Scrittore per “Un Posto al Sole“, tra le soap italiane più amate di sempre, incontriamo Dario Carraturo, autore del secondo libro che tocca proprio le vicende dei protagonisti della serie, “Il Sole all’Alba”, realizzato insieme a Paolo Terracciano ed edito da Rai Libri.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Dario Carraturo. Un nuovo libro in attivo, “Il Sole all’Alba”, un secondo capitolo, un nuovo esperimento.. Cosa puoi dirci a riguardo?
Esattamente, si tratta proprio di un secondo esperimento, dopo “Portami con te”. Quel primo libro è capitato in concomitanza con l’uscita di alcuni personaggi molto amati, Vittorio e Patrizio ed anche di un’uscita temporanea di Michele. Un romanzo che non ha vincoli di tempo, budget o spazio. Ci siamo mossi con estrema libertà divertendoci a seguirli attraverso l’Europa.
Quando ci è stato proposto questo nuovo romanzo, invece, abbiamo deciso di ripercorrere le origini di Raffaele e Renato, due personaggi storici, radicati, che sono ancora in onda. Scopriremo, quindi, com’erano prima ancora che il pubblico li conoscesse. Un viaggio ambientato, tra l’altro, tra il ’78 e l’82, divertendoci ad esplorare come vivevano i loro diciotto anni.
Quali consensi hai ricevuto da parte del pubblico per il primo libro, “Portami con te”?
Il primo è andato davvero molto bene! Su Amazon, “Il Sole all’Alba” è, invece, già in alto. Credo che chi ama la soap riesca a trovare in questi romanzi un di più, un modo per poter estendere la visione del personaggio, per loro quasi dei parenti acquisiti.
Dario, sei da tempo parte del reparto scrittura della soap e, a tal proposito, come ha preso vita questo tuo viaggio?
Questo viaggio è cominciato nel 2001 ma prima di allora lavoravo nella pubblicità. Ho inoltrato, come capita a molti, un curriculum, ed ho avuto la fortuna di sostituire una persona che stava andando via, per un periodo di prova. Ormai sono uno story editor ed il bello di questo lavoro è che ti risucchia completamente, cosa di cui forse il pubblico non si rende conto. Scriviamo l’equivalente di un film alla settimana, per tutte le settimane, tutto l’anno, tranne le pause ad agosto. Un lavoro frenetico ma che ti consente anche di creare un legame molto forte con i tuoi partner di scrittura, così come con Terraccino stesso.
C’è tanto di educativo in questo percorso legato ad Un Posto al Sole…
Scriviamo di tutto, sia per esigenza che per necessità. Ogni cosa sentita, di vissuto, può diventare fonte di ispirazione, così come i fenomeni contemporanei che si verificano. L’unica cosa che non siamo riusciti a gestire è stata la pandemia che, per la prima volta, ci ha costretti a casa. Sono così nate, nel nostro piccolo, delle pillole realizzate da casa..
La storia più difficile da realizzare e, se vogliamo, l’abbandono più difficile di questi ultimi anni Dario Carraturo?
Ogni uscita di scena di un personaggio risulta difficile da realizzare. Parliamo della morte più famosa, recente, quella di Susanna (Agnese Lorenzini), da me realizzata. Ci tocca dover scrivere tali storie e porta via con sé un pezzo di cuore, qualcosa di fisiologico, ad ogni modo, perché qualcuno, di tanto in tanto, deve uscire. È necessario per mantenere vivo il prodotto! All’epoca non c’ero ma fu molto complicata anche la morte della prima moglie di Raffaele. Sono a conoscenza del fatto che il distacco creò non poca sofferenza.