Eleonora Puglia
Eleonora Puglia

Eleonora Puglia: vivo un periodo carico di emozioni

Oggi facciamo un “a tu per tu” con l’attrice, sceneggiatrice e regista, Eleonora Puglia. Presto, all’interno di un festival presente proprio nel periodo legato alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, avremo modo di visionare il corto a cui ha preso parte e come attrice protagonista e come sceneggiatrice, “Il Cane Mente”.

Una ragazza solare, sicura di ciò che vuole ottenere dalla vita, la Puglia. Vi lasciamo alle sue parole, a questa intervista.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Eleonora Puglia. Come stai?

Grazie per questa intervista. Il mio vissuto, in questo preciso momento, è carico di fermento. Ho iniziato da poco a lavorare per una produzione su Roma, scoprendo un mondo, quello dell’apparato produttivo, che mi sta dando grandi soddisfazioni e, in più, ho firmato per la mia opera prima in veste di regista e sceneggiatrice. Si tratta di un periodo carico di emozioni. Senza contare, tra l’altro, la selezione del cortometraggio, “Il Cane Mente”, diretto da Virginia Russo, nel quale rivesto il ruolo della protagonista femminile e della sceneggiatrice, congiuntamente alla regista, presso la Rassegna Corti in Laguna, al Festival del Cinema di Venezia.

Parlaci di come ha preso vita questa tua passione per lo spettacolo, per la recitazione?

Ho sempre avuto uno spiccato senso artistico, fin da bambina. Ho sempre amato dipingere, ascoltare musica, fino ad intraprendere lo studio della danza classica e contemporanea. Durante questi anni di formazione, capivo sempre più che, al di là del lato agonistico e da atleta, quello che spiccava di più nella mia danza era l’interpretazione emotiva. Iniziai, così, a capire che la mia vera passione era la recitazione. A diciannove anni, dunque, mi sono trasferita Roma, dove ho iniziato a lavorare quasi subito, prima in teatro e poi per il cinema e la fiction. Ho avuto la fortuna di lavorare con nomi altisonanti, come: Michael Madsen ed Eric Roberts. Ad oggi credo che il mio percorso abbia subito un’ulteriore virata. Mi piacerebbe consolidare la mia carriera in ambito produttivo e registico.

“Il Cane Mente”, realizzato da Eleonora Puglia insieme a Virginia Russo, che ti vede anche far parte del cast. Cosa puoi anticiparci a riguardo?

Il Cane Mente - Manifesto
Il Cane Mente – Manifesto

“Il Cane Mente”, è un cortometraggio dai forti tratti sociali. Il personaggio che interpreto, Maria, è una ragazza che rimasta cieca, che vive in una profonda solitudine. Quando un ladro entra in casa della giovane donna, comprende immediatamente di non essere sola. Usa la sua intelligenza e i suoi sensi per reagire a tale situazione. Il finale è inaspettato. Un cortometraggio dai forti caratteri noir, come la locandina stessa rimanda, che la regista, Virginia Russo, ha saputo rendere molto accattivante, sia attraverso uno stile di regia fatto di grande classe, che attraverso tutti i dettagli che sono stati curati al massimo. Un film breve che è adatto a tutti e che può far riflettere.

Un tema importante, quello legato alla cecità. Da cosa è scaturito tutto ciò?

Tra Virginia e me c’è una profonda amicizia e stima che ci ha spinto a realizzare qualcosa di bello ed artistico insieme. Così, discorrendo sulle varie tematiche che avremmo potuto affrontare, la cecità è risultata essere la più interessante, in quanto il cinema è immagine e riuscire a rappresentare una forma di invalidità dove l’immagine non rientra assolutamente nella vita della protagonista, è stata una grande sfida, soprattutto per riuscire a renderla credibile. È importante, inoltre, dare voce e raccontare storie di persone affette da invalidità, perché ancora non se ne parla abbastanza.

Tra i ruoli che hai avuto modo di impersonare, quale ti è rimasto nel cuore e cosa, invece, non hai ancora avuto modo di portare in scena?

Ci sono stati tanti ruoli che ho amato interpretare. Sicuramente, uno dei più interessanti è stato quello di Susan, nel cortometraggio Redemption, selezionato a Venezia lo scorso anno, dove ho potuto dare spazio al canto, nel clima unico e particolare del genere Western. Ad oggi, avrei il desiderio di interpretare un personaggio femminile forte, spietato e fuori dagli schemi, magari in un film in costume, perché no. 

Il lockdown, inaspettato nelle nostre vite, ha reso un fermo, per un determinato periodo. Quali consapevolezze ha apportato al vissuto di Eleonora Puglia?

Si è trattato di un periodo nel quale ho cercato di dare spazio alla mia creatività, utilizzandolo per scrivere, studiare e formarmi. Insomma, non mi sono lasciata fagocitare da questo periodo oscuro, anzi, l’ho sfruttato al massimo. Sicuramente mi ha fatto comprendere quanto diamo per scontate troppe cose, tra le quali la nostra Libertà, che è invece essenziale. Mi ha insegnato ad apprezzare tante piccole cose alle quali prima non davo importanza.

Chi è Eleonora Puglia nella vita di tutti i giorni?

Eleonora è una persona determinata, stacanovista e che in questa fase della sua vita vive per il lavoro. È, ad oggi, una donna risolta, a cui la vita non ha sicuramente regalato nulla. Una persona molto orgogliosa di ciò che è diventata, che ama la propria libertà, i propri affetti e che è molto selettiva con le persone che entrano a far parte della sua vita.

Cosa ti auguri di poter realizzare in futuro e quali progetti bollono in pentola?

Ad oggi, il progetto sul quale sto lavorando, è la mia opera prima che firmo sia come regista che come sceneggiatrice. S’intitolerà “Il Sistema” e sarà un film scandalo che entrerà a pié pari nella polemica inerente le cosiddette “molestie” all’interno del mondo dello spettacolo, aprendo un interrogativo su quanto una persona sia disponibile a vendersi per il successo, facendo vacillare la convinzione di chi sia davvero il carnefice in questo gioco di potere. Verrà prodotto da Claudio Bucci, con il quale stiamo lavorando incessantemente. Vorrei spendere due parole, in quanto ho avuto la grande fortuna di incontrare un professionista che realizza davvero cinema in Italia, che crede nei giovani e che ha creduto in me da subito, non potrò mai essere più grata per questa grandissima opportunità.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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