Dopo la pubblicazione del cd Tales From Outer Space, i teutonici RPWL tornano sul mercato con il doppio album Live From Outer Space.
Gli RPWL sono la prog rock band più famosa ed apprezzata della Germania e adesso dopo l’uscita del loro nuovo brillante cd di inediti Tales from Outer Space, che ha riscosso grandi consensi da parte del pubblico e della critica specializzata, arriva il successivo doppio album dal vivo Live from Outer Space, in uscita il prossimo 15 novembre, registrato a De Boerderij, Zoetermeer, Olanda, in versione 2cd, 2 vinili colorati, Blu-Ray e Dvd. Gli RWPL (ovvero Yogi Lang voce e tastiere, Kalle Wallner chitarra, Marc Turiaux batteria e Markus Jehle tastiere) saranno di nuovo on the road il prossimo mese per la gioia di tutti i loro ammiratori che dai loro esordi li apprezzano per lo stile epico delle loro produzioni e per l’alto standard qualitativo delle loro esecuzioni. Ma non è tutto.
Il cantante e frontman Yogi Lang sta per ritornare in versione solista, il prossimo 8 Novembre con A Way Out of Here, (label Gentle Art of Music come tutti gli album degli RPWL d’altronde), dopo il cd No Decoder, primo esperimento senza il resto del gruppo che risale al 2010. Abbiamo intervistato Yogi e Marc per saperne di più…
RPWL Da dove vi è venuta l’idea di incidere un album basato sul tema della fantascienza?
Yogi: La cosa più cool riguardo le storie di fantascienza dietro Tales From Outer Space è che ti danno la possibilità di vedere il nostro mondo attraverso gli occhi degli alieni raccontando quindi la storia da un punto di vista completamente differente. Qui puoi riporre fiducia nella fantascienza, nel sogno di un mondo migliore ma anche ritrovarci le tue paure riguardo un futuro ancora oscuro. Poi c’è l’aspetto più diciamo “terreno” di questo album: è ora di finirla di parlare di quello che potremmo fare per vivere meglio e cominciare a fare qualcosa concretamente. In caso contrario il mondo delle generazioni che verrano potrebbe essere nelle tenebre proprio come nella nostra visione fantascientifica più dark.
Qual è il vostro rapporto con la fantascienza? Leggete libri di questo genere? Guardate films che si rifanno a questo tema?
Yogi: Essendo stato un ragazzino negli anni settanta sono praticamente cresciuto nell’universo di Star Trek! Ad essere onesto quei films mi piace ancora guardarli. Ero affascinato dalla visione di Gene Roddenberry di come il mondo avrebbe potuto essere nel prossimo futuro: un mondo liberato per sempre dai soldi, dall’avidità e da tutte queste zavorre. Naturalmente questo sogno impossibile non dove portarci a smettere di combattere per avere una vita migliore anche se alla fne sognare un mondo del genere è un nostro diritto, non è così?
Marc: Credo che Star Trek sia un comune denominatore per tutti noi della band. Parlando dal punto di vista personale ricordo che quando entrai negli RPWL fu molto rassicurante e confortevole sapere che stavo per far parte di una band I cui membri dividevano con me lo stesso backgroung culturale anni ’70 e la passione per I films di Star Trek in modo particolare. Questo chiamiamolo “incontro di menti”, mi ha reso tutto più facile. Per quanto mi riguarda ho sempre amato la fantascienza e ho letto anche diversi classici del genere.
Qual è stato il contributo di ognuno di voi al vostro nuovo album?
Yogi: Gli RPWL sono una band molto affiatata, così c’è un momento nel songwriting dove siamo tutti molto focalizzati sulla canzone pura e semplice. Quando registriamo invece lì davvero potrai ascoltare quello che noi chiamiamo il sound RPWL.
Marc: Il songwriting è quasi interamente nelle mani di Yogi e Kalle. Loro due lavorano molto bene insieme e ormai sono vent’anni che lo fanno. Come dice Yogi il contributo di tutti gli altri è quello del suono nel suo complesso. Noi abbiamo avuto qualche cambio di line-up nel corso degli anni e ogni volta con un nuovo membro l’alchimia nella band cambia un pò e di conseguenza anche il sound.
Tales from Outer Space ha fatto immediatamente pensare i critici ad una sorta di connessione con i Pink Floyd e con il loro leggendario The Dark Side of The Moon…Vi siete davvero ispirati in qualche modo al loro lavoro?
Marc: Beh, almeno non cosciamente immagino, ma naturalmente siamo tutti cresciuti ascoltando quella musica. Una qualche sorta di influenza alla fine c’è sempre.
Yogi: Non ne sono sicuro ma anche se fosse alla fine non c’è niente di male no? Voglio dire, quando incidi un disco non stai tanto a pensare a questo e a quello, lasci solo che le cose scorrano naturalmente e se poi vanno in quella direzione di sicuro ci sarà una ragione.
Qual è la stata la reazione dei vostri fans a TFOS?
Yogi: Sembra che li fuori ci siano molti più fans della fantascienza di quanti non ce ne aspettassimo! Un sacco di persone conoscevano approfonditamente le storie alle quali ci siamo ispirati e abbiamo avuto un sacco di reazioni estremamente positive.
