Non si ferma mai la frenetica attività dei veterinari, zoologi e dei keeper dello Zoo di Napoli, anche perché l’evoluzione del parco, degli exhibit e l’arrivo di specie nuove è sempre attiva.
Per chi manca allo Zoo da qualche mese la sorpresa sarà incontrare vari tipi di primati, infatti oltre all’elefante Jula, il siamango Ciro, la pantera Moro, o il leopardo Kegalla, e dopo l’arrivo dei macachi, hanno preso dimora a Napoli anche un gruppo di Cercopitechi di Brazzà, provenienti dalla struttura tedesca Duisburg Zoo.
Gli esemplari sono iscritti al progetto di conservazione EEP (programma europeo per le specie minacciate – European endangered species program) dell’EAZA, ed il parco con il suo intervento, contribuisce alla salvaguardia e alla ricerca di specie minacciate tramite collaborazioni europee. In particolare il cercopiteco di Brazzà è un primate il cui colore del corpo è olivastro, mentre arti e coda sono quasi neri. La fronte è rosso-arancione e una barba bianca circonda la bocca.
La specie è presente in natura in Africa Centrale dal Camerun all’Etiopia a nord fino alla Repubblica democratica del Congo e all’Angola settentrionale a sud, il suo habitat è la foresta pluviale. Si nutre soprattutto di frutta, ma la dieta comprende anche foglie, altri vegetali, vermi e altri piccoli animali.
Altro esemplare da ammirare recentemente arrivato è il Fossa, un mammifero carnivoro endemico del Madagascar, con una forma molto allungata e snella. È un predatore, a caccia di lemuri ed altri animali che popolano l’isola. E’ un animale solitario, eccetto che nella stagione degli accoppiamenti (settembre – novembre); ogni esemplare occupa un territorio piuttosto vasto, ed è diffuso in ogni tipo di habitat, ove siano presenti alberi.
La caccia a cui è sottoposto dagli allevatori e la deforestazione ha contribuito a peggiorare notevolmente la situazione tanto che è stato inserito nella “lista rossa” per le specie a rischio, ovvero in gravissimo pericolo d’estinzione. Per lo Zoo di Napoli si tratta di un ritorno al parco in quanto la specie era già presente in tempi storici.
Nei primi anni 80 infatti la sua direttrice Marie Claire Wenner si era già impegnata con i curatori europei per la salvaguardia e la conservazione di questo incredibile carnivoro, ammirabile oggi nuovamente nel giardino zoologico partenopeo nella sua area in prossimità dei cammelli.