Abbiamo incontrato Francesca Fariello che ci ha raccontato ricordi e progetti
Francesca Fariello cantautrice napoletana, un animo sensibile e fantasioso, si racconta ai nostri lettori con questa fresca intervista estiva.
Francesca Fariello, si ricorda la prima esibizione in pubblico?
Avevo 9 anni: un piccolo teatro nel mio quartiere. Salii sul palco come solista con un coro alle spalle di ragazzi dai 16 ai 30. Una scena quasi comica da guardare. Parti invertite: dei quasi adulti che fanno il coro ad una bambina. Un mini jeans ed una camicia bianca con maniche a campana.
Occhi troppo grandi per luci troppo forti, ricciolini troppo lunghi ad intromettersi mentre provavo a restar ferma davanti al microfono, mi ero già esibita in pubblico di frequente, sin da quando avevo tre anni, danzando e recitando, ma cantare era una cosa che avevo fatto quotidianamente da quando suoni e parole non avevano un confine poi così lontano, mai prima d’allora avevo pensato di farlo su un palco “grande”, anche durante le prove mi sembrava “normale” ma poi quella sera, il pavimento “vuoto” di legno dove avevo un po’ le vertigini nel cercare di starmene ferma sul posto senza ballare. Poi la mia voce, troppo forte per me al microfono, la musica, il coro di “giganti”, i volti delle persone che non riuscivo a vedere bene con i fari negli occhi. Poi, alla fine, l’esito della serata, quei “giganti” alle mie spalle ed un pubblico che credeva in me, furono un punto di svolta, non si poteva tornare più indietro, il sognoaveva scelto me. La musica: il mio primo amore.
Nel suo album “Zero” lei ha avuto la collaborazione di due grandi nomi: Poogie Bell e Charlie Morgan: come è avvenuto questo incontro?
Il web è la più importante rete di connessione, non bisogna sottovalutare mai questa cosa, non si tratta solo di incontri fittizi sui social. Nel lontano 2006, ai tempi di MySpace, attraverso la propria pagina, si poteva fare ascoltare al mondo le proprie canzoni con un player personalizzabile, la mia pagina viola era uno spazio magico, uno spazio sul quale commentava anche il mitico Poogie Bell, ricordo quando degli amici mi chiesero come cavolo avessi fatto ad entrare nella top friends di Lenny Karavitz ed io risposi ironicamente che in realtà ero una sua parente alla lontana.
MySpace ha fatto sì che mi contattasse una band che poi mi ha trascinata in una splendida avventura per “Save The Children” a Rieti, mi ha fatto conoscere un caro amico di una radio indipendente romana, Poi, con il passare del tempo, secondo disco. Scrissi a Poogie Bell (erano ormai i tempi di Facebook) dicendogli che ero una sua grandissima fan e che avrei desiderato tanto portare il suo sound nelle mie canzoni, e così, dopo scambi di messaggi, volle ascoltare la mia canzone “Leaf” e non soltanto accettò collaborare, Una mattina mi ritrovai taggata sulla sua pagina in un post, dove raccontava entusiasta di aver registrato per una “young lady” di nome Francesca Fariello che aveva scritto un pezzo che era un misto tra hip hop, r’n’b e rock, complimenti vari, invitando tutti i suoi contatti a mettere Likes sul mio profilo, Praticamente un sogno: uno dei batteristi che hai ascoltato per una vita nei dischi di Erykah Badu, Marcus Miller, che ha collaborato con David Bowie, è lì a mandarti un video ricordo e a complimentarsi e ad incoraggiarti per i tuoi progetti; una volta rotto il ghiaccio è stato più facile coinvolgerlo anche in “Car Crash”.
Con Mr. Charlie Morgan è stato molto emozionante. È molto professionale e preciso; ha voluto parlarmi su skype, ascoltare un po’ di spiegazioni sulla canzone, sul sound che avrei desiderato ascoltare, i riferimenti per il genere, per poi spiegarmi i dettagli della collaborazione e le modalità di registrazione, a tratti restavo persa in un vortice di emozioni, davanti allo schermo, tra il suo British accent, il computer collegato alla tv e il suo viso inglese, gigante nello schermo, che regnava nella mia stanza, mentre pensavo che era lì davanti a me: io a Portici e lui a Nashville, ma quando una notte mi è arrivato il rough mix della batteria sulle tracce del provino.. sono impazzita dalla gioia ed ho deciso di registrare di nuovo la voce sulla canzone, di impegnarmi di più per essere meritevole di una tale benedizione!!
Vuol parlarci del corto animato “Sakura- Genesi di un fiore di ciliegio alle pendici del Vesuvio”?
L’idea di base è stata quella di voler spiegare concetti difficili in modo semplice e con la genuinità di una favoletta. Il legame con il mio mare e la mia terra vulcanica, che però si esprime spesso attraverso linguaggi solo apparentemente “esterofili”; il mio modo di vivere il songwriting, mescolandolo con la letteratura ed un particolare stile compositivo diaristico, il mio legame con la Luna, con i miei strumenti, con le lingue e le note grazie alle quali riesco ad esprimermi.
