Nino Buonocore in Live Acustico

Duo Buonocore Di Battista

La prima data del 2016 per Unplugged Festival al Nuovo Teatro Sancarluccio ha visto il 6 gennaio Nino Buonocore e Nico Di Battista in duo con il loro in ‘Live acustico

Il duo Buonocore –Di Battista risale al 1989, dove al percorso artistico si è aggiunto quello di un’antentica amicizia nel tempo, il cui feeling artistico ha un’ottima resa sul palco, cui seguirà il progetto discografico da realizzare entro l’anno.

Nino Buonocore ha presentato ogni brano spiegando l’emozione, la scintilla che ha dato il via alla creazione dei suoi frammenti di vita, che hanno caratterizzato anche i periodi del suo pubblico che calorosamente è accorso per ascoltarlo, dove si è creata un’atmosfera di grande intimità.

Il compositore partendo dalla sua timidezza che lo ha spinto a trovare un modo di comunicare con gli altri affidandosi alle note, ha toccato i vari temi e spunti della sua musica, che rispecchia una sensibilità tenera e fragile, mai fuori termini, spiegando anche che il suo ‘cantare in italiano ’ non lo fa sentire meno partenopeo, dando una magnifica spiegazione di cosa significa essere napoletani.

Spesso mi hanno accusato di non amare la mia terra, perché canto prevalentemente in italiano, bisogna capire certe cose. Penso di essere molto, ma molto più napoletano di tanti altri che invece ostentano questo vessillo e questa appartenenza. Essere napoletani non significa per forza mangiare la pizza con la ‘pommarola’ ,  essere napoletani significa essere diversi, perché abbiamo una storia importante in noi, una storia per certi versi un po’ controversa, un po’ strana, con profondissime radici culturali e storiche. Noi siamo un popolo diverso, questa diversità non si esprime queste cose folkloristiche, ma anche la capacità mentale di mettere in musica, in versi quello che pensiamo. Siamo un po’ tutti artisti noi napoletani, ma soprattutto abbiamo un cuore, e non è una frase fatta, perché giro tanto ed ho conosciuto tante persone, ma quella caratteristica, quel modo di trovare una sintonia con gli altri, ce l’abbiamo solo noi, non c’è niente da fare. Abbiamo questa capacità che è innata in noi, questa è la grossa cifra della napoletanità , la capacità di essere disponibili, sorridenti, sempre, anche quando le cose ci vanno male”.

Nino

I brani presentati sono tratti dal suo percorso artistico e discografico, un viaggio tra le note che sanno trasmettere emozioni, aprendo la serata con ‘Se mi vuoi’ passando per ‘Tra le cose che ho’, ‘Il mandorlo’ ed ‘I treni d’agosto’ (da ‘La naturale incertezza del vivere’ del 1992), ‘Vorrei darti di più’, ‘Rosanna’ (da ‘Una città tra le mani’ del 1988), ‘Solo un po’ di paura’ e ‘Abitudini’ (da ‘Sabato, domenica e lunedì’ del 1990), ‘E se qualcuno domani’ e ‘Si è fatto tardi’(da ‘Libero passeggero’ del 2004), fino all’ultimo lavoro discografico ‘Millenovecento73’ e ‘L’amore che non vedi’ (da ‘Segnali di umana presenza’ del 2013), solo per citarne qualcuno.

Buonocore ha definito la serata un incontro tra amici davanti da un camino, dove il pubblico ne rappresentava il calore, spingendo il musicista a commentare il proprio divertimento scaturito dal feeling con il pubblico presente, che ha reso impagabile la serata. Proprio quel ‘suonare tra amici’ ha spinto il compositore a registrare due brani ‘Scrivimi’ e ‘Si è fatto tardi’ per l’abum ‘Libero passeggero’ a casa sua.

Nino BN

Quando l’atmosfera è stata sufficientemente calda ha compiuto l’esperimento di far cantare il pubblico sul brano ‘Scrivimi’ con grande risultato e soddisfazione di tutti i presenti .