Marc: Assolutamente! Abbiamo avuto la sensazione che l’intero album, la musica, le storie di fantascienza, l’artwork, I videos e l’intera presentazione sia stata accolta molto bene dai fans.
Avete già suonato dal vivo parte del materiale di Tales from Outer Space?
Yogi: Siamo stati on the road lo scorso mese di Aprile per la prima parte del nostro tour. Adesso ci sarà una seconda leg, una settimana a Novembre e davvero non vediamo l’ora di esibirci di nuovo in questi prossimi shows.
TFOS è il nono album da studio degli RPWL. Avete la sensazione che la vostra musica sia cambiata molto nel corso degli anni?
Yogi: E’ passato un sacco di tempo vero? Voglio dire, sono vent’anni che noi della band andiamo in tour insieme e ci divertiamo ancora come quando abbiamo cominciato.
Marc: Bene, la musica è cambiata o più che altro direi che si è evoluta. Un artista, un gruppo si devono evolvere, non puoi fare sempre le stesse cose per anni ed anni. Se questo non fosse vero per il prog rock per che altro dovrebbe valere? Quello che conta è restare in equilibrio evolvendosi come band o come compositore e nello stesso tempo preservare ciò che ti rende davvero unico. Questa è la parte difficile. Nel nostro caso, con la massima umiltà credo che ci sia un suono distintivo degli RPWL che troverai in ognuno dei nostri albums, non importa quanto siano diversi l’uno dall’altro.
Preferite suonare in studio o esibirvi dal vivo?
Yogi: Preferisco entrambi ( sorride). Probabilmente questo è il risultato di incidere un disco e portarlo dal vivo subito dopo. E’ un pò come yin e yang.
Marc: Si, sono d’accordo con lui anche se questa è una domanda difficile alla quale rispondere sebbene per me suonare dal vivo è la parte dominante dal momento che come abbiamo già detto la produzione è principalmente nelle mani di Kalle and Yogi.
Quanto ci avete impiegato a registrareTFOS?
Yogi: Le registrazioni ci hanno impegnato sei settimane. Il tempo più lungo ce lo ha preso il songwriting, per mettere insieme la musica e la storia e provare gli arrangiamenti. Questa fase usualmente ci prende un paio di mesi.
Cosa ne pensate dell’attuale scena del prog rock europeo e vi sentite parte di essa?
Yogi: Onestamente non ne so molto perchè quando non lavoro non ascolto musica. Ma una cosa è sicura: noi ci sentiamo a nostro agio a suonare la nostra roba e amiamo il nostro pubblico.
Marc: Non pensiamo di far parte di alcuna categoria in particolare. Facciamo ciò che ci piace e basta, ma come ascoltatore e fan del genere ritengo che la scena prog rock sia incredibilmente variegata.La portata delle bands è enorme e va da quelle tradizionalmente influenzate dai classici anni ’70 del genere a quelle metal con contaminazioni progressive e ci sono musicisti che stanno anchora cercando suoni nuovi e provando a combinare nuovi elementi per portare l’asticella ancora più sù. Non è che ti debba piacere necessariamente tutto ciò che senti ma in generale credo che tutta questa sperimentazione sia una cosa buona e da qualche parte lì ci sia posto anche per noi.
Qual è il vostro brano preferito del cd e perchè?
Yogi: Questa è ‘ un’altra domanda davvero difficile. Mi ricordo che mi portai lo spartito di una canzone di Kalle con me quando partì per una vacanza in Irlanda. Era una notte cristallina con centinaia di stelle nel cielo, quando improvvisamente mi vennero in mente le liriche di Far Away From Home. Un momento davvero speciale e una canzone davvero ben riuscita.
Marc: Davvero una domanda spinosa. Penso che per me sia Light Of The World perchè specialmente nella versione dal vivo illustra molto di ciò che sono gli RPWL, con le diverse parti, I solo di chitarra etc etc. Poi direi anche “What I Really Need” che combina un pop melodico con delle liriche dal sapore abbastanza melanconico, un abbinamento che mi è sempre piaciuto.
Quali erano i vostri eroi musicali quando eravate dei ragazzini? E sentite che in qualche modo la musica che amavate nel passato sia ancora una fonte di ispirazione per voi?
Yogi: Sono del parere che la musica con la quale cresci sia sempre la più grande influenza. In qualche modo questa tua prima esperienza musicale costruisce un ponte tra le tue orecchie, il tuo cuore e il tuo cervello. Nel mio caso sono stati I Pink Floyd ma anche molte altre bands degli anni settanta.
Marc: Non potrei essere più d’accordo. L’influenza è sempre lì nella musica con la quale sei cresciuto, non ci devi pensare ma puoi contarci istintivamente come musicista. Anch’io sono partito ascoltando le bands degli anni settanta e ottanta, di tutto da Kate Bush,Thin Lizzy fino a The Cure e The Police. Quando sono cresciuto e il mio interesse nel drumming è diventato più serio (e anche le mie abilità) ho scoperto i Rush e da quel momento in poi sono diventati loro la mia maggiore influenza.