Beatrice Arnera. Foto TTAgency
Beatrice Arnera. Foto TTAgency

Beatrice Arnera: un personaggio ben scritto è come un bel vestito di sartoria

Beatrice Arnera è protagonista di “Buongiorno, Mamma”, la nuova seguitissima fiction di Canale 5. Beatrice è giovanissima e con una carriera ben avviata. Ha preso parte, nel corso degli anni, a note serie, spettacoli teatrali e lavori cinematografici. Il mistero che avvolge la scomparsa di Maurizia, madre del suo personaggio Agata, sta tenendo con il fiato sospeso milioni di telespettatori, ogni mercoledì sera. Vi lasciamo alle sue parole, a questa intervista.

Beatrice Arnera. Foto TTAgency
Beatrice Arnera. Foto TTAgency

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo a Beatrice Arnera. Come stai?

Grazie a voi per avermi invitata! Sto più che bene, sto benissimo. In questo momento sono a Vico Equense, nella penisola Sorrentina. Avevo tre giorni di pausa dal film che sto girando a Napoli e sono scappata quì per esplorare questo posto incredibile. 

Viviamo un periodo particolare, legato ad una pandemia che, inaspettatamente, ci ha colpito. Come affronti questo momento?

Con il buonsenso e tanta pazienza. Cerco di stare attenta, senza cadere nella psicosi e cerco di leggere il più possibile, per informarmi. L’uomo è una bestia strana, dimentica le cose con una velocità disarmante. 

Il mondo dello spettacolo ha subito un brusco stop. Qual’è la tua idea a riguardo?

Sono molto arrabbiata. Le istituzioni non hanno idea di cosa significhi “la macchina dello spettacolo”. Non la conoscono affatto e lo dimostra la noncuranza che le viene riservata. I teatri non sono luoghi ad alto rischio di contagio. Con le dovute precauzioni e la messa in atto di determinati protocolli di sicurezza, come ad esempio accade nel calcio o sui set, si sarebbe potuti arrivare ad un compromesso. Abbiamo urlato ma, non hanno voluto ascoltarci, così abbiamo urlato più forte ed hanno chiuso i teatri. Personalmente sono stata molto fortunata! Il cinema e la lunga serialità hanno protocolli molto severi, grazie ai quali, ho potuto continuare a lavorare anche durante i periodi più pericolosi. Questo a supporto del fatto che il mio non è un moto d’insorgenza accalorato, poiché tocca la mia categoria ma, piuttosto la prova lampante che un paese che non protegge la cultura, è un paese povero, piccolo, vuoto.

Seppur giovanissima, hai un curriculum che racchiude in sé molte esperienze lavorative. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questo mestiere?

Grazie. La verità è che sono stata molto fortunata e sono stata circondata da persone che mi hanno insegnato tanto e hanno creduto in me, nel mio talento “di strada”. Mia madre è una cantante lirica. I primi anni della mia vita li ho passati in tournée con lei, nei più grandi teatri d’Italia. Credo che respirando questa roba da sempre, qualcosa abbia inevitabile solcato il mio cuore.  

Sei attualmente nel cast di “Buongiorno, Mamma”, una delle fiction rivelazione di Canale5. Raccontaci della tua Agata.

Elena Bucaccio ha scritto il personaggio di Agata con una tale cura e attenzione, legata ai dettagli, che mi ha concesso di entrare in quella ragazza con grande comodità e per questo la ringrazio molto. Un personaggio ben scritto è come un bel vestito di sartoria. Agata è una donna sofferente, un po’ arrabbiata per le strade che la vita ha scelto per lei. Coraggiosa, vogliosa di verità e di giustizia. Tenebrosa, ma buona. Con il cuore pesante che urla: “vi prego, che qualcuno mi ami!”.

Sembra che il tuo personaggio, seppur sospettoso nei riguardi della famiglia Borghi, stia sviluppando un certo attaccamento nei loro riguardi. Cosa dobbiamo aspettarci?

Tutto e se possibile anche di più. Buongiorno Mamma, non è quel tipo di serie che ti lascia intravedere il finale. Tutte le volte in cui pensi di aver capito l’intrigo, accade qualcosa che sconvolge le tue certezze. Appassionante da seguire, come spettatore ma, esaltante da recitare!

Beatrice Arnera. Foto TTAgency
Beatrice Arnera. Foto TTAgency

Quanto c’è di te in ogni personaggio interpretato?

La mia faccia e il mio corpo. Tutto il resto è “rubato”. Prendo spunto da conoscenti, da quella ragazza che ho visto quel giorno alla fermata del bus oppure da personaggi di altri film. Un grande maestro un giorno mi disse: “Copiare è meschino. Citare, se fatto bene, è una grande prova di studio”. Mi succede di attingere anche dalla mia vita personale, per qualche passaggio di temperamento o di emotività. In generale osservo, rubo, assorbo dal genere umano. Dovrei valutare seriamente la carriera di antropologa! 

Chi è Beatrice Arnera? Sogni, consapevolezze e quanto altro.

Sogni, quanti ne vuoi. Consapevolezze poche, per carità, che Dio ce ne scampi e gamberi! Chi sono? Una ragazza curiosa, delle cose del mondo, in generale, dei luoghi, dei sorrisi e delle sofferenze altrui. Disordinata. Autoironica, dicono. Faccio fatica a descrivermi in terza persona. 

Cosa prevede il tuo futuro artistico?

Difficoltà. Perché quando va tutto bene mi annoio. Ho bisogno di sfide, di salite ripide, di mettermi alla prova, di sbagliare e migliorarmi. E anche un po’ per mettere le mani avanti, così se va tutto male posso dire “io però l’avevo detto che sarebbe stato difficile!” 

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

Lascia un commento