Visioni fantastiche, calate in una realtà assolutamente attuale che parla di differenze e di diffidenze basate esclusivamente su distanze geografiche piuttosto che culturali.
In sintesi, è questo il leit motiv che si intravvede fin dalle prime battute in “La Macchia nel sangue” opera prima di Gabriella Ronza, giovanissima scrittrice autrice della saga fantasy di “Aeterna” che si comporrà complessivamente di ben cinque volumi.
Pubblicato da Betelgeuse Editore, il libro che in questi giorni è presente anche alla fiera “Ricomincio dai libri”, organizzata al Museo Archeologico di Napoli, è dunque il primo dei cinque capitoli di una saga ambientata in un mondo fantastico, denominato “Antico Continente”, in cui, come dichiara la quarta di copertina, vige la legge degli elementi (acqua, aria, terra e fuoco) e quella del più forte. La storia si basa sull’odio razziale tra il Nord e il Sud di questo Antico Continente e richiama realtà a noi ben note sia a livello mondiale che nazionale.
“Il protagonista maschile, che – spiega l’autrice – è anche l’antagonista, sostiene il pregiudizio con tutta la sua volontà e non c’è niente di più pericoloso del verbo volere”.
Il tema del razzismo non è nel racconto però l’unico ad essere analizzato. Nel corso della narrazione si scopre che sull’Antico Continente aleggia una maledizione terribile lanciata da Madre Natura (la divinità di questo mondo), all’inizio dei tempi, per rendere le sue creature meno oziose. Ogni duemila anni appaiono quattro esseri, una coppia per ogni millennio, reincarnazioni di Lux e Malus, rispettivamente Guardiano dell’aldilà per i giusti e Guardiano dell’aldilà per i peccatori.
Questi devono sfidarsi: se a vincere è Malus, l’Antico Continente vivrà mille anni di guerre, se a vincere è Lux, mille anni di pace. La riflessione sulla religione, il misticismo e lo scetticismo sono temi portanti di questa narrazione, ma lo saranno, ancor di più, nei volumi successivi. Anche perché ruolo di primo piano avrà un gruppo segreto, definito “Ordine degli eretici”, che si oppone al disegno di Madre Natura, per loro assolutamente incomprensibile.
“La mia – spiega Gabriella – vuole essere una riflessione su cosa siano il bene e il male. Su cosa siano questi due valori sia per gli esseri umani che per gli esseri divini”. E sullo sfondo, immancabile, il sentimento dell’Amore, con i protagonisti che vivono con questa prospettiva fatta di amore e morte.