Spiderman no way home

Spiderman: no way home – Recensione

Parliamo del film Spiderman: no way home e di quello che il film lascia a dispetto di ciò che racconta la critica.

Spiderman no way home

Sarò sincera, non sono mai stata una fan di Spiderman in generale. Ho sempre trovato la sua storia poco entusiasmante ed originale, e a tutt’oggi non ho visto tutti i film a riguardo.

Forse è per questo che non aspettavo con lo stesso entusiasmo del mondo intero l’uscita di questo in particolare. O forse perché ho trovato i due che lo hanno preceduto abbastanza noiosi e non mi dilungherò in altre critiche che è meglio.

Sarò sincera, di nuovo, e ammetterò tranquillamente di essere andata al cinema solo per poter vedere gli altri personaggi presenti e mi sono ritrovata sopraffatta.

Questo Spiderman ci era stato presentato come goffo, irresponsabile. Vuoi per la sua giovanissima età, non ha fatto altro che combinare casini, ai quali però in questo film ha provato a rimediare.

E’ cresciuto, ha affrontato le gioie e i dolori del condurre una doppia vita, e ha vinto, trasformandosi.

Ha conosciuto altre versioni di se stesso, venuto in contatto con mondi e orrori che non pensava nemmeno lontanamente potessero esistere.

Ma, soprattutto, ha capito di non essere solo un ragazzetto sopraffatto dagli eventi. Ha capito di essere un eroe di cui il mondo ha bisogno, proprio come gli altri Avengers suoi colleghi.

E’ stato bellissimo, e non lo avrei mai sperato, sentire applausi e grida sulle stesse scene da parte delle persone in sala.

Grazie alla Marvel per aver concluso nel miglior modo possibile la storia del suo supereroe più sottovalutato.
E grazie a Tom Holland per essere nato per interpretare perfettamente questo ruolo.

Su Barbara Aragona

Barbara Aragona, italiana residente a Londra con fierezza da ormai sei anni, scrive di ciò che più le interessa e piace, sfogando nella scrittura la sua indole da fangirl seriale.

Lascia un commento