Il Bagnoli Jazz Festival al PAN

Giunto alla sua seconda edizione, il Bagnoli Jazz Festival lascia le strade del quartiere per approdare al PAN (Palazzo delle Arti Napoli) in Via dei Mille. Sede prestigiosa senza alcun dubbio, questo palazzo nobiliare viene vissuto oggi -per volontà dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, con l’avvallo e l’ausilio di Regione e Provincia- come un centro permanente di arte contemporanea, dove lo spazio espositivo può trasformarsi in una sala per concerti, e dove la sperimentazione non riguarda solo l’ambito pittorico, ma può toccare anche quello musicale.

E’ in quest’ottica, infatti che va letto il nuovo progetto di Savio Arato, polistrumentista eclettico, qualche lustro di musica tra le mani, oggi parte integrante della storica compagine del Giardino dei Semplici; il progetto rende omaggio ad uno dei brani più apprezzati dal pubblico il cui titolo è “Bona jurnata“, da cui nasce il Bona jurnata jazz project, un sogno a lungo cullato dall’artista, ormai maturo per dar voce ad una voce che non è solo falsetti e controcanti, ma si presta all’interpretazione di numerose pietre miliari del canzoniere classico napoletano tra cui spicca “Indifferentemente“. Brano facile solo in apparenza, Arato non teme il confronto con interpreti più blasonati e si cimenta, con ottimi risultati, anche grazie all’apporto di “musici” del livello di Pino Tafuto al piano, Roberto Giangrande al contrabbasso e Enzo Pinelli alla batteria. La formula ticket+cd, da sempre proposta dall’associazione Bagnoli Power per contenere i costi e diffondere la Musica e portare all’attenzione del pubblico napoletano i gioielli nascosti che questa Terra martoriata produce, si è rivelata vincente anche in questa occasione. Il sold out era un target alla portata di questo artista, che ha saputo aggregare i suoi amici, i suoi aficionados e gli estimatori del PAN. Almeno un terzo del pubblico presente in sala, infatti, durante gli applausi giustamente tributati a questo ensemble, chiedeva notizie dell’artista e del cd esposto all’ingresso, poichè, pur non conoscendolo, sono rimasti colpiti da questo viaggio in musica che, passando da “Canzone appassiunata”, ha saputo regalare inediti dello spessore di “Spina ‘e rosa” (Arato-Augiero-Boccia), che sembra il naturale compendio di brani come “Grosso come una noce” e “Bona jurnata”.

Arato, da sempre schivo e avaro di parole, ha regalato un augurio “ecumenico” al pubblico presente in sala e ha ricevuto il giusto tributo quando ha bissato “Bona jurnata” chiedendo di cantare insieme a lui; gli amici non si sono tirati indietro, poichè erano già stati deliziati dall’interpretazione di “Catarì”, dove il maestro Pino Tafuto ha trovato il giusto spazio, regalando agli astanti la sensazione di assistere a una di quelle piccole magìe che si chiamano improvvisazioni sullo spartito e che, invece, sono frutto di un lavoro prezioso, celato dall’umiltà e dalla professionalità di chi ama la Musica prima e il proprio curriculum poi.

Il CD, dedicato a tutti gli “amori” di Savio Arato, si avvale di collaborazioni prestigiose tra cui Genny Esposito, Mario Sellitto e il rap di Jay Di Biase per  una “Lazzarella” allegra, svecchiata e cantabile ad un ritmo che va di pari passo a quello dei nostri tempi.

Su Monica Lucignano

Redattore

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