Quando cerco di raccontare tutte queste cose, anche se provo con parole semplici, sembra sempre tutto troppo complesso, perché si tratta di elaborazioni inconsce, che appartengono a pensieri che si mescolano con il “mondo del sentire”. Tuttavia, cambiando il punto di vista, inserendo il tutto in scene/disegni di un vissuto, ecco che appare davvero più semplice, così come è, come la musica. Ho pensato spesso alla battuta “spiegalo con un disegno!”; ho scelto di prescindere dal mio aspetto fisico reale, di diventare la Piccola Sakura, di lasciar raccontare tutto soltanto da voci narranti di un testo partito dal mio storyboard, dopo la descrizione del sakura. Enzo Troiano è stato davvero bravo nel tracciare i lineamenti di questo sentire con i suoi disegni; Valerio Bruner, da amico, ha saputo raccontare attraverso il testo questo mio mondo interno/esterno, anche con citazioni dei miei stessi testi che ho rintracciato soltanto con il tempo.
E poi, Carmine Aymone, con la sua voce, un’idea nata sin dall’inizio del progetto. È un professionista che mi racconta dal 2009-2010 e che soltanto dopo tantissimi anni ha conosciuto per davvero la “Piccola Sakura”, è stato un interprete conscio e consapevole di questo mondo, davvero emozionante, e poi, la mia sorellina, Carla, ha dato un tocco di allegria e semplicità al video animato: è un invito al gioco, a non prendersi mai troppo sul serio, Sono davvero felice del risultato complessivo e dell’attenzione e della sensibilità prestata da Domingo Colasurdo e Luciano Liguori del GiDIEsse Studio nel registrare le nostre voci,
Quali sono i principali ostacoli per potersi affermare nel mondo dello spettacolo?
Essere indipendenti. Essere persone libere che credono che sia meglio realizzare qualcosa in cui si crede, anche a costo di non essere in tv, invece di seguire un percorso imposto che non somiglia per niente a quello che si desidera tracciare.
Vuol raccontarci un po’ del suo percorso artistico?
Vorrei tanto poter raccontare di aver cominciato oggi il mio percorso artistico, ogni giorno ricomincio da zero, per davvero! , Ho cominciato a danzare quando riuscivo appena a camminare e a cantare prima di imparare come si costruisce correttamente una frase, mi piace parlare dei progetti che desidero realizzare, desidero creare una nuova storia ed un nuovo percorso e molto presto ci sarà qualcosa di nuovo da farvi ascoltare!
C’è un artista in particolare con cui le piacerebbe potersi esibire?
Tra quelli morti e quelli vivi, quelli famosi e non, avrei una lista infinita, ma diciamo che la voglia di suonare e collaborare insieme a tanti artisti è il sogno più grande per me, la musica per me, è sempre stata condivisione, un modo per stare insieme alle persone,
Cosa significa la musica per lei?
Musica è “parlare” senza filtri, musica è la mia casa, un rifugio che resta lì, sempre, anche alla fine del giorno, quando tutto è andato alla grande o in un modo meravigliosamente disastroso, Musica è “ascoltare”, nelle canzoni che immetti nell’organismo, quelle cose che sembrano tanto parlare di te ma che non sai o che non oseresti mai dire a voce alta o nelle tue canzoni, e ringrazi l’artista che te le suona o te le canta, anche a notte fonda, in cuffia, per averti regalato un posticino nell’Universo in cui vivere, la Musica è un sogno ad occhi aperti, è la croce più pesante che si possa portare ed il gioco più bello che sia mai stato inventato, nella musica si nasconde una carezza di Dio sul nostro viso,
Qual è la sua paura più grande?
L’assenza di emozione, di sensazioni, paura di perdere la speranza, paura di perdere la fede, paura di assenza di umanità, paura di avere paura, e talvolta, per citare Oscar Wilde “paura di queste mani, bianche come porcellana”, sì, lo confesso, a volte ho un po’ paura di me, sono molto severa con me stessa,
Ha un rito scaramantico prima di un live?
Riti scaramantici non proprio, direi che le complicazioni organizzative ed essere “leggermente” di cattivo umore prima di esibirmi, mi portino abbastanza bene, quando le cose sono andate troppo lisce prima di salire sul palco, non mi sono mai sentita abbastanza soddisfatta dopo l’esibizione! Ho bisogno della giusta tensione, Poi, diciamo che mooolto intimamente ci sono delle preghiere e degli affidamenti che pronuncio in mente prima di sottopormi a qualsiasi prova,
Progetti futuri?
Un EP Concept di Cover tradotte, Un nuovo disco di inediti, e una mostra all’interno di una mostra dedicata naturalmente alla MUSICA, ho svelato fin troppo, ma prometto che se resterete sintonizzati, svelerò quanto prima tutti i dettagli, . a presto!!