Iginio Massari è il pasticcere dei pasticceri, nonché acclamato presidente Apei. Abbiamo il piacere di incontrarlo, di parlare della sua professione, dei suoi figli, di tutto ciò che ama.
Reduce dal carpet di Venezia79, a cui ha preso parte, raccogliamo le sue sensazioni ed emozioni anche in previsione del suo recente compleanno. Un uomo serio, deciso, pieno di dolci idee e legatissimo al suo pubblico.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Iginio Massari. Come sta?
Sto molto bene, grazie!
Quest’anno ha compiuto ottant’anni. Che bilancio ne fa di questo importante percorso di vita e del conseguente successo ottenuto grazie alla sua passione e dedizione per questo bellissimo mestiere ?
La vita è spesso fatta di bilanci e progetti da seguire. Sinceramente, mi viene difficile poterle dare una risposta certa. Ho sempre svolto il mio lavoro confrontandomi con migliaia di persone perché, alla fine, se pensi di essere una cima, senza consenso alcuno, sei davvero vicino alla follia. Svolgo il mio lavoro da ben sessantasei anni e, non a caso, parlo di lavoro e non di passione. La passione si esaurisce subito, un lavoro, svolto con tale amore, no. Un lavoro che mi ha sempre regalato tante soddisfazioni.
Al suo fianco, oggi, vi sono anche i suoi figli, come lei appassionati del mondo dolciario. Quanta emozione c’è nel poter condividere con loro tale mestiere?
Anche loro, come me, vivono di grandi obiettivi, di puro amore per questo mestiere. Ho sempre cercato di affrontare il lavoro in un modo pulito, come se fosse un vero e proprio regalo dal cielo. Non ho mai preteso la luna perché so bene di non poterla ottenere, ma devo dire che ho imparato più dagli errori che dai successi. Le vittorie le ricordi sempre, gli errori ti restano addosso, invece.
Presidente Apei, tra i più importanti pasticceri al mondo. Quali sensazioni le ha regalato l’essere insignito di tale riconoscimento e come è stato possibile sviluppare e rendere concreti i progetti di Apei?
I progetti di Apei sono stati interamente realizzati da me. Il mondo dell’alimentazione si confronta sempre con la Francia, da cui sono appena rientrato. La cucina, un tempo, era molto conosciuta attraverso re, regine ed interi imperi e dai sudditi che vi erano attorno. Sono stati loro a creare l’evoluzione del genere, in cui veniva realizzato ogni tipo di cibo. Ho pensato che sarebbe stato di grande utilità unire tutte le conoscenze possibili. Così è stato. Ci siamo affidati ad una grande azienda di comunicazione, legata a persone davvero preparate, e, insieme a loro, ci stiamo incamminando verso un percorso nuovo. Serve un modo di comunicare sano, intelligente, per fornire alla gente le giuste informazioni per capire chi siamo, cosa siamo.
Sappiamo che recentemente ha preso parte al festival Starlight Cinema International Award, realizzato a Venezia. Che esperienza è stata per lei?
Mi ha emozionato poter prendere parte a questo grande festival, così come la possibilità di calcare il carpet. Tanti i colleghi presenti, così come l’affetto del pubblico. Sono stato attorniati da grandi attori, da celebrità che nemmeno ho avuto modo di riconoscere del tutto. Non sono un appassionato dell’ambito dello spettacolo, dunque fatico a capire chi ho intorno, in tali situazioni, differentemente da mia moglie. Io, a differenza sua, preferisco scrivere, esprimendomi in tal modo. Mi piace, inoltre, realizzare scritture per i bambini. Una debolezza grande, per me.
E’ stato definito il “Maestro dei Maestri” ed anche “Il signore del panettone”, negli ultimi anni. L’estate è ormai terminata e si potrebbe quasi dire che siamo vicini a Natale. Può anticiparci qualche buona novità da pregustare?
Quest’anno usciremo con un prodotto al cioccolato totalmente nuovo. Si parla anche di pistacchio. Difatti sono di ritorno da una degustazione davvero favolosa. Inoltre abbiamo realizzato anche un panettone senza lattosio, con un suo aroma davvero tradizionale. Ogni anno realizziamo qualcosa di nuovo, ricerchiamo il meglio, apportando anche i dovuti interventi per migliorarci, per andare avanti con la voglia di sempre.
Da campana, posso chiederle quale dolce realizzerebbe ispirandosi a questo specifico territorio?
Più di uno, sicuramente. Sono innamorato della sfogliatella napoletana. Proprio nei giorni scorsi sono stato presidente di giuria per la sfogliatella Santa Rosa. Amo, inoltre, la coda di aragosta. Penso sia un prodotto favoloso. Adoro tanto anche la pastiera napoletana, un dolce fantastico. Non le parlerò del babà perché non è affatto un dolce napoletano.
Il dolce che Iginio Massari non ha ancora realizzato?
La millefoglie alla crema bavarese che realizzava mia madre. I dolci dei sentimento sono inimitabili e quindi, a mio modo, sono sempre in competizione con lei, scomparsa tempo fa. Un dolce che non sono mai riuscito a ricreare a dovere e che resterà per sempre nei miei ricordi.
Chi è Iginio Massari nella vita di tutti i giorni, quando non è impegnato nell’elaborare nuove sensazioni da gustare?
Sono una persona come tutte le altre. Ho degli obblighi verso i miei sostenitori quindi quando vogliono foto o autografi mi concedo tranquillamente, ovunque io sia. Di tanto in tanto capita che le guardie del corpo li tengano lontani ma questo a me non piace. Non ho bisogno di alcuna guardia del corpo. Sono dalla parte di chi mi sostiene.
Cosa non è ancora riuscito a realizzare in questa viaggio chiamato vita?
Avevo un sogno, all’età di trentacinque anni. Avrei voluto prendere lezioni di canto lirico ma, ormai, resterà un sogno per la vita.
Un’ultima domanda a Gianluca Antonelli, direttore creativo Capital Innova, a cui abbiamo chiesto cosa si prova a collaborare con un team di professionisti Apei e quali sinergie accomunano il tutto..
Professionalità e creatività sono i valori che ci accomunano, da sempre. La sinergia con Apei ci permette, come agenzia, di creare contenuti di valore a ogni livello e in ogni ambito. Sia a livello di immagine, con la cura di tutto ciò che riguarda la presenza digital, sia a livello di eventi, come nel caso della premiazione di Starlight a Venezia dove gli Ambasciatori si sono potuti presentare e raccontare a un nuovo pubblico, come il target cinematografico.