A distanza di un anno circa dall’ultima intervista sulle nostre pagine, torniamo ad incontrare Simone Di Matteo. Attualmente nel panorama dello showbiz nostrano si sta facendo conoscere come L’Irriverente, un personaggio da lui ideato per assumere la figura dell’opinionista piú conosciuto e temuto del web. Con questo suo personale pseudonimo cura, da tre anni, in omonima rubrica satirica su diverse testate giornalistiche, che grazie alla quale è riuscito a consacrarsi come il “Giustiziere dei Vip” e negli ultimi tempi si è scagliato contro la quinta edizione di Grande Fratello Vip guidata da Alfonso Signorini. Ma ora lasciamo che sia lui a raccontarci alcune curiosità sull’atipicità del suo personaggio.
Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo a Simone Di Matteo. Di recente hai dato vita ad un’interessante iniziativa con il tuo “ChristmasQuizContest”. Di cosa si tratta?
Innanzitutto, il #ChristmasQuizContest prende le sembianze di un concorso “social” a premi, dal momento che si svolge all’interno delle mie Instagram stories, incentrato su alcune delle figure femminili più popolari degli ultimi tempi e che vede in palio libri scelti appositamente da me dal catalogo della mia casa editrice. Viste le festività natalizie ormai prossime, che quest’anno saranno indubbiamente diverse da ciò a cui siamo abituati, pensavo a qualcosa che fosse in grado di richiamare la magia del Natale e al tempo stesso assottigliare quelle distanze che ci separano. Per farla breve, un’alternativa che permettesse di tenersi compagnia in modo ingegnoso e stimolante, e perché no, uno stratagemma per tentare di avvicinare quante più persone possibili a una pratica che negli ultimi anni sta malauguratamente scomparendo, la lettura.
Ti sei sempre schierato dalla parte delle donne…
Sono sempre dalla parte delle donne, e più in generale, sono per la giustizia. Trovo davvero ingiusto che le donne vengano incessantemente, e per giunta erroneamente, identificate con quel genere debole alla costante ricerca di protezione e che debbano riscoprirsi spesso e di certo non volentieri vittime di quell’odio scellerato che purtroppo caratterizza il nostro malaugurato XXI secolo. Abbiamo da poco celebrato la Giornata Internazionale Contro la Violenza Sulle Donne, sebbene a mio avviso queste, al pari di tutte quelle categorie o minoranze che incontrano non poche difficoltà al giorno d’oggi, la comunità LGBT per esempio, andrebbero tutelate sempre e comunque. Il 25 novembre dovrebbe essere una costante nella nostra quotidianità, non soltanto un giorno di circostanza, ma evidentemente siamo talmente abituati a sentir parlare di violenza che abbiamo finito per perdere persino quell’ultima briciola di umanità che ci era rimasta!
Per quanto tu sia un affezionato telespettatore del Grande Fratello Vip di Alfonso Signorini più volte hai sottolineato che la quinta edizione ti ha deluso. Quali sono le motivazioni che ti portano ad attacchi frequenti a questo reality?
In qualità di opinionista da casa, il più delle volte mi ritrovo ad assistere ad un’infinità di spettacoli o trasmissioni televisive che all’inizio sembrano valer la pena, ma poi finiscono per farla. E mi dispiace doverlo ammettere, ma la quinta edizione del Grande Fratello Vip non è da meno. Teatrini studiati a tavolino, dinamiche alquanto soporifere, personaggi reclutati esclusivamente per cercare di ovviare alla noia che governa la casa più spiata d’Italia, le infelici esternazioni di Mario Balotelli, le squallide frasi sessiste di Francesco Oppini, la misoginia e la pochezza di Pupo. Principalmente sono queste le motivazioni che mi hanno portato a scagliarmi contro il padre di tutti i reality. Il pubblico, che è pur sempre sovrano, reclama genuinità, una qualità piuttosto rara ultimamente!
C’è qualche membro del cast del GfVip che difenderesti?
