Ikkos. L’atleta di Taranto è il romanzo storico scritto da Lorenzo Laporta. L’opera narra della vita, delle gesta e delle passioni di Ikkos, atleta dal valore leggendario, realmente vissuto a Taranto, capitale della Magna Grecia, intorno al 480 a.C. Noi de La Gazzetta dello Spettacolo, abbiamo intervistato Lorenzo Laporta per voi.
Com’è nata la trama di questo libro?
Mi sono ispirato all’Atleta di Taranto, i cui resti sono esposti al MarTa, il Museo Nazionale Archeologico della mia città. Mi sono detto “quest’uomo deve essere stato una leggenda dello sport “. Così, ho iniziato a studiare e poi a scrivere.
Sappiamo dell’esistenza della figura di Ikkos che fu medico, atleta e maestro e visse nel V secolo a. C. e sappiamo anche dell’esistenza di un atleta da record nella Taranto antica, come ha dimostrato la scoperta di questa tomba, nel 1959, con tanto di scheletro, diretta testimonianza di un atleta che ha vissuto e praticato i giochi olimpici dell’antica Grecia. Ho messo insieme le due cose e ne ho tratto un romanzo.
Quali sono state le difficoltà riscontrate nello scrivere un romanzo ambientato nel 490 a.C.?
Ho dovuto rispolverare gli studi classici e consultare spesso un amico archeologo tarantino, Alessandro Ricci, per ricostruire la vita di quei tempi: le strade, il cibo, la politica, le architetture, i giochi, gli usi e i costumi e soprattutto il pensiero greco. Tutto da zero insomma. Ma, anche se si tratta di un romanzo e non di un saggio storico, è chiaro che il contesto doveva essere quanto più verosimile possibile. Da qui un minuzioso lavoro di ricerca.
Non solo il libro. ma sappiamo che ci sono altre idee in cantiere intorno ad Ikkos, ci puoi anticipare qualcosa?
Con la pubblicazione di questo libro, mi sono reso conto che il pubblico si stava immediatamente appassionando a questa figura. E così ho iniziato a credere che Ikkos non doveva essere solo il protagonista del mio romanzo, ma anche un personaggio attorno a cui creare un indotto culturale, economico e turistico, fortemente identificativo della mia città. Ecco allora l’idea di promuovere un brand quale sinonimo di eccellenza e vittoria. Un emblema e, allo stesso tempo, un augurio per Taranto. La mia città è nota alle cronache nazionali per la questione ambientale, ma è molto altro: storia, paesaggio, enogastronomia, cultura. Tutte peculiarità che hanno origini antiche e affondano le loro radici nello splendore magno greco. Ecco, vorrei che tutto questo potesse affiorare e diventare preponderante. È stato già prodotto un vino Primitivo Igp, grazie alla preziosa collaborazione dell’azienda Tenuta Zicari e abbiamo lanciato una linea di abbigliamento griffato Ikkos.
Taranto ti è vicina in questo progetto?
Tanto. Devo dire che i lettori, ma anche i miei concittadini che stanno conoscendo Ikkos attraverso i tanti progetti che stiamo portando avanti sono molto interessati. La gente ha voglia di credere in un futuro alternativo rispetto alla grande industria. Come la mia, ci sono tante altre iniziative: credo che l’unione e le sinergie possano essere vincenti. Per quanto riguarda Ikkos, sto registrando la grande attenzione da parte dell’amministrazione comunale e regionale, ma anche dei principali enti locali e del terzo settore. Questo progetto ha bisogno di tutti e di energie positive, così come accaduto durante la presentazione, a Roma, nella sede del Coni con il presidente Giovanni Malagò. In quell’occasione, la Fidal ci ha invitato ai prossimi Europei di atletica di Berlino come una delle eccellenze italiane e la Regione Puglia ha espresso il desiderio di far tornare in Italia i Giochi del Mediterraneo. In particolare a Taranto, con Ikkos ambasciatore.
Ti sei “innamorato” della figura di Ikkos, perché ha qualcosa in comune con te?
Beh, in un certo senso si. Una chicca su tutte: anche io, da adolescente, ho praticato a livello agonistico l’ atletica leggera. So che cosa significa vincere, ma soprattutto perdere. Ecco perché amo Ikkos, è un eroe vero, genuino, che incarna i valori della sana competizione, dell’impegno e del coraggio.