Incontriamo il Maestro Stefano Mainetti in vista della presentazione da parte dell’ACMF (Associazione Compositori Musica per Film) in collaborazione con Accademia del Cinema Italiano – David di Donatello delle candidature musicali al Premio.
Stefano Mainetti, compositore e direttore d’orchestra, autore di colonne sonore, docente di Composizione per la Musica Applicata alle Immagini presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma e uno dei fondatori dell’ACMF. Scrive musiche per cinema, teatro e televisione e a oggi portano la sua firma oltre 100 colonne sonore in Italia e negli Stati Uniti.
Maestro Stefano Mainetti, benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. Come si è svolta la serata?
Molto piacevolmente. Sono state presentate le candidature ai David per il miglior compositore e per la migliore canzone. Il tutto si è svolto in maniera informale ma allo stesso tempo tecnica; questo è stato possibile grazie al fatto che le interviste ai candidati sono state fatte dai membri stessi della nostra associazione, l’ACMF. Quindi compositori che hanno presentato altri compositori, senza interposta persona, nessun presentatore. Dopo la proiezione di una breve clip del film alcuni di noi si sono alternati chiacchierando amabilmente con i candidati delle 2 cinquine, ma le domande sono rimaste sempre su un piano artistico musicale.
Le candidature quale scenario musicale hanno lasciato intravedere dopo un periodo storico di pandemia?
Molte delle colonne sonore e delle canzoni selezionate sono state composte e prodotte durante la pandemia, questo ha comportato alcuni adattamenti soprattutto dal punto di vista tecnico; per le rigide norme di sicurezza che si sono dovute osservare non è stato possibile registrare le orchestre a pieno organico contemporaneamente, si è quindi optato per registrare piccoli gruppi alla volta e, in alcuni casi, anche un musicista alla volta. Successivamente si sono sovrapposte tutte le registrazioni dei singoli orchestrali ricostruendo in post produzione quello che doveva essere l’organico orchestrale originale. In alcuni casi si è fatto ricorso anche a registrazioni da remoto, magari con il compositore in una città e l’esecutore in un’altra. Sono sistemi che si utilizzano abbastanza spesso ma mai come in questo periodo, dove è stato praticamente un sistema obbligato.
Pivio, presidente dell’Associazione Compositori Musica per Film (ACMF), ha commentato la notte degli Oscar 2022 a Los Angeles “denunciando” delle scelte a detrimento, in un certo senso, di categorie fondamentali per un film come quella delle colonne sonore… Qual è la sua opinione in merito?
L’Academy americana non è stata riconoscente nei confronti della musica, relegando la premiazione della migliore colonna sonora ad un ruolo tecnico. Di fatto il vincitore dell’Oscar è stato premiato d’ufficio e non era presente nella serata andata in onda in mondovisione. Appellandosi a ragioni essenzialmente di carattere commerciale gli organizzatori hanno dimenticato con troppa facilità l’importanza che la musica ha sempre avuto nei film, la colonna sonora è parte integrante del tessuto narrativo ed è inscindibile dall’opera filmica. Il compositore è autore a tutti gli effetti, insieme al regista, all’autore del soggetto e allo sceneggiatore. Per di più l’origine della musica per film è quella nobilissima del melodramma, dell’Opera, dove diverse forme d’arte si integrano alimentando un processo che porta ad un coinvolgimento dello spettatore sollecitato sul piano multisensoriale, e per fare questo ci volevano… e ci vogliono ancora dei compositori. L’autorevole rivista Variety ha scritto un accorato articolo su questo argomento, rivendicando il ruolo centrale della musica per film agli Oscar. Spero solo sia stato un evento sporadico e che il prossimo anno la musica a Hollywood possa riconquistare la posizione che gli è dovuta.
Il nostro Premio italiano più importante sul Cinema, il Premio David di Donatello, avrà il giorno 3 maggio in prima serata su Rai1 la Cerimonia di premiazione della 67esima edizione… cosa dobbiamo aspettarci?
Mi aspetto un periodo di rinascita, spero che questa pandemia ci sia servita per riflettere e per maturare. Ci siamo dovuti fermare tutti per parecchio tempo ed è stata dura, ma ci sono anche degli aspetti positivi in momenti bui come questo, l’arte in particolare ne può trarre vantaggio; quasi sempre in passato le cose migliori sono venute fuori dopo periodi di sofferenza e in questo la musica non fa eccezione.
Quali progetti futuri personali la vedranno coinvolto?
In questo periodo sto lavorando molto con il teatro, sto scrivendo le musiche per una tragedia greca: Fedra, di Seneca. Comporre per il teatro è diverso rispetto al cinema e alla televisione, è un’esperienza più intima e circoscritta. Gli organici in gioco sono ridotti ed il rapporto con il regista non è mediato da nessun’altra figura. Sto anche preparando la colonna sonora per un Macbeth, di Shakespeare, debutterà alla Pergola di Firenze ed avrò la possibilità di lavorare con i musicisti dal vivo, sul palco… sempre una grande emozione. Continuo poi con l’insegnamento della Composizione applicata al Conservatorio di Santa Cecilia, sono molto fiero dei miei allievi e del lavoro che stiamo facendo insieme.