People Mover è il nuovo lavoro di Scott Henderson, il musicista per il quale il blues, il jazz e il rock non hanno segreti. Definito il miglior chitarrista al mondo dalla stampa statunitense per le sue vibranti ed impeccabili esecuzioni, il talentuoso Scott dopo il successo del suo scorso lavoro, il fortunato “Vibe Station”, torna con un nuovo cd, intitolato “People Mover”, che entusiasmerà di certo tutti i suoi innumerevoli fans sparsi per il mondo e tanti amanti del genere. Ne abbiamo parlato con lui per sapere qualcosa di più di questo interesssante album…
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Scott Henderson. Parliamo del tuo nuovo cd “People Mover”. Quanto tempo ci hai impiegato prima che vedesse la luce?
Io compongo in continuazione così spero sempre di poter incidere un nuovo cd ogni due, tre anni. Qualche volta ci metto un po’ di più. “People Mover” è solo il passo successivo verso la mia continua crescita di musicista.
Perchè hai scelto di intitolare il tuo nuovo cd “People Mover”?
Non per non dare la sufficiente importanza alla tua domanda, ma queste cose per me hanno ben poca importanza. Per me la chiave non sta nel titolo ma semplicemente riguardo le note e i suoni. Quando finisco di comporre la mia musica la riascolto e cerco di capire se mi fa pensare a qualcosa in particolare, ad un posto, ad una situazione o a qualcos’altro. Le due parole “People Mover” mi fanno pensare ai viaggi ed è da qui che ho avuto l’idea di una navicella spaziale che porta della gente in giro come una specie di tour o di un party. Una specie di crociera ma nello spazio.
Per questo cd hai avuto al tuo fianco Romain Labaye al basso e Archibald Ligonniere alle drums. Ti è piaciuto lavorare in studio con loro due e qual è stato il contributo di questi due musicisti a “People Mover”?
Sono entrambi due musicisti grandiosi e hanno un sacco di esperienza. Loro suonano per amore della musica non per farsi notare come fanno molti musicisti di jazz fusion in questi ultimi anni. I loro strumenti hanno un tono grandioso, cosa che è estremamente importante per me perchè lavoro molto intensamente per ottenere dei buoni toni con la mia chitarra.
Qual è il tuo brano preferito di “People Mover” e perchè?
Non ne ho uno in particolare. Io considero il disco come un insieme ed ogni pezzo ha un posto speciale nel mio cuore per molte ragioni diverse. La mia musica è un mix di differenti stili, rock, funk, blues, jazz, classica. Non c’è un genere che preferisco. Quello che mi interessa è la qualità non lo stile e ci può essere della musica favolosa in tutti gli stili. La mia speranza è di fare sempre il meglio che posso quando interpreto i vari stili e per fortuna ho un’audience dalla mente molto aperta che non comprende puristi.
Qual è stata la reazione del pubblico quando hai suonato dal vivo i nuovi pezzi?
Ma vedi, ogni club è diverso e a volte le reazioni dell’audience a questa o quella canzone o anche all’intero show sono diverse da sera a sera.
Quale diresti sia la differenza fondamentale tra “People Mover” e “Vibe Station”, il tuo scorso cd, e quali le similitudini?
Entrambi i dischi sono un mix di stili differenti ma potrei dire che “People Mover” ha più armonie e cambi di corde rispetto a “Vibe Station” e questo probabilmente perchè stavolta ho composto tenendo in conto dei musicisti che hanno suonato con me. Archie e Romain hanno un vocabolario più jazz rispetto alla sezione ritmica di “Vibe Station”.
E per concludere: la copertina del cd ha un sapore futuristico. E’ una tua idea?
Si’, io e mia figlia abbiamo comprato una chitarra che costava poco e l’abbiamo decorata con delle parti di un modellino di una navicella spaziale. Gli abbiamo fatto una foto e al resto ha pensato un artista del photoshop.