La pittrice Giusella Brenno espone presso Arte Paolo Maffei, via Riello, 5 a Padova dal 1 al 28 febbraio 2014. Una analisi del lavoro di Giusella Brenno, necessaria per arrivare ad una definizione del suo particolare contributo alla cultura figurativa, e non solo, può contare su una serie di testimonianze, e supportata dai molti riconoscimenti avuti negli anni, praticamente fin dall’inizio della sua attività artistica.
Il suo modo di dipingere corrisponde soprattutto a un processo di interiorizzazione della realtà nella memoria per appropriarsene nel modo più completo e per crearsi la possibilità di tornare più e più volte -ora con piacere, ora con meraviglia, ora con nostalgia- a esplorare, interrogare, raffinare il proprio vissuto. La sua pittura, in questo senso, è il suo modo di registrare, di conservare, le cose, gli altri, la propria storia, le proprie nostalgie, di contemplare i ricordi e le assenze, le perdite e le scoperte, di mantenere un rapporto vivo con la vicenda personale e con quella collettiva.
Per capire l’arte di Brenno è importante non indugiare sulle prime apparenze, sulla superficie dei quadri, sulla semplice rappresentazione: da una parte bisogna lasciarsi anche assorbire dallo spazio narrativo, entrare nella scena, e a poco a poco, partecipare del clima magico e favolistico del racconto; dall’altra parte occorre che il nostro sguardo assorba il quadro e lo spazio scenico portandoli dentro di noi, assimilandoli lentamente, fino a farli coincidere con il nostro spazio di risonanza, di reminiscenza, e facendoli così interagire col nostro immaginario poetico, intenerendo e riplasmando la nostra sensibilità.
La pittura di Giusella Brenno è un dono, fatto d’infanzia e di magia, con luci ed ombre che ci avvolgono e ci fanno sognare. Sono quadri davanti ai quali sentiamo il bisogno di rimanere, presi dalla bellezza ottenuta dalla conoscenza e dalle esperienze di vita.