Abbiamo incontrato Carla D’Addato, in arte Candy Mou, modella che prende il nome dalle famose caramelle al gusto Mou e che a primo impatto ci ha fatto un po’ riflettere del rapporto tra posare e valori. Una donna di 45 anni che ancora crede che l’impossibile possa diventare possibile.
Ciao Carla, o preferisci Candy Mou. Benvenuta Su La Gazzetta dello Spettacolo. Qual’è il tuo obiettivo in questo ambiente?
L’obiettivo è sempre lo stesso, ma più forte e più coraggioso. Essere ad esempio per donne che vogliono riprendere se stesse ed essere uniche splendide attrici protagonista della loro vita, gioendo come delle bimbe ma con una forza e una consapevolezza che solo una forte donna sa esprimere sa tirare fuori e per le giovani e in particolare per le giovani modelle essere di incoraggiamento a non mollare mai e ad essere se stesse belle e di carattere
La tua religione è il Buddismo… Quanto ti ha cambiata?
La mia profondità ma me la sono cercata, voluta intensamente e adesso grazie al buddismo, religione che professo da 4 anni, la ritengo parte di me.
Il tuo lavoro è sempre a contatto con fotografi?
Mi preme dire e riconoscere sempre il lavoro e l’immensa possibilità data a me come modella da parte di tutti i fotografi con cui ho lavorato, persone e professionisti seri e gentili, in primis e d’obbligo citare per i motivi che sapete e chi ancora non sa perché è lui che mi ha scoperto e per avermi messo, come si dice, la pulce nel naso, ha dato il via a questa magia, ringrazio Luca Marenda, un professionista, un uomo che ama la fotografia e combatte perché non sia svilita e sia rispettata.
Mi perdonino quindi tutti quelli che non citerò! Gli scatti rappresentano una nuova frontiera che grazie a professionisti e gentleman della fotografia come Sandro Goldoni e Paolo Grass, abbiamo cercato di raggiungere!
Per te cosa significa posare?
Posare non è cosa semplice e se poi parliamo di eros, qualcosa di molto delicato diventa un boomerang che può tornarti indietro e farti male nel senso che non equilibrato e non fondato su componenti come l’ eleganza e la sensualità non volgare allora è letale per etichettarti. Con Sandro è stata un esperienza meravigliosa per l’intesa fotografica che si è creata e per l’ intento comune di far emergere tutta la carica di femminilità che inconsapevolmente abbiamo ma che schemi mentali e bigotte convinzioni ,impediscono di emergere. E sulla scorta di diversi set con lui ho cercato di acquisire, grazie ai suoi consigli, come sprigionare naturalmente ma sempre con professionalità tanto erotismo.
Il tuo lavoro ha ritmi frenetici…
Ma perché fermarsi a questo quando puoi divertirti a fare fashion ed urban stret e allora si gira per Torino, Brescia e si scatta con l’ ausilio sempre di e anche di gente comune che assiste e ti riempie di attenzioni, come la volta che sono andata a Varese per un set e nei vari cambi dei treni che prevedevano spostamenti da un binario all’altro 2 persone di nazionalità non italiana,, dell’ est ma non ricordo dove, mi hanno portato il trolley set da un binario all’altro e ne abbiamo cambiati 3 nel giro di 15 minuti e devo dire che senza di loro avrei perso la coincidenza .Adoro le persone e l’ essere umano e credo che cause di gentilezza ed educazione attirino nella nostra vita persone belle ,insomma il cuore chiama nell’universo il cuore
Per non parlare dei cioccolatini preparati ad hoc per il set di e con Fernando Melis fotografo gentilissimo con cui ho avuto il piacere di collaborare., curato un set curato nei minimi dettagli e questo e’ segno di professionalità ma anche di un desiderio di curare la modella dandole valore.
Il valore è fondamentale per Candy Mou?
Valore e’ la parola chiave è ciò che muove ogni mio set, ogni mio scatto perché è ciò a cui punto nella mia vita personale e di tutti i giorni !Creare e dare valore alla fotografia e all’arte in se, questo è basilare per me e in questa direzione tutti i set sono importanti.
Candy Mou ha tante gratificazioni…
Ci sono le gratificazioni o soddisfazioni come quando ti chiedono un’ intervista o partecipi a conferenze stampe per la presentazione del set di stampo sociale “Questo non e’ amore” che tratta un tema forte e delicato come la violenza sulle donne e curato da uno staff rappresentato dai fotografi Fabrizio Martelli e Giuseppe Stronati e la magnifica effettista speciale Emma Peonia .Il progetto ha preso piede qui nel territorio parmense ed è stato valorizzato da autorità locali, ritenendolo un utile strumento e un elemento di valore per denunciare ma ancor di più creare speranza alle donne che vogliono uscire e ricominciare a vivere.
Raccontaci della tua probabile collaborazione con Playboy Italia.
Le gratificazioni arrivano anche da Milano, dove ho ricevuto da Playboy Italia una proposta di casting importante per il nome e per la fama che possiede. Una bellissima esperienza per la serietà con cui è stata fatta, un onore per me. Chissà… Ciò che conta è che io li c’ero e ho già vinto perché mi sono sfidata ritenendomi perfettamente dotata e assolutamente in grado di sostenere un simile test. Non arrendetevi mai, impegnatevi e credeteci sempre unendo a tutto ciò tanto impegno
E’ importante anche la cura della persona?
Assolutamente, la cura della propria persona oltre a doti diciamo naturali , necessitano per cui una vera e seria disciplina una modella deve averla per rispetto di se stessi e del fotografo con cui scatta.. qui mi preme ringraziare le mie allenatrici che ultimamente con un allenamento alla Rambo, come dicono loro , mi aiutano a mantenermi in forma ed è importante e bello dire che i miei piccoli successi anzi meglio dire le mie piccole soddisfazioni sono anche le loro. La felicita’ la si cerca per se ma e’ ancor più bello è attorniarsi di persone felici ed auspicarsi che lo siano insieme a te.