Intervistiamo oggi Simone Di Matteo brillante personaggio dello show business, classe 1984, curatore della DiamonD EditricE, è tra i più giovani editori del panorama nostrano. I suoi testi sono presenti in diverse antologie e molti dei suoi libri sono distribuiti all’interno dei circuiti scolastici italiani.
È noto al grande pubblico non solo esclusivamente per la sua variegata produzione letteraria, ma anche per la sua partecipazione al fianco di Tina Cipollari nella V edizione del reality on the road di Rai2 Pechino Express nel 2016, con cui formava l’inimitabile duo de #GliSpostati. Da circa due anni lo conosciamo, inoltre, come L’Irriverente, personaggio da lui ideato e suo personale pseudonimo, attraverso il quale commenta il mondo della televisione, dei social network e i personaggi che lo popolano, senza alcun timore, con quel pizzico di spietatezza che non guasta mai. Attualmente è in libreria con “La vita è una questione di verità” (DiamonD EditricE, 2019), scritto a quattro mani con la showgirl Maria Monsè.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Simone Di Matteo. Come nasce il tuo testo?
Si, è esattamente così. Il testo nasce come un inno alla verità e un invito ad essere se stessi, in ogni situazione piacevole o sgradevole che ci possa essere. Tempo fa Maria mi chiese di affiancarla nella stesura di questo volume ed io accettai di buon grado. Spesso si preferisce ignorarla la verità, forse perché riteniamo si tratti della strada più difficile da percorrere per non soffrire. Spogliarsi di qualunque filtro e imprimere nero su bianco le proprie emozioni può risultare scomodo, per chiunque, specialmente per chi, come molti di noi, fa parte di una realtà in cui l’apparenza regna sovrana. Nonostante tutto, è sempre bello riscoprire spiragli di luce in un ambiente, quello dello show-biz, ormai stracolmo di menzogne, finti gossip, sterili polemiche e teatrini costruiti ad arte. E così, sulla base di queste premesse, Maria si è abbandonata ad un fiume caotico di ricordi mentre io ho messo in ordine i suoi pensieri.
C’è una grave carenza di semplicità e originalità, basterebbe osservare attentamente quell’infinità di prezzemolini televisivi che si spostano da uno salotto ad un altro tentando disperatamente di far comprendere al pubblico di poter risultare utili a qualcosa. L’unica loro qualità è quella di riuscire a rappresentare alla perfezione cosa non dover mai essere o diventare! Quotidianamente si incontrano sempre più maschere e meno volti, come se la maggior parte, per non dire tutti, preferisse nascondersi anziché esporsi concretamente e mostrarsi per come è realmente. Non so se sia per timore o magari perché non si è in grado di poter fare altrimenti, ma così è se vi pare.
I programmi televisivi che preferisci?
Di una vasta cernita sinceramente. Sin quando ero bambino, sono sempre stato un affezionato telespettatore. Seguo un po’ tutti i programmi ma ci sparo anche sopra con quel pizzico di ironia e spietatezza che non guastano mai. Ciò che non finisce mai di stupirmi è come si sia disposti a far di tutto pur di apparire. Un tempo, i personaggi brillavano per le qualità artistiche che possedevano, oggi è sufficiente dare la peggior rappresentazione di se stessi per poter essere ammessi in tv. Comunque sia, la televisione non ha assolutamente bisogno di questo, ma di persone che siano vere, sincere, leali, anche a costo di risultare impopolari. Di banalità se ne vede fin troppa in giro!!!
Parliamo dell’irriverente…
Innanzitutto, L’Irriverente è parte di me ed io sono parte di lui. È il mio alter ego e con questo pseudonimo curo da circa due anni un’omonima rubrica satirica su diverse testate giornalistiche accreditate, all’interno delle quali settimanalmente mi esprimo su tutto ciò che la tv ha da offrire, quel patinato universo fatto di luci e lustrini e i suoi retroscena, senza trascurare i social network, le mode e le manie di questo sconclusionato XXI secolo e la realtà che ci circonda. Tuttavia, visto l’andazzo credo sia rimasto davvero poco di cui poter parlare. Non ho mai avuto bisogno di svestirmi dei miei panni per indossare quelli di qualcun altro, la mia non è una maschera, io non ci faccio, sono proprio così!
I tempi cambiano e non nel migliore dei modi. Orami basta poco per essere ritenuti qualcuno, è sufficiente parlare tantissimo benché non si abbia nulla da dire, ed è esattamente questo ciò di cui si nutrono le cosiddette star delle piattaforme virtuali. Rivolgendosi il più delle volte ad un pubblico che neanche possiedono, si improvvisano esperti di tendenze, opinionisti inqualificabili, make-up disasters, attori che non conoscono minimamente cosa significhi recitare, urlatrici circensi e scrittori illetterati che non riescono nemmeno a mettere due parole in fila. Prima hanno intasato spasmodicamente il web, poi sono arrivati a rivestire un ruolo in televisione e per finire ce li ritroviamo addirittura, come se potessero permetterselo, sugli scaffali delle librerie!
I tuoi consigli a chi vuole intraprendere questa carriera…
Una strategia più fallimentare non ricordo di averla mai vista. Gente che ha come uniche ragioni di vita vuoto social, selfie e markette rappresenta ciò che di più lontano possa esistere dal meraviglioso mondo della scrittura e della letteratura. La sola cosa che sento di poter fare è suggerire ai quei sedicenti neo-scrittori di sconsigliare i propri libri e astenersi dal pubblicarne di nuovi. Ogni tanto si farebbe bene a spegnerla la tv, chiudere i social media e magari aprire un buon testo, degno di poter essere ritenuto tale.
Che ci dobbiamo aspettare di nuovo da Simone Di Matteo?
È un periodo particolarmente produttivo, sono alle prese con la stesura di diversi libri. Il primo si intitolerà “Business”, scritto a quattro mani insieme a Tina Cipollari, e sarà il terzo e ultimo capitolo della nostra dissacrante, ma allo stesso tempo divertente e bizzarra, trilogia sulla tv. Il secondo, invece, consisterà in una mia personale raccolta di poesia ermetica.
Contemporaneamente, mi sto occupando del VI concorso letterario a livello nazionale della DiamonD EditricE “Odi et Amo”, incentrato sulla scrittura teatrale e al quale seguirà una raccolta antologica dedicata a cura di Guido Del Vento. Un’iniziativa, questa, legata allo spettacolo teatrale tratto dal mio omonimo libro “L’amore dietro ogni cosa”, nuovamente in scena dal 19 al 24 novembre a Roma, e che offrirà l’opportunità agli autori emergenti (o aspiranti tali) di affiancare i grandi nomi del panorama italiano. Dunque affilate tutti le penne e buon lavoro!!!