Gabriele Salvadores al Comicon 2015

La XVII edizione del Napoli Comicon ha avuto un ospite d’eccezione: il regista premio Oscar Gabriele Salvadores che il 1 maggio ha partecipato ad un intervento moderato dal direttore di ‘Best MovieGiorgio Viaro, con Gianmaria Tammaro, parlando del cinecomic italiano ‘Il ragazzo invisibile’.

Con la grazia e la disponibilità che lo contraddistingue Salvadores ha confermato il sequel del film ‘Il ragazzo invisibile’ che dovrebbe uscire per l’autunno del 2016, intervenendo dopo la proiezione del film ad un dibattito con il pubblico rispondendo alle domande poste.

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Nell’intervento introduttivo Giorgio Viaro ha comunicato che successivamente al film è stato pubblicato un fumetto e due concorsi: uno musicale per nuovi talenti, con band che hanno composto la colonna sonora del film, delle quali fino ad ora ne sono state scelte tre; l’altro è legato alle scuole in collaborazione con Agiscuola nel quale è stato chiesto ai ragazzi di proporre un’idea per il sequel.

Salvadores cita il jazzista Miles DavisSe vuoi rimanere interessante suona con gente più giovane di te’ sottolineando l’interazione reale con i giovani, avvalendosi del nuovo tipo di medialità qual è Internet ed il suo mondo al quale i giovani sono così interconnessi. Commentando poi ‘Il web offre tante possibilità negative, ma qualche possibilità positiva ce l’ha ed una di queste è quella di poter discutere in rete un progetto, farlo crescere in questa maniera’.

Illustra la nascita dell’idea del film, della scelta di un potere molto particolare come quello dell’invisibilità, che così bene si innesta nel contesto adolescenziale nel rapporto con gli altri, commentando circa ‘il desiderio o la paura di essere invisibili agli occhi degli altri’ come spesso accade tra i giovani, in particolar modo nel protagonista che ha 13/14 anni.
Scherza poi sull’economicità del superpotere scelto, che a prima vista poteva apparire privo di implicazione di grossi investimenti, ma che invece nella sua complessità ha richiesto molti effetti tecnici, soprattutto di quelli al computer, girando ogni scena ben quattro volte.

Salvadores ha poi spiegato da cosa è nata la volontà di fare questo tipo di film, cioè quello di riempire uno spazio che fin’ora mancava al cinema italiano. L’intenzione di fare un cinema che non sia solo fine a sé stesso, ma non abbassandone il livello qualitativo, citando Bertold Brecht dove ‘Il compito dell’artista è stare almeno un passo davanti al suo pubblico – commentando – ma sicuramente non dieci perché poi lo perdi di vista’.

Confida circa il lavoro svolto per superare la diffidenza del pubblico, non solo dei critici e degli addetti ai lavori, perché il proporre un film di supereroi fatto in Italia :’[…] io per primo da pubblico direi chissà come viene. Invece non è vero perché siamo bravi tecnicamente, sto parlando dell’aspetto della messa in scena’ .

La scommessa iniziale di Salvadores sulla centratura dell’obiettivo consistente nell’immedesimazione nel personaggio da parte del pubblico, è stata vinta a pieni voti. Ora non resta che attendere l’uscita del secondo episodio.

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