Ottimo l’accompagnamento di Nico Di Battista con i suoi assoli, elaborati con la DB Guitar 2.0 che ne ha sottolineato il talento, ha colorato d’intensità i brani, per un concerto da vivere con la stessa intensità di quando l’età permetteva di avere meno pensieri ed un cuore più leggero.

Di Battista

 

Abbiamo posto qualche domanda a Nino Buonocore prima del concerto.

L’ultimo disco ‘Segnali di umana presenza’ ha un respiro musicale ampio, inglobando diversi generi. Dopo aver rielaborato in chiave jazz i suoi successi, che fine ha fatto il jazz?

Le caratteristiche di questo disco portano al jazz. A volte siamo un pò categorici, abbiamo una mentalità categorica nel definire la musica., io parto dal presupposto che la musica o è buona o è brutta. Francamente credo che nella mia musica ci sia sempre stato il jazz, fin dai primi dischi, solo che combattevo con questo altro me stesso, cercavo di tenerlo un po’ a freno. Nell’ultimo disco non credo di aver fatto una scelta estrema, nel senso che ho lasciato che le canzoni si esprimessero nella loro veste naturale, senza costringerle in abiti che magari stanno stretti e che poi non possono portare per lungo tempo, io credo che questo debba fare un musicista, rispettare innanzitutto sé stesso.

La sua parsimoniosa visibilità da cosa deriva? Una scelta o altro?

La mia non è una scelta, è purtroppo una condizione, io dico che probabilmente oggi bisogna combattere con quello che è il concetto di visibilità. Se per visibilità noi intendiamo televisione, radio, purtroppo questi mezzi di comunicazione ormai sono appannaggio di pochi, credo che sia difficile accedervi a meno che non si faccia parte di qualche famiglia, di qualche parrocchia. In verità devo dire che non sento tanto questa mancanza, perché a me non è mai piaciuto mostrarmi, a me fa più piacere suonare e vedermi mentre faccio quello che so fare. Francamente stare davanti aduna telecamera, anche se porta sicuramente grande visibilità e grandi vantaggi anche dal punto di vista economico, è una scelta che si fa con grande serenità, io ho deciso di fare il musicista per gli anni che mi restano da vivere, ho fatto secondo me una scelta serena.

Lo spettacolo di stasera al Sancarluccio del Live Acustico, riporta all’essenza del musicista?

Ho scoperto qualche tempo fa, devo dire non è stata una mia idea ma di Nico Di Battista che mi accompagna in questo piccolo tour in duo, lui mi disse una cosa che mi fece molto riflettere, io ho sempre pensato in grande nella mia musica, perché al di là della composizione ho sempre guardato avanti, oltre la composizione, anche al vestito della composizione che deve indossare. C’è stato un momento in cui Nico sentendomi cantare a casa mi ha detto ‘Perché non le fai tu da solo le canzoni? Hai una capacità evocativa così forte, così giusta. Molte volte le sovrastrutture possono anche danneggiare. Prova a fare una cosa così, magari ti diverti ’ diceva, e proprio ‘quel magari ti diverti’ è stata la chiave. Risposi di farla insieme, dato che aveva suonato con me in tanti dischi, così ho proposto di metterci insieme e fare una cosa per divertirci. Quindi senza l’affanno di fare una cosa per forza, il giorno che non ci divertiremo più smetteremo.

Ci saranno altre date di questo tour in duo?

E’ un tour aperto, non voglio avere delle barriere temporali per quanto riguarda il tour, io suonerò fino a quando ce la farò, quindi lo manterrò aperto almeno per quanto riguarda il duo. Con il gruppo è un discorso più complesso, più difficile da tenere come tour aperto. In ogni caso il prossimo appuntamento del duo è previsto per il 29 di gennaio. Nel frattempo suonerò al nord, speriamo che vada tutto secondo i nostri progetti, i nostri concerti si basano sul fatto che noi ci dobbiamo divertire, se non ci divertiamo non ci andiamo.

Nino Camerino