Incontriamo l’attrice Margherita Tiesi in occasione dell’uscita del film “Neve”, ad opera del regista Simone Riccioni, nelle sale da questo marzo.
Una ragazza più che genuina, Margherita, sicura del futuro da percorrere, vogliosa di sempre nuove esperienze..
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Margherita Tiesi. Parliamo subito di “Neve”, il film che ti vedrà protagonista a breve e di come ti sei preparata ad affrontare questo ruolo?
Parliamo del rapporto tra mamma e figlia in un momento molto delicato, legato alla crescita. Un rapporto burrascoso, si, ma anche forte, capace di unirle molto, di renderle complici. Ho cercato di estrapolare qualcosa, per avvicendarmi a questo ruolo, da un film di Sean Penn, “Mi chiamo Sam”. Un lavoro bellissimo, in cui Penn interpreta un padre caratterizzato da delle problematiche. Un rapporto padre e figlia bellissimo, dolcissimo. Ho anche letto in rete alcune testimonianze di persone che hanno vissuto delle difficoltà ma hanno comunque deciso di dare alla vita i loro figli, senza pensare per un solo istante il contrario.
Margherita, quali sensazioni sono legate alle tavole del palcoscenico?
Adoro il contatto con il pubblico, qualcosa di molto forte, specie se vissuto dal palcoscenico. Lo percepisco anche quando giro un film ma dal vivo è tutt’altra cosa, qualcosa di cui non potrei mai fare a meno.
C’è uno spettacolo, tra i tanti, che vorresti poter portare nuovamente in scena?
Porterei in scena “La stanza di Veronica”, caratterizzata da una tournée con una compagnia fantastica. Un lavoro che mi ha permesso di vivere la situazione in maniera spontanea, senza filtro alcuno, con una recitazione di essenza.
Che rapporto hai, invece, con il pubblico, con chi si complimenta per il tuo lavoro?
È da sempre un’occasione utile per capire se sto svolgendo al meglio il mio lavoro, per capire cosa voglio trasmettere al pubblico. Mi è capitato proprio recentemente, al supermercato, di essere riconosciuta da una cassiera e di invitarla ad un’anteprima di un mio lavoro. Una curiosità reciproca, quella che si viene a creare, un metodo di paragone per capire se sto agendo bene.
C’è stato un tempo, inoltre, in cui sei stata tra i protagonisti de “Il Paradiso delle Signore”. Immagino siano stati in tanti a riconoscerti all’epoca?
Si, è stato molto bello ritrovarmi catapultata in quella realtà! Un primo lavoro importante, una serie, che mi ha reso visibilità, realizzata per la Rai.
A tal proposito, che ricordo hai di quel periodo, Margherita Tiesi, dei colleghi di set?
Bellissimo! Sento ancora molti di loro e, quando possibile, ci vediamo, come ad esempio capita con la Buscemi e Silvia Mazzieri. Sai che non sarà per sempre, quindi è bello avere modo di condividere, di creare legami ancora più stretti, confessarsi segreti, un pezzo importante del proprio cammino.. una vera e propria ‘famiglia’.
Cosa non sei ancora riuscita a realizzare?
Amerei prendere parte ad un film in costume, una passione che ho sin da bambina. Mia madre era direttrice dell’attuale Museo del Costume della Moda e ricordo che mi permettevano di giocare con i vestiti, sognando di essere una donna dell’ottocento, di quelle epoche così belle ed importanti. Ho preso parte ad un documentario, su Palazzo Vecchio, ma non ad un film, non ancora..
Tempo addietro sei stata diretta da Cinzia Th Torrini. Cosa ha rappresentato per te quel momento Margherita Tiesi?
Grande complicità con una regista carismatica, umana e, allo stesso tempo, forte e passionale. Una passione, la sua, nella quale mi sono rivista molto, seppure all’inizio ne fossi un po’ intimorita. È bastato poco, però, per creare una forte sintonia e sarei davvero felice di poter essere nuovamente al suo fianco.