Toni Servillo è nella lista dei 25 migliori attori degli ultimi 20 anni, una classifica redatta dal prestigioso New York Times.
L’attore partenopeo si trova al settimo posto della graduatoria dei 25 migliori attori, che al primo posto del podio vede lo straordinario Denzel Washington, seguito da Isabelle Huppert, Daniel Day-Lewis, Keanu Reeves, Nicole Kidman, Song Kang Ho, Zhao Tao, Viola Davis, Saoirse Ronan, Julianne Moore, Joaquin Phoenix, Tilda Swinton, Oscar Isaac, Michael B. Jordan, Kim Min-hee, Alfre Woodard, Willem Dafoe, Wes Studi, Rob Morgan, Catherine Deneuve, Melissa McCarthy, Mahershala Ali, Sônia Braga e Gael García Bernal.
Toni Servillo è presentato come il Jep Gambardella de La Grande Bellezza ma anche come l’interprete che ha “sviluppato una simbiosi” con Paolo Sorrentino.
Il prestigioso giornale americano New York Times ha quindi nominato, tra i tanti film del grande Servillo, “L’uomo in più”, “Il Divo”, “Loro”, ma tantissime altre sono le pellicole che hanno consacrato Toni Servillo come artista dall’indubbio talento e immensa bravura.
Servillo, sempre in coppia con Sorrentino, dal prossimo anno e con la speranza che si possano avere le riaperture dei teatri e dei cinema, ci sorprenderà con È stata la mano di Dio; inoltre, sempre nel 2021, si prevedono altri due interessantissimi film: Qui rido io di Mario Martone, il cui ruolo sarà quello di interpretare Eduardo Scarpetta, e Dall’interno di Leonardo di Costanzo.
Nota biografica sul personaggio di Jep Gambardella
Jep Gambardella è un navigato giornalista di costume e critico teatrale, un uomo affascinante, impegnato per lo più a vagare tra gli eventi mondani di una Roma immersa nella bellezza della sua storia e nella superficialità dei suoi abitanti d’oggi, in un contrasto impietoso. Cimentatosi in gioventù anche nella scrittura creativa, è autore di una sola opera, L’apparato umano. Nonostante gli apprezzamenti e i premi ricevuti, Gambardella non ha più scritto altri libri, non solo per sua pigrizia, ma soprattutto per un blocco creativo da cui non riesce a uscire. Col tempo, lo scopo della sua esistenza è diventato quello di trasformarsi in “un mondano”, ma non un mondano qualunque, bensì “il re dei mondani”.