FunkOff

Things Change parla Dario Cecchini dei FunkOff

Karina FunkOff

Prosegue per i FunkOff la presentazione del loro ultimo disco ‘Things Change’ che li vedrà il 5 luglio sul palco dell’European Jazz Expo di Riola Sardo, accompagnati dalla splendida voce di Karima, prima di approdare dal 9 al 19 a Perugia per il consueto appuntamento di UmbriaJazz.

Abbiamo posto alcune domande al band leader Dario Cecchini riparlarci del nuovo disco.

Things Change, quali sono le cose che sono cambiate per i FunkOff?

Sono cambiate tante cose, se pensi che questo gruppo sta insieme da 17 anni è ovvio che siamo cambiati, sono cambiate le nostre vite. Quando è iniziato il gruppo io ero l’unico che aveva una famiglia, un lavoro, oggi sono giovani uomini, con famiglia e che lavorano. Siamo cresciuti tutti insieme, anche tutto quello che ci ruota intorno a tutti i livelli. Things Change in realtà è un titolo di un pezzo, poi è diventato il titolo dell’album, è stato un titolo un profetico per alcune cose che si sono verificate.

Copertina del Cd, della serie : ‘la messa a nudo dei FunkOff’. Simpatica e sbarazzina, a cosa è dovuta questa scelta? Richieste da parte del pubblico femminile?

No, per la verità le foto a torso nudo sono state pensate dalla LBL che sta curando la nostra immagine, in realtà volevano che ci facessimo delle foto con nudo integrale coperti dagli strumenti musicali, ma siamo giunti ad un compromesso.

L’inserimento della voce nei vostri brani resta una cosa prevalentemente da studio o pensate, un domani, di poterla portare in giro con la marching band?

Nei teatri già lo facciamo, camminando non ha senso, poi uccidi le voci. In molti dei nostri dischi ci sono brani cantati, ma ora marciando noi non cantiamo più i brani perché ci lasci la voce.

Cos’è questa storia della tradizione di un brano con il flauto nei dischi dei FunkOff?

Suono il flauto, mi piace tanto, non so se c’è o ce lo trovo io lo spazio per inserire un brano con il flauto, in questo album c’è ‘Yin e Yang’ ed in quello precedente c’è ‘Tre dias em San Paulo’ (Power to the music), poi ‘The cool waitress’ nel primo (Uh Yeah), ‘Un due e tre’ (Little beat).
Il flauto si muove in un range completamente diverso rispetto al sax baritono, è un pò come quando uno parla un’altra lingua, pensa in un’altra lingua, così faccio io con il flauto.

Come è nato l’incontro con Karima e l’idea di una coesibizione sul palco? Quali brani canta del vostro repertorio?

Karima canta due brani nostri, che sono i due cantati nell’ultimo cd, da Avery Sunshine e Raul Midon, che sono ‘Dance with me’ e ‘Deja Vu’. Collaborazione vuol dire lavorare insieme, io ho messo le mani sulla composizione di Bacharach dal titolo ‘ Waiting for Charlie’. L’idea è di continuare, Karima sta lavorando su ‘Io vivo’ un brano che avevo scritto con le parole in italiano e lei ci sta mettendo il testo in inglese. La collaborazione mi è venuta in mente, perché cercavo una cantante brava a cantare in inglese, che avesse un background funk, soul, jazz, così mi è venuta in mente lei, poi è toscana, siamo anche vicini.

Avete già numerose band ‘figliocce’ , che si sono ispirate a voi. Voi che siete stati i primi in Italia a proporre una marchino band, come vi sentite? Temete la concorrenza?

Alcune marching band ammettono la loro ispirazione da noi, altre invece fanno un pò i fenomeni, sembra che se lo siano inventati. La concorrenza quando è leale fa bene. La musica non è lo sport, noi seguiamo il nostro processo artistico e creativo. Io ho fatto dei seminari per le marching band, vado nei conservatori, ad esempio il Conservatorio di Campobasso mi ha chiesto 5 o 6 brani dei FunkOff per eseguirli. Ad esempio la nostra sezione ritmica è presa a modello proprio per la strumentazione, le persone ci scrivono le email chiedendoci che piatti usate, che pelli usate, chi vi fa queste cose, siamo un punto di riferimento, fa piacere esserlo, anche perché l’esperienza nostra è realmente maggiore rispetto agli altri.

