Incontriamo Philip Baglini, pronto al suo ritorno al Festival di Sanremo verso il decimo anniversario di London One Radio, creatura d’oltremanica da lui fondata e voluta sin dai primi passi verso il giornalismo.
Da Pietrasanta (Lucca), ispirato veementemente al British Style, Baglini – che ha collabora sia con La Nazione che con Il Tirreno – ben 27 anni fa, sente la visione del grande passo dopo aver ‘raccontato’ il CERN di Ginevra, studiato letteratura e laureatosi in Fisica Nucleare presso l’Università di Pisa. Ma è la comunicazione che l’ha fatta da padrona e quella passione sconfinata per le “frequenze” a cui oggi si collega dalle verdi colline di Edimburgo. Dapprima fonda i magazine “Italoeuropeo” e “Vivilondra”, poi da alla luce – e dal nulla – a quella che è oggi la prima, unica e ufficiale emittente radiofonica per gli italiani nella capitale britannica, con ascolti che superano i 350mila utenti sparsi in mezza Europa.
Molti i cantautori che si sono palesati ai suoi microfoni in questa storica decade, nata il 28 settembre 2014; da Giorgia a Zucchero, da Bocelli a Ligabue, alcuni anche per ritirare i prestigiosi “L1R Awards”, altri a cimentarsi negli studios del pioniere toscano della “Royal Family”. Un percorso intenso di emozioni, tutto da narrare e scoprire, perché alta rappresentazione del ‘London dream’, altroché vanto del Made in Italy nel mondo.
Philip Baglini benvenuto sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo”, si ritorna a Sanremo dopo quanti anni? Ci racconta il Festival visto da vicino?
Ritorniamo a Sanremo dopo un anno. Dal 2018 che seguiamo attivamente il Festival, ne abbiamo l’obbligo, ed essendo una Radio Italiana l’obbligo è doppio. Siamo all’estero, nello specifico a Londra, proprio per portare la nostra cultura musicale oltremanica. LondonONEradio nel 2018 fu la prima radio italiana nazionale nella storia della broadcastin del Regno Unito a seguire il Festival in tutte le sue sfaccettature: dalla sala stampa agli eventi che ci sono susseguiti in quella settimana. Un lavoro, ma anche una grande emozione raccontare la kermesse dal suo interno. Il Festival vissuto da vicino non è come vederlo in TV, poiché si capisce in ‘presa diretta’ l’enorme macchina che si sviluppa al suo interno. Una visione diversa, che mostra una coordinazione tra le parti; macchinisti, operatori, fino all’orchestra, il tutto per supportare l’arte della canzone italiana.
E ora un passo indietro. Lucca, Pisa, Fisico Nucleare, collaborazioni con testate nazionali e lo sbarco a Londra. Vita vulcanica. Ce la illustra brevemente nelle sue mille sfaccettature? C’è stato anche spazio per la letteratura?
Direi che tutto parte proprio dalla letteratura, dal piccolo mio rifugiato nei classici latini, letture su Dante, ma anche attraverso i saggi dediti alla natura. E qui, dopo una attenta osservazione di ciò che mi circondava, ho iniziato a chiedermi il perché e cosa ci fosse dietro ad esse, soprattutto sulla natura delle cose. Questo mi ha portato poi a studiare la fisica senza mai abbandonare la letteratura, e la voglia per la comunicazione che mi ha portato poi al giornalismo. Il desiderio di raccontare fatti e storie, perché comunicare significa instillare negli altri un seme prezioso, per te stesso ma anche per loro. Poi è sopraggiunta la musica; il pianoforte, la chitarra, il primo gruppo con gli amici e il piano bar. Ma di fondo, sul tavolo o sul comodino, c’era sempre una mia cara amica: la radio! E una ‘chimera’ coltivato sin da piccolo: la Gran Bretagna. Già all’età di 6 anni c’era qualcosa che mi portava lì. Gli anni passavano e questo sogno si gonfiava sempre di più, fino alla sua realizzazione di oggi. Nel mentre dovevo assolutamente capire cosa fosse, e l’unico modo era prendere un volo e andarlo a scoprire di persona. E adesso ‘L1R’ è la prima radio italiana nazionale in Gran Bretagna.
Perché la Radio….
Dopo diversi progetti editoriali ho compreso che non c’era una radio per gli italiani a Londra e a me piacciono molto le sfide. Letteralmente mi sono buttato, solo dopo aver attentamente studiato il mercato per 3 anni. Quest’anno soffiamo su 10 candeline, proprio nei 100 anni di radio. Coincidenza sicuramente non cercata, ma che sottolinea una strana sorta scritta nelle pagine del mio destino.
10 anni, compleanno di London One Radio… Un decade di sacrifici, successi, speranze. Bilancio al primo giro di boa?
S’, dieci lunghi anni. Era il 28 settembre 2014! Direi positivo il bilancio, oltre ogni pronostico. Davvero un periodo di belle interviste, incontri, musica, concerti, notizie da Londra, tanti ascoltatori, amici che ci seguono. Una decade di successi e insuccessi di cadute e rialzate, ma di enormi soddisfazioni.
I suoi rapporti con artisti della musica italiana? Qualche aneddoto con qualcuno di esso? Morricone ad esempio… o altro di cui vuole parlarci.
Stavo facendo delle prove con un piccolo mixer e due registratori dentro l’armadio dell’Ikea di casa mia, dove i vestiti facevano da foam. Mi arrivò una chiamata di un agente britannico che doveva promuovere un artista italiano e mi chiese se fossi la radio degli italiani. Presi, un po’ perplesso, la palla al balzo e gli dissi che sì, eravamo la radio italiana a Londra. Egli mi risposte che il maestro Ennio Morricone di li a poco avrebbe dovuto fare un concerto proprio nella capitale del Regno Unito e se fosse stato possibile intervistarlo. Dopo due giorni mi trovai a parlare con lui. Poi ricordo anche l’incontro con Raffaella Carrà, la sua risata, la sua gioia nel raccontare la sua vita agli italiani in UK, dove era venuta molti anni prima a far ballare agli inglesi il tuca tuca. Ma anche cantanti, vip e tanti gli altri che hanno lasciato un segno in questi studi.
Sogni e prossimi progetti di Philip Baglini? Ha in cantiere qualcosa di nuove ed interessante per il 2024?
Continuare a crescere, seguendo la nostra filosofia: Il mondo può essere migliorato da una radio? La risposta e’ SI! La radio ha cambiato il mondo e quindi il mondo può essere migliorato da una radio. Vengo da una storia di 26 anni di lavoro, di errori e studi, sopratutto studi! Abbiamo i nostri punti di riferimento, analizziamo i grandi (non le imitazioni), cerchiamo di informarci prima di parlare ad un microfono. Una radio sana, che cresce di giorno in giorno, abbracciando il futuro, con l’obiettivo di farla diventare (come già lo è) diversa dalle altre; alias, il centro per gli italiani in UK. Ci tengo a precisare che siamo stati la prima emittente italiana in UK in DAB con antenne nella storia della broadcasting italiana in UK, e siamo stati anche la prima radio nazionale 24/h italiana della Gran Bretagna, con uno studio vero, con una regia progettata e unica, con uffici che hanno accolto centinaia e centinaia di guest. Motto indissolubile: “E meglio fallire nell’originalità che riuscire nell’imitazione”.
Chiosiamo con un… Philip Bagnini dice oggi grazie a chi?
Ai miei genitori che mi hanno insegnato i valori su cui si basa tutta la mia vita, all’azienda radio, agli ascoltatori che ci amano e ci seguono, e un po’ a me, anche se forse avrei potuto fare di più!