Da oggi La Gazzetta dello Spettacolo dà il via ad una nuova rubrica, “L’esperto risponde”, attraverso la quale professionisti di vari settori metteranno a disposizione dei lettori la loro competenza e preziosi consigli di cui fare tesoro.
Il primo ospite a cui va il nostro personale grazie è il Dottor Luigi De Luca Bossa, attento e scrupoloso medico veterinario specializzato in recupero e riabilitazione della fauna selvatica, ma il suo amore infinito per gli animali lo rende coscienzioso e meticoloso nei confronti di tutti gli animali senza distinzione alcuna.
Dottor De Luca Bossa, la prima domanda nasce in maniera spontanea: quando si è reso conto di avere questa bellissima attitudine nel voler aiutare gli animali?
Riflettendoci bene se ne è resa conto mia madre, quando ho incominciato sin da piccolo a portare un po’ di tutto in casa, a partire dagli insetti e trasformando la casa in una sorta di arca di Noè. Raccoglievo veramente qualsiasi essere animato che mi passava davanti. Ero molto incuriosito e di conseguenza lo prendevo, lo mettevo in uno scatolino, lo portavo a casa e lo studiavo, dandogli tutte le cure necessarie, quelle che un bambino può concepire.
Man mano gli animali sono diventati sempre più grandi, fino, poi, ad avere il desiderio di perseguire gli obiettivi professionali e quindi diventare veterinario. Ovviamente alla passione degli animali si è sommata la passione per la medicina. A volte le due cose non coincidono e per diventare veterinario non basta l’amore per gli animali, bisogna anche avere un grande amore per la medicina: alla base ci deve essere per forza l’unione delle due.
Cani e gatti sono gli animali da compagnia più richiesti, dalla sua esperienza e dai suoi studi consiglierebbe un’alimentazione più del tipo industriale o naturale?
Io credo che più che fare la differenza fra alimentazione industriale e alimentazione, diciamo, casalinga e quindi naturale, bisogna dividere gli alimenti fra quelli di qualità e quelli di minor qualità. Anche l’alimento industriale, tipo il croccantino tanto per intenderci, può essere una soluzione molto comoda, anche perché sono alimenti concepiti con dei criteri di equilibrio fra i vari nutrienti e si confanno a quelle che sono le esigenze per età, per specie. Se compriamo dei croccantini, del cibo industriale di buona qualità, è da preferire rispetto ad un’alimentazione casalinga che potrebbe essere costituita da scarti o cibi grassi.
In alcuni contesti, talvolta, si somministrano degli alimenti senza controllarne nemmeno lo stato: la parola d’ordine, che vale anche per la nostra alimentazione, è quella di dare alimenti di qualità ai nostri amici, che sia il criceto o che sia un cane di 60 kg. Quindi, qualità in assoluto, se sia un alimento industriale o casalingo/naturale passa poi in secondo piano.
Sempre secondo il suo punto di vista medico, cosa pensa dell’”abitudine” di alcuni proprietari di cani e gatti che tendono ad umanizzare il proprio animale?
Il rapporto che noi stabiliamo con il nostro animale domestico è un rapporto di tipo affettivo, ogni specie ha delle sue esigenze che assicurano di conseguenza il benessere dello stesso. Spesso, però, capita che le esigenze degli animali non corrispondono alle nostre aspettative: tanto per fare un esempio, molte persone hanno l’abitudine di tenere in braccio i cuccioli “a pancina in su” come se fosse un bambino, e ciò non giova all’animale in quanto la posizione mette in crisi una colonna vertebrale che non è fatta per stare in quella posizione, ma per assumerne una di tipo quadrupedale.
E’ importante mantenere quello che è il nostro rapporto affettivo e quindi divertirci, ma con misura e buon senso, per cui sarà divertente fare una torta di compleanno, mettere un cappellino… ma il tutto con spirito moderatamente goliardico in quanto è indispensabile tener presente che gli animali hanno le loro esigenze, e quindi piuttosto che dire “Il mio cane si diverte a stare sul divano con me a guardare la tv”, magari sarebbe il caso di preferire una bella passeggiata all’aria aperta.
Molto spesso possessori di animali si affidano ad Internet per informarsi su eventuali cure da destinare al proprio animale, come si pone davanti a questa scelta?
