Gianfranco Gallo

Gianfranco Gallo: E’ tutta una farsa ovvero Petito’s Play

Gianfranco Gallo

Abbiamo incontrato Gianfranco Gallo pronto per l’anteprima nazionale. Sabato 17 e domenica 18 Ottobre al Supercinema di Castellammare, va in scena la sua nuova commedia: “E’ tutta una farsa ovvero Petito’s Play”.

Gianfranco, dopo il RedCarpet al Festival del Cinema di Roma nelle due ultime edizioni (TRE TOCCHI’’ , ‘’I MILIONARI’’, ‘’TAKE FIVE’’) , proprio in questi giorni abbiamo letto indiscrezioni riguardo la tua partecipazione al nuovo film di De Angelis ‘’Indivisibili’’, di cui sono appena cominciate le riprese. Ma anche tanta tv. E’ prossima infatti la messa in onda della nuova fiction di Rai 1, ‘’Sotto Copertura’’ e recente è la tua partecipazione in un importante ruolo , in ‘’GOMORRA la serie II”. Ultima notizia , in questi giorni, le riprese di “Squadra Mobile” per Canale 5. Come si spazia così brillantemente da un ruolo all’altro passando dal cinema alla televisione senza mai dimenticare l’amore per il Teatro, la tua Casa Madre?

Brillantemente non lo so, questo è il pubblico che deve dirlo, ma è nella natura dell’attore mettersi sempre di più alla prova e cercare nuovi confronti con i personaggi che di volta in volta gli propongono. Il Teatro come il Cinema e la Televisione, da l’opportunità di vivere altre vite che poi alla fine sono tasselli della tua che si muove tra il reale e le proiezioni della realtà. Con Edoardo De Angelis comincio come hai detto il suo nuovo film, molto bello, visionario, tragico, forte. E’ la prima volta che lavoriamo insieme, ma c’è stato feeling già alla prima lettura. Per Gomorra invece …top secret. In Squadra Mobile sarò un protagonista di puntata, ho accettato anche perché il personaggio non sarà un camorrista ma un commercialista, ogni tanto torno quasi normale.

Figlio del grande Nunzio ,Una grande eredità, quella di tuo padre ,uno dei maggiori interpreti della canzone italiana e napoletana degli anni Cinquanta nonché attore di teatro e cinema. Sei in scena con tuo fratello, tuo nipote, tua figlia. Cosa si prova ad essere depositari di una lunga tradizione d’Arte e Cultura che annovera la vostra Famiglia come l’ultima famiglia d’Arte napoletana in scena?

Io e Massimiliano ci siamo formati negli anni con lo studio e col palco, abbiamo fatto tanta “gavetta” ed ora raccogliamo i frutti . Pubblico, registi, addetti ai lavori, prima del Teatro e ora anche del Cinema e della Tv, ci stimano, da anni ci affidano ruoli di grande rilievo , ma noi due come ho detto sopra, ce la siamo sudata. Ora vorremmo essere d’esempio a figli e nipoti, con la testimonianza che non basta avere un cognome noto per riuscire in questo mestiere. I “piccoli” hanno talento, vedremo se avranno passione e resistenza fisica e psicologica.

Nell’ ottobre di trentaquattro anni fa debuttavi in teatro nella compagnia di Roberto De Simone con Eden Teatro proprio di Viviani. Questa coincidenza che ricordi riporta alla mente e al cuore?

I miei 20 anni, le prime esperienze che per mia fortuna furono enormi per la loro importanza. Dopo il debutto con Eden Teatro, con “L’Opera Buffa del Giovedì Santo” , nel 1982 , girai il mondo e mi trovai a contatto con i più grandi personaggi dello Spettacolo. Io ero solo un giovanissimo attore e cantante ma all’epoca De Simone rappresentava l’Italia all’estero. Ebbi l’occasione di sedermi al tavolo con gente come Leonard Bernstein. I primi anni sono quelli che ricorderai per sempre così come i tanti amici e colleghi coi quali dividi momenti irripetibili. Il prematuramente scomparso Virgilio Villani, Antonella Morea, Gianni Lamagna,Patrizia Spinosi, Lello Giulivo sono stati i miei primi fratelli di palco, tutti un po’ più grandi di me , furono insieme il gruppo che mi fece da chioccia. Ogni volta che ci incontriamo , a volte anche dopo decine di anni , sembra che il tempo non sia passato nei nostri cuori. E’ il mistero della grande famiglia teatrale. In Eden Teatro poi c’era Lina Sastri, per me una delle più brave attrici napoletane di sempre, di recente le ho detto quanto è stato importante per me guardarla vivere e recitare, si è sorpresa.

E’ tutta una farsa, ovvero Petito’s Play’’ è una tua particolarissima opera che ripercorre in chiave moderna una tradizione centenaria . Come definiresti il tuo Teatro?

La Tradizione a volte viene spacciata per immobilismo culturale e vista come una corpo morto mentre è esattamente il contrario. Tradizione viene da Trans e Dare dunque vuol dire trasmettere. Per trasmettere bisogna conoscere il passato, il presente e immaginare un futuro , per cui , chi fa tradizione non è il custode di un morto né un imbalsamatore ma è più che altro un Medium. Il mio Teatro apparentemente classico, voglio definirlo un Teatro di “Oltradizione”, che viene dall’Oltre ed è diretto ad Oltre. Io riscrivo tutto e svelo ciò che dal passato deriva e che si è trasformato e trasmesso fino a me per andare oltre me . Non riuscirei a imbalsamare Petito, io lo rivelo come calco del volto di Totò, di Troisi e di tanti altri. Per il resto c’è il Museo.

Sabato 17 e domenica 18 Ottobre debutterete al Supercinema di Castellammare, il 12 Novembre sarete al Cilea di Napoli e da li il via alla nuova stagione teatrale in giro per la Campania fino a Roma. Uno dei tanti motivi per venirvi ad applaudire?

Per vedere un Teatro comico senza parolacce, moderno e “glocal”, per riconoscere le maschere della tradizione , i nostri comici più amati ma anche il surrealismo di Groucho Marx e la dissacrazione di Woody Allen. E poi per vedere in scena contemporaneamente me , Massimiliano, nostro nipote Gianluca Di Gennaro, mia figlia Bianca , cioè 4 attori su otto che appartengono alla stessa famiglia. E ancora il fedele Arduino Speranza, Francesco Russo , sorprendente attore di soli 21 anni , la veterana Anna De Nitto e la “novità” Ursula Muscetta , giovane e capace attrice che mi ha fatto anche da assistente nel mese di prove. La scenografia rappresenta una grande maschera di Pulcinella che si apre e si chiude , che fagocita e risputa gli attori che vi recitano dentro, una grande maschera simbolo di un intera genìa di teatranti e non di un personaggio singolo. Spero che il pubblico premi un allestimento vero, come quelli di un tempo , che è stato possibile grazie allo sforzo imprenditoriale dell’Anfhoras produzioni il cui motore, Carmine Gambardella, ama in primis il Teatro e tutto ciò che rappresenta. Sono stato accontentato nella scelta di grandi professionisti che hanno contribuito a rendere preziosa la mia messa in scena: da Clelio Alfinito per le scenografie a Francesca Romana Scudiero per i costumi, al maestro delle luci Cesare Accetta, al musicista Paco Ruggiero.

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Redazione Giornalistica