Juju Di Domenico. Foto di Alessandro Peruggi
Juju Di Domenico. Foto di Alessandro Peruggi

Juju Di Domenico: amo interpretare personaggi realmente esistiti

Ritroviamo la giovane e sempre più brava Juju Di Domenico, protagonista su Rai 1 della serie “Black Out – Vite sospese”.

Un susseguirsi di ruoli importanti, di spessore, per Juju che, qualche settimana fa, è stata protagonista anche ne Che Dio ci aiuti, giunto alla sua settima stagione. Un colloquio piacevole, quello avuto con Juju Di Domenico, che ringraziamo con immenso piacere augurandoci di poterla ritrovare presto.

Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Juju Di Domenico. Ti andrebbe di parlarci di “Black Out – Vite sospese”, la serie che ti vede tra i protagonisti in questo periodo?

“Black Out” è un mistery drama ambientato tra le bellissime colline del Trentino. Quattro mesi di riprese per una serie che mescola diversi elementi, come i segreti vissuti da ogni protagonista e tanta suspense. Si tratta di un gruppo di persone che resta bloccata su di una montagna in seguito ad una slavina. Soltanto insieme, superando limiti e paure, potranno uscirne, tutti insieme. La mia Anita ha soli diciassette anni ed una vita non da adolescente, facendo parte di un programma protezione testimoni. Il dover essere costretta a nascondersi, a spostarsi spesso, le impedisce di vivere i primi amori e non solo. La slavina, nella sfortuna, le consente di vivere un periodo di “normalità”. Interpretare un personaggio del genere mi ha portata a dovermi immedesimare in tale situazione, isolandomi davvero da tutto.

Juju Di Domenico sul Set di Black Out - Vite sospese

Come ti sei preparata ad affrontare questo ruolo?

Mi ha aiutato molto il ricordo delle sensazioni vissute durante il lockdown. In quel periodo eravamo isolati, impossibilitati a vivere il mondo esterno e tanto, ti dirò, mi ha aiutata il poter vivere anche i colleghi, in quei quattro mesi di chiusura lavorativa. Era, per tutti noi, sconveniente potersi spostare dal luogo in cui eravamo. L’unione, l’isolamento, ha fatto sì che il girato fosse davvero molto del nostro reale vissuto.

Nelle scorse puntate abbiamo assistito ad una scena davvero particolare. Un cervo, stanco della situazione che si era verificata, batteva insistentemente la testa contro un albero come impazzito, tanto da mettere fine alla sua stessa vita..

Si, una vera dimostrazione di quanto possa essere difficile affrontare tale frangente. Vi è bisogno di tanto sangue freddo.

Quale ruolo ti piacerebbe poter portare in scena in un prossimo futuro?

Non ho ruoli particolari da voler affrontare. Desideravo interpretare un personaggio realmente esistito. Ho avuto il piacere, non molto tempo fa, di poter soddisfare tale ambizione e sono felice di questo. Sarei felice di continuare ad interpretare personaggi realmente esistiti. Penso sia bello, particolare, poter esplorare le verità che hanno caratterizzato una persona realmente esistita. Amo, ad ogni modo, esplorare più generi. Non lascio nulla al caso.

Prima di “Black Out” abbiamo avuto modo di vederti, sin dalla prima puntata, ne “Che Dio ci aiuti”. Che esperienza è stata e cosa ti ha lasciato addosso il poter entrare in una famiglia televisiva già consolidata?

Ho vissuto una bellissima esperienza! Una famiglia che mi ha accolto davvero bene, con armonia. Non posso che esserne stata felice e ringraziarli ancora per tale accoglienza.

Cosa ti aspetti di poter concretizzare in futuro Juju Di Domenico?

Mi auguro di poter continuare su questa strada. La possibilità di poter prendere parte a svariati progetti diventa, per sé stessi, la conferma che il proprio lavoro viene svolto bene e questo rappresenta una grande soddisfazione a livello personale. Credo di essere sulla strada giusta!

Quali consensi raccogli da parte del pubblico, da chi ha il piacere di fermarti in strada?

Anche quella è una conferma, a suo modo. È bellissimo poter ricevere complimenti da chi ti segue. Tende a dare la forza di andare avanti quando si creano quei momenti di fermo lavorativo che, a loro modo, nel nostro ambito sono più che normali.

Ad oggi pensi stia andando come volevi questo tuo percorso?

Sono felice di come si stia evolvendo la mia carriera. Ovvio che mi auguro di poter realizzare sempre più nuove esperienze, progetti ambiziosi che mi consentano di crescere sempre più.

Cosa avresti fatto se non avessi intrapreso questa strada Juju Di Domenico?

Continuo i miei studi universitari ma non li definirei un piano B. Voglio poter conciliare le cose, specializzando e ottenendo la laurea magistrale in traduzione. A breve dovrei di nuovo laurearmi, incrociando le dita. Sono felice di aver trovato un equilibrio tra entrambe le situazioni che vivo.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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