Francesco Russo intervista Mario Salieri
Francesco Russo durante l'intervista a Mario Salieri.

Aspettanto Salieri al Teatro Bolivar

Dopo averlo incontrato qualche tempo fa, incontriamo nuovamente Mario Salieri, che porta avanti il suo progetto di cinema per adulti d’autore, portando “I morti fanno paura?” al Teatro Bolivar di Napoli.

Francesco Russo intervista Mario Salieri
Francesco Russo durante l’intervista a Mario Salieri.

Una farsa macabra, vietata ai minori di 18 anni, ispirata all’atto unico scritto da Eduardo De Filippo nel 1926 dal titolo “Requie a l’anema soja…”. E non è la prima volta che Salieri si misura con il drammaturgo napoletano. Negli ultimi anni infatti ha realizzato due opere audiovisive rispettivamente intitolate “Il cilindro di Mario Salieri” e “I morti non fanno paura”, entrambe ispirate alle omonime commedie eduardiane.

Nel cast, oltre a consumati attori di teatro, quali Ciro Grano, Carlo Maratea e Alberto Pagliarulo, sono annoverati giovani talenti come Anika Russo, Fausto Bellone, Massimo Polito, Raffaele Calafiore e Bianca Maria Stella. Tra i protagonisti compare anche Franco Pinelli, che nella sua lunga carriera ha lavorato con Eduardo e Luca De Filippo, Pupella Maggio, Aldo Giuffrè e tanti altri mostri sacri del teatro italiano. Da segnalare anche la partecipazione di Rossella Visconti, Valeria Borghese e Monique Covet, tre pornostar di fama internazionale.

La vicenda è ambientata a fine anni 60 nel quartiere di Montecalvario dove una coppia di sposi per arrotondare le esigue entrate economiche è costretta ad affittare uno spazio del proprio appartamento ad un commesso viaggiatore, un uomo che nella vita ha subito molte disgrazie e che è ossessionato dalla paura dei morti. Da questa premessa si sviluppa una storia divertente e al tempo stesso tragica, incentrata sulle superstizioni tipiche del popolo partenopeo. Ma in questa commedia nulla è come sembra e lo spettatore si troverà direttamente coinvolto in situazioni inattese, spesso dal sapore trasgressivo.

Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo a Mario Salieri. Ci rincontriamo dopo circa un anno dove abbiamo parlato dell’opera Il Cilindro. Oggi torna riuscendo a portare un suo progetto a teatro con “I morti fanno paura?”. Vogliamo parlare di questo progetto?

La mia incursione nel settore teatrale, perchè d’incursione si tratta in quanto sarà un esperienza unica, nasce con lo scopo d’incrinare ulteriormente la linea di demarcazione che storicamente divide il mondo del porno da quello dei puristi della settima arte, al fine di rivendicare che la pornografia è un vero e proprio genere, all’interno del quale convivono anche autori e interpreti di qualità e non solo personaggi da baraccone. Il progetto “teatro” nasce nel 2017 con la realizzazione di una serie audiovisiva di genere pornografico intitolata “Il cilindro di Mario Salieri”, ispirata alla commedia di Eduardo “Il cilindro”. Una trasposizione teatrale in due atti de “Il cilindro di Mario Salieri”, che prevedeva anche una polemica partecipazione della pornostar Valentina Nappi, doveva andare in scena al Teatro Totò di Napoli nei giorni 8 e 9 maggio del 2017. Gli scarsi risultati di prevendita biglietti indussero tre attori protagonisti che avevano aderito al progetto con una percentuale di guadagno sugli incassi a boicottare la rappresentazione pochi giorni prima del debutto, contravvenendo a tutte le regole contrattuali sottoscritte e determinando l’annullamento dello spettacolo. Per questo motivo due anni dopo ho deciso di ritentare l’esperienza con una nuova commedia dal titolo “i morti non fanno paura”, anch’essa ispirata all’omonima opera di Eduardo. Anche questa commedia è stata realizzata in formato audiovisivo di genere pornografico, che nella sua versione censurata ha partecipato al concorso Greatest Indipendennt del Festival del cinema e della televisione di Benevento edizione 2019, e in una trasposizione teatrale in due atti dal titolo “i morti fanno paura?” che rispetto a quella audiovisiva ha titolo e cast differenti, e che andrà in scena al teatro Bolivar di Napoli.

Come mai la scelta proprio ispirata all’atto unico scritto da Eduardo De Filippo nel 1926 dal titolo “Requie a l’anema soja…”?

Fin da giovanissimo sono sempre stato grande appassionato di tutto il lavoro teatrale di Eduardo, soprattutto quello relativo al terzo ciclo (ciclo Scarpettiano) realizzato dal 1975 al 1981 con mezzo televisivo a colori. Considero Eduardo il più grande drammaturgo del 900 e le sue opere sono state spesso fonte d’ispirazione dei miei lavori audiovisivi, sempre con devozione e dovuto rispetto. Già negli anni novanta alcune parodie delle sue opere, che mi limitai a produrre per altri registi della mia scuderia, fecero molto scalpore e indussero la signora Isabella Quarantotti, vedova di Eduardo, a intentare una causa civile che perse clamorosamente in quanto i giudici stabilirono che le parodie non ledono i diritti d’autore.

La scelta del cast con attori “puri” di teatro e giovani talenti del mondo degli adulti. Secondo quali criteri viene fatta la scelta del cast?

C’è una grande differenza tra la scelta del cast audiovisivo e quello teatrale. Nel cast audiovisivo devo scegliere attori di teatro che interagiscano con quelli del porno ed assegnare a entrambi le categorie dei ruoli compatibili. Un impresa titanica!!! Per il teatro tutto è molto più semplice, basta valutare le qualità attoriali degli interpreti e il gioco è fatto.

Cosa deve aspettarsi il pubblico che verrà al Teatro Bolivar a vedere lo show?

Intanto speriamo che ci sia un pubblico perchè la situazione del teatro in Italia vive una profonda crisi d’identità. Il mio spettacolo poi andrà incontro a inevitabili pregiudizi e fraintendimenti. Pregiudizi perchè non saranno in molti a ritenere che un regista proveniente dal genere porno abbia le capacità per realizzare uno spettacolo di qualità e fraintendimenti per il divieto ai minori di diciotto anni, che potrà indurre a ritenere che nella commedia siano presenti scene pornografiche. In realtà lo spettacolo propone una commedia divertente con delle imprevedibili parentesi trasgressive in cui il pubblico interagisce, sempre con garbo
e raffinatezza. Insomma non amo rendermi la vita facile e quest’evento dovrà superare non poche difficoltà per portare a teatro qualche spettatore pagante.

Su Francesco Russo

Francesco Russo, giornalista e direttore del quotidiano "La Gazzetta dello Spettacolo", comunicatore digitale ed ufficio stampa di eventi e VIP.

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