Pensi che la cultura musicale e l’apertura nei conservatori della cattedra del jazz, sia pronta per avere anche una cattedra di marching band?

Non lo so, non credo (sorridendo). Certo che la gran parte dei musicisti che suonano nelle marching band hanno studiato in conservatorio, che ha interesse verso questo cambiamento di direzione della musica da banda.

UmbriaJazz è per i giovani musicisti una ribalta di tutto rispetto, nonostante la crisi.

Le opportunità ci sono, ma ai palchi ci arrivi dopo un pò, il problema è che tutto intorno sta diminuendo, per i giovani fare esperienza sta diventando veramente complicato, sia dal punto di vista gestionale che economico. Vedo però che le classi nei conservatori sono sempre piene, vuol dire che la voglia c’è, la cultura prima o poi dovrà tornare.

Quanto incide questa crisi sul tuo lavoro? Ti ritrovi con difficoltà oggettive a causa di questa crisi?

Io non mi lamento perché suono oltre ai FunkOff anche con altri gruppi ed insegno. Quando ero un ragazzino si suonava di più nei club e si guadagnava di più, oggi si suona meno e si guadagna meno. Si parlava l’altro giorno con dei musicisti miei coetanei, non era facile nemmeno quando eravamo ragazzi noi, però oggi è più difficile. Ci sono le scuole che tirano su, prima c’era una scrematura più naturale, i ragazzi che vengon fuori dalla scuole cercano degli spazi. Bisognerebbe fare di più per i giovani, però non è facile, soprattutto succede che certi vanno a suonare per pochi soldi, questo fa abbassare non solo il livello della musica, ma spesso anche a livello economico.

Qual è la difficoltà di fare musica oggi? Sia dal lato organizzativo che divulgativo.

Se ti parlo dell’esperienza dei FunkOff il lato organizzativo è abbastanza grosso, siamo in 15, abbiamo un management in Around Jazz che ci segue, cerca di togliere pesi dalle mie spalle, e dagli altri che si interessano di questo. Però anche per i piccoli gruppi è abbastanza complicato tenere insieme le band. Ad esempio sto leggendo la biografia di Thelonius Monk, uno prima suonava nella formazione e faceva tanti concerti con Monk, oggi non credo li faccia più nessuno, forse gli americani riescono a tenere un gruppo e dire ‘io suono con quel gruppo’, in Italia tutti i musicisti che conosco hanno più progetti. Da una parte è bello perché la musica si nutre di musica, quando suono con gli altri musicisti dò il mio contributo alla loro musica ma assorbo qualcosa dalla loro. La musica fondamentalmente deve essere vissuta come un’arte secondo me, è ovvio che chi fa il musicista deve cercare di avere dei diritti e di guadagnare per poter vivere, ma la musica deve essere vissuta come arte, e se la vivi come arte lo scambio con gli altri musicisti è fondamentale, perché tu dai te stesso alla loro musica e la loro musica ti da delle sensazioni, ti arricchisce.

Prossimi progetti musicali, anche se hai sempre qualche brano già pronto per un prossimo cd.
Ma se ti perquisisco, esce qualche spartito nascosto?

Al momento no. I FunkOff hanno sempre lavorato così, mettiamo su la musica, registriamo il disco, già durante la registrazione io scrivo altri pezzi che saranno quelli del disco successivo, infatti del disco successivo a ‘Things Change’ abbiamo già sette pezzi pronti. Il disco nuovo in qualche senso già c’è, ma c’è bisogno di maturarlo, di suonarlo, di farlo nostro.

Prossimo appuntamento UmbriaJazz.

Noi ad UmbriaJazz faremo due palchi, (due concerti sul palco e non marciando, n.d.r.) il primo sabato l’11 luglio in Piazza Carducci, ed il 17 in Piazza IV Novembre con Avery Sunshine ospite .

Il prossimo anno, visto che compirete 18 anni prevedere festeggiamenti?

Non lo so , di solito le date importanti le abbiamo festeggiate ai 7 anni, ai 10, i 15, l’idea mia era di aspettare i venti. Chissà dipende… Things Change.

Su Laura Scoteroni

Partenopea di nascita, viterbese di adozione. Giornalista con la passione per la cultura, la musica di qualità, la poesia. Attraverso le parole fermo il tempo di avvenimenti, note e immagini. Scrivere per me è come respirare, se possibile senza asma.