In tutta onestà, quasi nessuno. Gli unici nei confronti dei quali mi sento di poter spezzare una lancia in favore sono Elisabetta Gregoraci che, nonostante abbia giocato fin troppo con il suo promesso “amico speciale” Pierpaolo Petrelli, a mio non modesto avviso ha ricevuto critiche a dir poco insensate, chissà, forse per invidia, o magari perché temuta dagli altri concorrenti del reality. Guenda Goria e Patrizia De Blanck che, a differenza di tanti altri, erano capaci di poter trasmettere realmente qualcosa. Maria Teresa Ruta e Stefania Orlando che, infischiandosene delle telecamere e dei pregiudizi, nella loro più totale “follia” hanno dato prova della loro sincerità. E infine, per quanto io lo ritenga discutibile sotto tantissimi punti di vista, Tommaso Zorzi perché si è dimostrato essere il solo, fino ad ora, in grado di creare delle dinamiche interessanti tra quelle quattro mura!
Molto spesso hai parlato degli Influencer come persone senza arte. Da cosa nasce tale considerazione?
Nasce dal fatto che la nostra contemporaneità si è trasformata in una malsana realtà. Ormai, si sa, è sufficiente riempirsi la bocca con la qualunque per essere ritenuti degni di attenzione, o peggio, dei talentuosi personaggi meritevoli di successo pur non possedendo nessuna qualità per poterselo permettere. Ci si improvvisa fenomeni, pur non avendo alcunché di straordinariamente fenomenale da poter esibire, oppure ci si fa chiamare “influencer” come se una semplice e vuota dicitura ci rendesse in grado di poter insegnare qualcosa a qualcuno. O ancora, per sbarcare il lunario si intraprende la via della popolarità a colpi di indecorosi scandali e grotteschi gossip, il che lascia alquanto a desiderare. Se dipendesse da me, eviterei di continuare a dar lustro a chi non ne è all’altezza, peccato solo, però, che la meritocrazia abbia perso completamente il suo valore!
Da qui nasce la tua nuova identità di “Giustiziere dei Vip” a causa di molte dichiarazioni choc nei confronti di tanti personaggi del panorama dello showbiz nazionale. Come ti ritrovi in tale veste?
Beh, che dire, mi calza a pennello. L’irriverente rappresenta la parte migliore di me, quella che riesce dove io fallisco e non ha peli sulla lingua quando si tratta di esprimere un pensiero o una semplice opinione. Dico la mia, che solitamente corrisponde a tutto ciò che altri non avrebbero mai il coraggio di ammettere o rivelare, non curandomi di quel che pensa la gente. Vado per la mia strada, anche a costo di risultare impopolare, e forse è proprio per questo che ne vado ancora più fiero. Preferisco restare fedele a me stesso, piuttosto che ingraziarmi subdolamente il pubblico che, come sempre, si divide tra chi ti sostiene, chi ti viene contro, e chi rimane del tutto indifferente. Per fortuna, trovo quotidianamente e con piacere il sostegno di molti, che mi incoraggiano e si complimentano con me. In fondo, che piaccia o meno la propria personalità resta il miglior biglietto da visita che si possa presentare!
Dopo questa triste fase dell’emergenza epidemica da Covid-19 ci sono progetti futuri che hai nel cassetto?
Sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli e dunque non sto mai con le mani in mano. Di sogni nel cassetto ne ho tanti, che posso farci, sono un’inguaribile sognatore. Al momento sono alle prese con svariati progetti, dei quali, però, non posso ancora svelarvi nulla. Posso solamente dirvi che uno di questi è profondamente legato alla mia raccolta antologica di racconti “L’amore dietro ogni cosa” (Edizioni DrawUp). Perciò restate sintonizzati, perché ne sentirete delle belle, letteralmente parlando!
Cosa ti auguri per il 2021?
Mi auguro solo che il 2021 sia per tutti noi migliore sotto ogni punto di vista, in fondo questo 2020, più che un anno, è stata una prova di resistenza!