In maniera molto negativa, non solo per quanto riguarda la professione veterinaria ma in generale, anche per ciò che concerne l’approccio con i problemi quotidiani che richiedono l’intervento di un professionista: se io vedo un incendio, non vado su Internet a cercare “come spegnere incendi”, piuttosto chiamo i pompieri. Se assisto ad un reato davanti ai miei occhi, è chiaro che non vado ad informarmi su cosa possa dire il codice di procedura penale, chiamo direttamente chi di competenza.
Lo stesso deve valere per un animale. Quando un animale non sta bene, o anche quando noi non ci sentiamo in perfetta forma, dobbiamo rivolgerci sempre ad un medico.
Passata l’estate, si avvicina l’inverno e con esso il periodo delle festività natalizie. Potrebbe esporre ai lettori il rischio che corrono i nostri amici animali durante la temuta notte del Capodanno?
Il rischio è altissimo per quanto riguarda principalmente il “bombardamento” sonoro ed anche visivo a cui sono sottoposti gli animali, una vera e propria giornata di guerra per loro che non controllano il calendario, e che quindi sono colpiti di sorpresa. Un periodo lungo, in particolare da noi nel Meridione, dove si spara anche per due/tre settimane.
Il pensiero deve essere soprattutto concentrato e focalizzato non solo sugli animali domestici che vivono tra le nostre mura e quindi un po’ più tutelati, essendo in compagnia del proprietario ed in condizioni più favorevoli per il benessere, stando in una sorta di “tana”. Al contrario bisognerebbe riflettere sugli effetti che questo bombardamento ha sugli animali randagi, che sono liberi e soli in strada e che tentano la fuga in tutte le direzioni… anche gli animali selvatici, i volatili, sono in preda al panico e c’è un riscontro oggettivo che riguarda gli animali ricoverati presso il CRAS Federico II che ha sede presso il Frullone, l’Ospedale Veterinario dell’Asl, infatti nel periodo successivo e nel corso delle festività di Capodanno e di Natale, c’è un aumento di ricoveri per animali selvatici traumatizzati, proprio perché lo stato di confusione che viene generato da queste esplosioni provoca un picco di quelli che sono i traumi.
Concludo ringraziandola del tempo concesso e della sua disponibilità, e le chiedo un consiglio da dare a coloro che hanno intenzione di adottare un animale. Ma soprattutto, quale errore non si dovrebbe mai commettere?
Adottare un animale è un impegno grandissimo, può sembrare una cosa un po’ banale perché viene detta e ridetta tante volte in diverse lingue, ma è un impegno molto importante, e bisogna tener presente che l’animale resterà con noi in media una decina di anni a seconda della specie.
Per far sì che l’animale stia bene, e che sia di conseguenza una convivenza piacevole per entrambi, bisogna tener conto che l’animale avrà bisogno di svolgere quelle che sono tutte le attività connesse a quello che è il suo etogramma, le varie esigenze di specie: un cane non lo si può chiudere in casa perché non si ha il tempo di fare una passeggiata, o portarlo sistematicamente in pensione perché non ci si riesce ad organizzare per portarlo in vacanza con sé… stesso vale per gli altri animali che ci impegniamo a tenere con noi per trascorrere un certo numero di anni.
Un’Adozione, che è una cosa più bella di un acquisto, ma in generale quando si fa questo tipo di scelta bisogna essere consapevoli delle esigenze dell’animale che si sceglie di avere con sé.
La parola d’ordine è informarsi prima di fare delle scelte incaute, questo riguarda soprattutto l’acquisizione di specie esotiche, di animali non convenzionali che molto spesso sono abbandonati a sé stessi… un esempio è dato dalla tipica tartarughina palustre americana che tutti abbiamo avuto nelle nostre case perché veniva venduta ovunque, e nel corso degli anni è stata abbandonata nei laghetti, nelle fontane anche cittadine, provocando un “disastro” a livello ambientale perché ne sono scaturite delle conseguenze a livello conservazionistico delle specie autoctone italiane, provocando dei danni anche irreparabili.
Il nostro personale grazie va al Dottor Luigi De Luca Bossa per L’esperto risponde, che con passione e competenza si è reso disponibile nel voler condividere consigli ed informazioni utili per la tutela dei nostri amici animali, le cui tematiche stanno molto a cuore al nostro magazine che due volte l’anno, come è noto fra i nostri lettori, si fa portavoce della campagna di sensibilizzazione “Vip & Bau”.