Oggi Giovanna Contessina (questo secondo è il nome d’arte), è quel tipo di donna che ti dà l’impressione di essere esattamente quello che sembra – serena, appagata, protetta da un’invidiabile senso pratico, e poi chissà…
Quel tipo di donna che se le chiedi qualcosa che le suona fastidioso (per esempio a proposito della sua vita privata) taglia corto con un sorriso silente e che ride di gusto quando le chiedi se in questo mondo di vegani lei mangia carne (certo che sì…).
Dopo i quarant’anni, , lei si sente finalmente libera di…essere sempre più me stessa, che piaccia o non piaccia.
Giovanna Contessina, l’età insegna a sdrammatizzare?
Per me è così. Vivo con tutta la leggerezza possibile. La pressione dei vent’anni ha lasciato via via spazio alla gratitudine, affronto la vita con molto senso pratico e sorridendo. Merito mio e di ciò che mi circonda.
Forse è anche una questione di carattere…
Sì, ma soprattutto di disciplina, di allenamento sociale e , mi permetta, di intelligenza.
Una cosa che la spaventa…
L’ignoranza e la superficialità sempre più dilaganti.
Quali sono le donne che l’hanno particolarmente ispirata?
In fotografia dice? Beh, innanzitutto lo stile scenico e scenografico della grande Mina. Poi, indubbiamente le modelle dello star system dei primi anni ’90, bellezze uniche, intramontabili, corpi sinuosi, eleganti, volti di grande impatto davanti all’obiettivo. Sa, recentemente mi è passata sotto gli occhi una foto di Clio Goldsmith, prima modella e poi attrice. È stata negli anni ’80 simbolo di una curvilinea bellezza sexy. Oggi, invece, vedo corpi macilenti, anonimi, fragili, scheletrici: nessuna da ricordare.
E uomini fondamentali?
Gli scrittori inglesi dell’800 e ‘900, fonti per me di grande elegante educazione ed intelletto; poi….gli uomini che ho amato e che custodiscono ancora un pezzo di me….
Cosa l’appassiona di più nella fotografia?
Mi piace rendermi conto di come sia cambiata la sensibilità nel giudicare una foto, nel modo di definire la bellezza, di catturarne l’anima. È così che decido se una foto è bella o brutta….perché ci sono anche tante foto brutte eh……. ( ride ).
Ultimi progetti fotografici di Giovanna Contessina?
Tre progetti molto importanti per me: la mostra fotografica intitolata La Violenza Che Ti Soffoca presso la prestigiosissima sede del Museo di Santa Caterina in Treviso ( mia amata città dove vivo da anni ) in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne in collaborazione con la fotografa veneziana Cecilia Pennisi; segue il progetto”To My Mother “, un sequel di foto che vanno dal ritratto al glamour ambientato nella Villa dei Reali Canossa, dove appunto nacque mia madre ed infine un progetto interamente dedicato alla fotografia di Peter Lindbergh.
Come definirebbe il suo modo di essere e di apparire?
Direi che è evolutivo. L’ho costruito in contemporanea con la mappa della mia personalità e la consapevolezza è di sicuro un buon accessorio. Mi sono cucita addosso il mio stile, ed il mio modo di vestire non sovrasta il mio carattere ma lo sottolinea.
Quando incontra qualcuno, per cosa le piace essere ricordata?
Per essere stata gentile e per quello che dico, non per quello che indosso.
Vestirsi c’entra sempre con la seduzione?
Per me, no. Può averci a che fare con la sua forma più convenzionale, un cliché. La seduzione per me ha più affinità con la gestualità, la parola. Ed il silenzio.
Cosa non indosserebbe mai?
La tuta da ginnastica fuori dalla palestra o i pantaloni sotto le ginocchia, orroreeeeee ( e ride )
Il suo hashtag preferito?
Il mio hashtag sono io!!!