Tribù Urbana il nuovo album di inediti di Ermal Meta contenente 11 brani (tra cui il singolo sanremese “Un milione di cose da dirti” e “No satisfaction”) arriva per i suoi fans.
Tribù Urbana
Pubblicato su etichetta Mescal e distribuito da Sony Music, arriva a tre anni di distanza dall’ultimo album in studio, “Non Abbiamo Armi”, ed evidenzia l’altissimo livello di scrittura dell’artista, sia quando dà voce ai sentimenti, sia quando racconta il mondo attraverso storie di vita, guardando negli occhi uno ad uno i componenti della Tribù Urbana, con suoni e parole che diventano i colori distintivi di questo nuovo progetto di Ermal Meta.
L’album contiene 11 nuovi brani, tra cui Un milione di cose da dirti, con cui Ermal è stato in gara al 71° Festival di Sanremo, aggiudicandosi il 3° posto e il Premio “Giancarlo Bigazzi” per la miglior composizione musicale, decretato dall’Orchestra. Il video del brano ha inoltre ricevuto il Premio SIAE-Roma videoclip per il miglior video tra gli artisti big a Sanremo 2021.
Il tutto si apre con una scarica di energia, “Uno”, e prosegue con “Stelle cadenti”, una delle canzoni più solari di questo album, nonostante il brano affronti uno dei momenti meno luminosi di una storia d’amore.
“Un milione di cose da dirti”, il cui video diretto da Tiziano Russo, è una canzone d’amore, una «semplicissima canzone d’amore», dal sound essenziale, pochi accordi per raccontare qualcosa di personale ma capace di risuonare anche a livello universale.
“Il destino universale” rappresenta, con istantanee dalla disarmante nitidezza, storie di vita che vanno raddrizzate, anche quando sembra mancare il coraggio. Arriva poi “Nina e Sara”: convegni, comizi, marce, petizioni, lotte, ma ancora per molti – troppi – è un peccato mortale. “No satisfaction”, primo singolo estratto dall’album, si basa su pochi concetti essenziali e fotografa in maniera precisa e spietata il quotidiano, ricordando una cosa che tutti dimenticano: “per chi perde, per chi vince, il premio è uguale”.
Seguono “Non bastano le mani”, una canzone potente con suoni e parole che crescono inarrestabili, come accade spesso con la rabbia, e “Un altro sole”, con la speranza che il sogno appena fatto si avveri. “Gli invisibili” è come una camminata, mentre si guarda in volto ogni componente di questa tribù urbana, anche quelli che non si vedono.
Chiudono l’album “Vita da fenomeni” e “Un po’ di pace”, perché anche la giornata di più lunga, prima o poi, finisce.