Luciana Frazzetto ha ottenuto un buon successo di pubblico con l’ultimo spettacolo, “Tutti pazzi per Mamma”, ad opera di Massimo Milazzo. La Frazzetto interpreta Marisa, ex attrice, personaggio principale attorno a cui tutto ruota.
Uno spettacolo comico con messaggi importanti, riferimenti essenziali. La Frazzetto ci parla dei suoi prossimi progetti e del film di Donato Carrisi a cui ha preso parte, “Io sono l’abisso”.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Luciana Frazzetto. Come stai?
Grazie a voi! Sto molto bene, grazie. Quando lavoro sono sempre in forma.
Ultimamente sei stata impegnata nello spettacolo teatrale “Tutti pazzi per Mamma”, che ha ottenuto un ottimo riscontro da parte del pubblico. Cosa puoi dirci a proposito di questa esperienza?
Lo spettacolo ha avuto la sua fine lo scorso 6 novembre a Roma. Si, ha ottenuto un ottimo riscontro da parte della critica e da parte del pubblico. Una commedia che è piaciuta molto sia ai giovani che ai meno giovani. C’erano tutti gli ingredienti possibili per poter fare il pieno di risate e non solo.. Si ride, è vero, ma allo stesso tempo vi sono anche momenti di grande commozione. La mia Marisa è stata attrice, un tempo, ed ha poi rinunciato alla sua carriera per dedicarsi al marito e al figlio. Una vita, la sua, che ad un certo punto le regala qualcosa di imprevedibile.. Un personaggio che mi ha regalato forti sensazioni ad ogni replica portata in scena. Una donna con un carattere forte, determinato, verace, schietta e altruista.
Nello spettacolo si parla di femminismo, tema molto importante. Come vivi questo aspetto al giorno d’oggi?
Si tratta di certo di un qualcosa di fondamentale. Marisa, ad un certo punto della sua vita, aspira a trasferirsi in America, per interpretare un ruolo di non grande rilievo in “Beautiful”. Ha rinunciato, in passato, alla sua passione, al suo lavoro da attrice, per la famiglia. Occorre, a mio parere, una rivoluzione profonda nella società, affinché il femminismo prosegua la sua lotta contro ogni forma di violenza subita. Occorre un qualcosa di forte, una rivoluzione reale. Le lotte femministe avvenute negli anni ’60 ci hanno garantito tanti diritti ma c’è ancora tanto da fare. Oggi il femminismo non riguarda più soltanto le donne, per fortuna. Riguarda tutti! Riguarda ogni singola persona che viene discriminata, isolata, esclusa dalla società. Questo accade perché le cose si cambiano insieme.
Un ritorno alle tavole del palcoscenico dopo una pandemia inaspettata. Come hai vissuto il periodo legato al Covid-19 ed il conseguente distacco dal pubblico, dal tuo lavoro?
I teatri hanno vissuto una situazione complicata in seguito alla pandemia. Oggi credo si possa parlare di ripartenza. Sono ottimista a riguardo. Si è trattato, di certo, di un periodo buio, specie per tutti gli artisti che non godono di sovvenzioni. Io e mio marito, Massimo Milazzo, abbiamo aperto il Teatro Le Fontanacce, ai Castelli Romani. La pandemia ha fatto sì che dovessimo chiudere per ben due anni, annullando una stagione di spettacoli interessanti. Per fortuna, pian piano, il pubblico sta tornando in teatro, seppure a fatica, mostrando nuovamente fiducia. Questo perché si ha bisogno di evadere, di tornare a socializzare. Personalmente, il pubblico per me è vitale. Necessito della loro energia!
“Io sono l’abisso”, di Donato Carrisi, ti vede nuovamente impegnata sul set. Luciana Frazzetto che esperienza è stata e come ti prepari ad affrontare sempre nuovi personaggi?
Sono stata felice di poter prendere parte a questo film. Ho vissuto un’esperienza bellissima, al cinema. Provengo da tale ambito ed ho lavorato con registi importanti, in passato, e personaggi altrettanto noti: Federico Fellini, Damiano Damiani, Salvatore Samperi, Castellano e Pipolo, i fratelli Vanzina, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi. Lavorare con Carrisi, ti dirò, è stata un’esperienza particolare. Amo i thriller psicologici e la cura che ha Carrisi nel curare i particolari: il pensiero, il modo di ridere, le luci, il modo di fumare. Come mi preparo? Cerco sempre di immedesimarmi nel personaggio. Cerco di pensare, vivere, ridere e piangere come mi viene richiesto. Mi faccio coinvolgere in maniera totale per poter vivere intensamente le emozioni del mio personaggio.