Marco Spagnoli è il regista del docufilm “Enrico Lucherini, Ne ho fatte di tutti i colori”, presentato con successo nell’ultima edizione della Festa di Roma nella sezione “Eventi”, andato in tv a partire dal 31 ottobre su Sky Arte.
Com’è stato quest’ultimo lavoro?
<<Molto divertente ed impegnativo ma sicuramente interessante dal punto di vista umano e cinematografico. E’ stata un’esperienza unica relazionarsi con una grande personalità come Enrico Lucherini, che in qualche maniera scoperchia il vaso di Pandora dei suoi racconti, dei suoi aneddoti, delle sue “lucherinate”, di tutte le cose che ha fatto per lanciare un numero incalcolabile di film, attori, attrici e registi>>
“Hanno vinto loro!” dice con tono semisconsolato Enrico Lucherini, ma chi sono i ‘loro’ cui si riferisce?
<<Semplicemente quelli che l’hanno seguito, i suoi colleghi ed amici che oggi fanno i press agent. Ovvero quell’attività che lui ha inventato sessanta anni fa e che ha portato avanti con passione ed entusiasmo fino al 2012 quando ha deciso di ritirarsi dalla promozione cinematografica per dedicarsi solo alla Fiction>>
Qual è il soggetto del suo docufilm “Ne ho fatte di tutti i colori”?
<<E’ il racconto di sessanta anni di grande cinema italiano narrato da Lucherini, uno dei suoi più autorevoli protagonisti, amico personale di Fellini e Mastroianni, un vero e proprio mago della comunicazione. Questo non è un documentario sul più grande press agent italiano, o almeno non solo. È un viaggio dietro le quinte dello spettacolo, accompagnati dalla migliore guida possibile. È come entrare nella caverna di Prospero il colto e nobile mago della Tempesta di Shakespeare, il giorno in cui ha deciso di rompere la bacchetta e di lasciare la scena, rivelando così allo spettatore tutti i suoi incantesimi>>
Quale aspetto della figura di Lucherini l’ha particolarmente colpita al punto da realizzare un’opera sulla sua persona?
<<Sicuramente è un grande stratega, è uno che ha inventato un mestiere. Enrico ha ideato la comunicazione quando non esisteva. Nel film abbiamo cercato di rivelare i suoi incantesimi, provando a raccontare la sua genialità, “spiandolo” mentre incontrava i suoi amici, trasponendo sullo schermo alcune delle storie che ha inventato e delle persone che ha conosciuto.>>
Lucherini… una vita per il cinema la sua…
<<Sono oltre ottocento i film di cui ha curato la promozione tra cui, per citarne solo un paio, capolavori come “La dolce vita” e “Il Gattopardo”, decine di fiction e spettacoli teatrali che costituiscono l’eredità professionale di un artista in primis.>>
Il documentario si compone di tantissime interviste di amici che parlano di lui…
<< Ci sono tutti i suoi grandi partner, i registi Ettore Scola, Carlo Verdone, Giuseppe Tornatore, Leonardo Pieracioni e Paolo Virzì, Rocco Papaleo ,che Lucherini, con uno stratagemma fece esordire alla regia di un corto, gli attori Gabriel Garko e Jean Sorel, le attrici Monica Bellucci, Cristiana Capotondi e Adua De Vesco, i compagni di sempre Irene Ghergo, Claudio Masenza, Nunzio Bertolamic e il socio Gianluca Pignatelli insieme alla nipote Benedetta Lucherini eredi dello studio>>
Nella nostra epoca cosa è cambiato nell’attività degli uffici stampa ? Cosa adesso veramente manca che prima c’era?
<<Enrico Lucherini ha potuto seguire le dive, che oggi non esistono più. Ci sono le star, le attrici, anche molto belle, ma non le dive. Ha fatto il publicest di Sofia Loren, quando stava vincendo l’Oscar per “La Ciociara >>
Al di là della figura di Lucherini, il messaggio di questa sua ultima opera?
<< Questo documentario chiude idealmente la trilogia de “La Dolce Vita” , iniziata tre anni fa con un documentario su Giovanna Cau, l’avvocato di Fellini, della Loren e di Mastroianni, a proseguire con Giuliana Montaldo,regista,che all’epoca faceva l’aiuto di grandi autori. Lucherini è il terzo di questa trilogia di personalità. Sono tutti ultra ottantenni e hanno tutti una vitalità, un’energia e una grande passione che li guida,ed io non penso sia un caso. Credo che l’età anagrafica sia relativa quando c’è una forza che ti da soprattutto un senso di eterna giovinezza. Si tratta di una grande lezione di vita, non soltanto una lezione di cinema>>