è soddisfazione per l’audience di Antonella Clerici. La bella presentatrice, dopo aver condotto al naufragio, lo scorso autunno, la trasmissione “Dolci dopo il tiggì”, rischia ora di deprimere i già infausti ascolti di “Senza parole”, di Raiuno, nel quale gli ascolti stanno già latitando. Insomma, sembra proprio che i tempi in cui la Clerici era un valore aggiunto siano terminati.

Dopo il flop di “Forte, forte, forte” anche “Senza parole” dimostra di non riuscire ad imporsi nella gara degli ascolti. Con “Amici14″, infatti, ha perso la sfida in maniera evidente. Quando si parla di flop televisivo, è impossibile non pensare al programma”Forte, forte, forte”. Il talent non ha convinto sin dall’inizio e l’impressione del pubblico non è cambiata con il tempo.  Certo, il programma è iniziato da sole due puntate e dunque è decisamente prematuro prevederne il destino. Anche in questo caso, però, ci troviamo dinanzi ad un contenitore che non è in grado di imporsi nella gara di ascolti. Una gara decisamente ardua, se consideriamo che dall’altra parte c’è un programma amatissimo come “Amici14”.

Momentaccio creativo per l’intrattenimento di Raiuno. Dopo il boom di Tale e quale show, format originale basato su studiatissime imitazioni, si è passati alle imitazioni di programmi già esistenti. Di Forte, forte, forte della Carrà si è già detto: costi alti per copiare talent già visti come Amici, Italia’s got talent, X Factor e far concorrenza a The Voice.

Il mercato è crudele e ben sa Antonella Clerici (che ha un compenso intorno ai due milioni di euro) quanto sia difficile risalire la china. Il flop quando diventa flop neanche un miracolo di San Gennaro riesce a modificarlo.

Antonella Clerici è una straordinaria donna e conduttrice, ma forse è giunto il momento di un atto coraggioso, di appellarsi al buon senso, quello che le è mancato nel momento in cui ha accettato di fare “Dolci dopo il Tiggì”. Dovrebbe calibrare i suoi impegni e lanciarsi nel ruolo unico di mamma . Da gran signora della televisione qual è, non ne rimarrebbe certamente delusa.

Il  flop della prima puntata di Senza parole non è solo nei numeri dell’Auditel (15.6% di share contro il 25.8% di Amici di Maria De Filippi su Canale 5). Quello che è parso evidente è la debolezza del progetto televisivo Senza parole, basato sul genere emozionale con protagoniste le persone comuni. Un progetto troppo debole rispetto a quello che per il pubblico televisivo è il modello di successo e di riferimento: C’è posta per te di Maria De Filippi.

Il confronto è impietoso . La sfera gigantesca che troneggia nello studio è il surrogato scenografico della bustona della De Filippi. Le storie sui buoni sentimenti, quelle toccanti e con le lacrime sono vagamente simili allo schema “C’è posta per te”  ma l’Antonella nazionale non è in grado di avvicinarsi neanche lontanamente alla capacità di Maria De Filippi di raccontare le storie della gente comune, di sottolinearne pregi e difetti, di alimentare l’incertezza su come quelle storie andranno a finire davanti agli occhi del pubblico voyeur. Non solo non è capace di svolgere quel ruolo, non sà nemmeno mantenere le distanze fisiche che quel ruolo comporta. Maria De Filippi mantiene le distanze anche fisicamente dalle persone di cui racconta le storie. Mantiene un distacco formale. Ha un atteggiamento da chirurgo che opera contemporaneamente due pazienti e fa sembrare al pubblico di non sapere quale dei due pazienti alla fine salverà. E quando ritiene sia giunto il momento opportuno, si svela, prende posizione e attacca quello che da quel momento per il pubblico diventa “il cattivo”. Raramente si siede accanto ad uno dei protagonisti delle storie che racconta. Lo fa quando la storia ha raggiunto un livello di drammaticità emozionale che potrebbe sfociare in un crollo della persona con cui si è apertamente schierata. Antonella Clerici, invece siede da subito vicino alle persone che ospita, con quella improbabile voglia di fare la comprensiva, di essere buona, di essere amica, risultando tutto meno che spontanea. La De Filippi quando legge la cartellina che ha con sé per raccontare la storia è una catena di montaggio di emozioni che da un bullone tira fuori una Ferrari rosso fiammante, ci sale e sfreccia via battendo il record di velocità ogni volta. Televisivamente parlando non si può negare che il format in generale ricordi Carrambà, il treno dei desideri, C’è posta per te ma oggigiorno è davvero difficile che qualcosa non ce ne ricordi un’altra. Senza parole però si distacca da tutto e fa appunto della parola il centro focale. Certo quella carrozza di Cenerentola che si apre per ospitare i fortunati che stanno per ricevere una sorpresa ricorda la prima scenografia de L’eredità ai tempi di Amadeus.

Intanto, “Ti lascio una canzone” torna a settembre. Antonella Clerici lo fa sapere su Twitter. La Clerici, insomma, non molla: forte del ritorno in prime time del suo “Ti lascio una canzone” già dal prossimo settembre, si consola con gli affetti famigliari più cari dopo aver ritrovato la serenità con il compagno e padre della sua adoratissima figlia nata durante il Festival di Sanremo del 2009.

Adesso il feeling tra la Clerici e il suo pubblico sembrerebbe scemare, giustamente il troppo stroppia, e dopo tanti anni il teleabbonato vuol provare anche l’ebbrezza di cambiar canale.

Cara Antonella Clerici, flop come Senza parole non accadono per caso. E’ giunto per te il momento di una riflessione su quanto la tv ti ha dato e quanto effettivamente avresti meritato. Non tentare l’avventura con la conduzione di nuovi programmi, che tanto nuovi non sono. Spadella finché ti faranno spadellare alla Prova del Cuoco. Oggi tu non puoi dare di più alla tv e quello che la tv dà a te è pure troppo.

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Redazione Giornalistica