E’ la manifestazione che si è svolta il 24 aprile c.a. presso il teatro Carlo Gesualdo di Avellino, organizzata dall’associazione Babbaalrum con lo scopo di raccogliere fondi per i malati di neoplasie dell’avellinese.
Con un art director come Tullio De Piscopo l’alto livello del parterre era assicurato; lo spettacolo, ben congegnato, è stato presentato con eleganza da Tonino Bernardelli che ha introdotto all’attenzione del pubblico il presidente dell’associazione Carmine Tirri. A rompere il ghiaccio hanno provveduto il maestro irpino Leonardo Quadrini e il soprano drammatico Antonella Nappa, seguiti dall ‘intervento spiritoso e brillante di Massimo Carrino (di recente entrato nel cast di “Fuori corso”); accanto a loro arriva il gruppo ‘A67 con un messaggio forte, quello di chi non si arrende ad una realtà difficile eppure ricca come quella di Scampia. Tullio De Piscopo non si risparmia e sale sul palco ad entusiasmare il pubblico, come sempre fa dal vivo, quando, assolutamente inaspettato, lo ha raggiunto Enzo Avitabile; quando i musici si incontrano, l’impatto è sempre deflagrante: energia pura, improvvisazione, profonda intesa sul palco. Tutto questo è avvenuto in un teatro intitolato -non a caso- a colui che venne definito il principe dei musici. Il secondo tempo vede salire sul palco Rino Zurzolo che, sotto le luci di scena, spietate e dirette nel loro lucore, non ha nessuna difficoltà a mantenere il palco da solo, abbracciando il contrabbasso come si fa con una donna; così parte con la sua Musa e trascina con sè un pubblico silente ed incantato per poi farsi raggiungere dalla flautista Valentina Crimaldi e dalle dita accorate di Elisabetta Serio. Questa pianista di rango, coinvolta in questo momento in diversi progetti, ha regalato anche un brano bellisimo, dedicato al padre, intitolato “Fil rouge”.
Antonio Onorato ha stupito il pubblico con numerose variazioni sul tema di “Tammurriata nera”: la mano veloce disegna scenari di suq, uno dei tanti nel Meditarreaneo. Il ritmo binario della Tammurriata è tutto lì, in un unico strumento, in due sole mani, nelle bianche gonne rotanti dei dervishi e nei panni stesi dei vichi di una città invasa dalla 5° Armata. Il Musico scompare, perso nella lunga chioma dai riflessi cherokee, e il brano diventa una corsa a perdifiato dove si incontra persino Carosone che con un accenno di “Caravan Petrol” ci riporta, affanati e felici, a Napoli.
Lo scenario di questo spettacolo cambia rapidamente; quando sul palco salgono gli Osanna questo accade di norma. Esplode, dirompente, la voce di Lino Vairetti in un brano come “Uomo” che non ha mai smesso di parlare alla gente, a dispetto della datazione -storica e temporale-; l’intro di “Fuje ‘a chistu paese” racconta una storia che va ben oltre il trito e ritrito paragone con un’altra band storica del periodo (PFM), perchè come suole ripetere Gennaro Barba (batteria), “il prog rock degli Osanna reca sempre una traccia della napoletanità dei suoi componenti”, ed è un valore aggiunto di senso assai più alto rispetto alla definizione -semplicistica e riduttiva- di arboriana memoria : “pulcinella rock”.
Percussion Power, infine, vede due nomi di tutto rispetto salire sul palco e cimentarsi insieme nella sperimentazione che è sempre viaggio, quando di mezzo c’è la Musica: Gennaro Barba e Carlo Avitabile, sempre sul pezzo e sempre disponibili a fare quattro chiacchiere nel backstage.
Chiude la serata, e non poteva essere diversamente, Tullio De Piscopo che al grido di “tutti in scena” riporta i musici all’attenzione di un pubblico che ha appaludito e gradito e che ha partecipato -non solo col cuore- a questa meritevole iniziativa di beneficenza.