Antonio D'Aquino. Foto di Raffaello Paparo
Antonio D'Aquino. Foto di Raffaello Paparo

Antonio D’Aquino: non rinunciate mai ai vostri sogni!

Per i giovani, per tutti i telespettatori di Mare Fuori, Antonio D’Aquino è semplicemente Milos.

Parliamo di un attore giovane ma già molto apprezzato, legato ad un ruolo non sempre facile, in una fiction che continua a ricevere ottimi consensi. Nelle sue parole, la gioia per le buone sensazioni trasmesse ai suoi coetanei e la speranza, l’unica a non dover mai mancare.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Antonio D’Aquino. Ti andrebbe di parlarci del tuo Milos, il personaggio che interpreti ne “Mare Fuori”, successo di Rai 2 giunto alla sua terza stagione, e di come ti sei preparato ad affrontare questo ruolo?

Milos nelle prime due stagioni era molto timido, scontroso, un personaggio di contorno, atto a far numero, se vogliamo intenderla in questo modo. Nella terza stagione, invece, si comincia a capire qualcosa in più di lui, del suo carattere, dei suoi punti deboli, in particolar modo. Si ha modo di conoscere caratteristiche interessanti che spero possano piacere al pubblico. Il successo di “Mare Fuori” è racchiuso nel raccontare temi sociali complessi, ma reali, cose che accadono nel quotidiano. Ecco il motivo del riscontro più che positivo della serie. Il tutto annesso all’amore, ai sentimenti che non mancano mai.

Come ti sei preparato ad affrontare questo ruolo?

Ho vissuto questa nuova esperienza di pancia, cercando di capire come affrontano tali tematiche i ragazzi, provando a riconoscere anche la colpa di determinate azioni e a chi associarla. Credo che la risposta, spesse volte, sia da ricondurre agli adulti. Ho voluto, ad ogni modo, portare in scena ciò che più mi emozionava, legando la sceneggiatura al reale.

Antonio D’Aquino quali consapevolezze ti ha regalato la possibilità di far parte di un prodotto così amato, specie dai giovani?

Questo ruolo mi ha regalato la possibilità di comprendere che è proprio questo il mestiere che voglio poter fare nella vita. Leggo riscontri positivi da parte dei ragazzi che, a loro modo, mi chiedono consigli, supporto, speranza e questo mi rende felice. Grazie ai nostri personaggi hanno preso spunto per dare un senso, o comunque un seguito, alle loro vite e questo davvero mi appaga. Mi auguro, un domani, di avere modo di potermi esprimere attraverso altri ruoli per poter portare, ancora una volta, buone sensazioni in tutti coloro che avranno modo di seguirmi.

Ti andrebbe di raccontarci dei rapporti vissuti sul set con il resto del cast de “Mare Fuori”?

Con i ragazzi ho un rapporto bellissimo. Siamo una vera e propria famiglia. Durante le prime due stagioni abbiamo avuto modo di condividere quasi tutto perché alloggiavamo nello stesso albergo. Si mangiava insieme, si stava sempre insieme, come fratelli. Stesso riscontro con le ragazze della serie. Nel sapere della possibilità di una terza stagione, nonostante non ci vedessimo da sette mesi circa, è stato come se ci fossimo salutati il giorno prima. Potrei dire lo stesso per quanto riguarda Ferrera, Recano, la Crescentini e non solo. Anche con loro abbiamo un rapporto stupendo e siamo stati spesso a cena insieme ed hanno saputo dare, a tutti noi giovani, consigli preziosissimi.

Come gestisci il rapporto con il pubblico, con tutte quelle persone che vi fermano in strada per complimentarsi, per chiedere una semplice foto ricordo?

Il pubblico mi è amico ed ho un bellissimo rapporto con tutti loro. Il mio nome, in strada, è ormai Milos per tutti e fermarmi per una foto, un semplice saluto, è un immenso piacere.

Francesco Panarella, Antonio D'Aquino, Salahduin Tijiani Imrana, Giuseppe Pirozzi. Foto di Sabrina Cirillo
Francesco Panarella, Antonio D’Aquino, Salahduin Tijiani Imrana, Giuseppe Pirozzi. Foto di Sabrina Cirillo

Cosa ti ha spinto ad avvicinarti al mondo della recitazione?

Ho sempre voluto poter intraprendere questo mestiere ma continuavo a non crederci, impegnandomi in altro. È stato poi mio padre, quando avevo diciotto anni, a chiedermi di stoppare il tutto e di fare chiarezza dentro di me. Ho così capito che volevo poter perseguire questa strada. Oggi sono qui, felice del percorso intrapreso e con la speranza di poter approfondire sempre più la mia conoscenza, le mia qualità artistiche.

Quale ruolo vorresti poter affrontare?

Mi piacerebbe poter interpretare un personaggio folle, alla Joker, o impersonare personaggi stile Marvel, senza discriminare i cattivi. Amo molto anche il genere avventura o di azione.

Chi è Antonio nel privato, a telecamere spente?

La stessa identica persona che potete “conoscere” a telecamere accese. Sono una persona capace di emozionarsi per nulla, molto sensibile, umile e al contempo forte e testardo. Sono una persona capace di perdonare, di non portare rancore, capace di tratte insegnamento da ogni cosa vissuta.

Cosa ti auguri di poter concretizzare un domani?

Spero di restare con i piedi per terra e di diventare un attore abile, affermato.

Antonio D’Aquino quale messaggio vorresti poter lanciare ai giovani?

Auguro loro di tornare a sognare, perché ritengo abbiano perso la voglia di andare avanti, e gli auguro anche di rincorrere ogni minimo desiderio, apprezzando tutto di questo viaggio chiamato vita.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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