Su una parete della gigantesca cattedrale, scavata nel tufo della pancia di Napoli, esiste una grande scritta incisa con un carboncino: “Noi Vivi”, sembra un sospiro di gioia, un urlo liberatorio per essere riusciti a conquistare la salvezza. Finalmente liberi di continuare a vivere, ma imprigionati ancora nelle viscere della terra. Sul palcoscenico naturale del Tunnel Borbonico, l’Associazione Culturale NarteA alza il sipario per un emozionante spettacolo itinerante, Noi Vivi.
Tanti scalini da percorrere a perdifiato non appena suonavano le sirene: il boato delle fortezze volanti si avvicinava, le bombe sarebbero cadute di lì a breve. Correre, non pensare, arrivare nel cuore del monte Echia, nelle viscere della città, dove si appigliava la speranza della salvezza per i più rapidi, i più fortunati. L’inverno arrivava e la città partenopea rischiava di essere coperta più dalle bombe che dalla neve. Ogni giorno diventava difficile sopravvivere all’arida tragedia di quegli anni. Suonava la sirena, un’altra bomba stava cadendo dal cielo: l’affanno aumentava, le macerie ostacolavano ogni vicolo.
“Bisogna fuggire, raccogliere velocemente in un lenzuolo le cose più “utili” e trovare rifugio nell’unico posto dove forse ci si può salvare – con queste parole Febo Quercia, ideato della pièce teatrale e direttore artistico di NarteA, introduce lo spettacolo – Questo spettacolo è qualcosa di molto diverso dal ‘comune’, sono previsti sette attori in scena ed il fattore emotivo sarà il vero protagonista, grazie anche al supporto organizzativo prestatoci dal Tunnel Borbonico”.
La luce fievole delle lampadine a 12 volt del Ricovero illuminano a malapena i volti degli sfollati napoletani, stanchi e infreddoliti, i rifugiati cercavano una coperta, un soccorso, uno sguardo o un volto familiare. Un attimo e la sirena poteva suonare di nuovo: la paura tornava, il giorno e la notte si confondevano. Per sopravvivere, bisognava crearsi una “nuova” quotidianità, capace di ricordare che si era ancora umani. Nel tempo i bombardamenti hanno cancellato ogni cosa, ma non la memoria e la speranza di coloro che risalivano in superficie per gridare al cielo e agli attori di quella assurda Guerra: “Noi Vivi”!