Manuela Ventura
Manuela Ventura

Manuela Ventura: sono terra, mare e Sicilia

Manuela Ventura ha un curriculum di tutto rispetto, alle spalle. Dopo essersi diplomata all’Accademia Silvio D’Amico, a Roma, ha preso parte a tanti lavori, tra spettacoli teatrali, cinema e film. La ricordiamo tutti in, “Questo nostro amore”, accanto alla collega Anna Valle con cui, proprio adesso, condivide un nuovo successo targato Rai, Lea – Un nuovo giorno, nei panni dell’infermiera Favilla Mancuso.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Manuela Ventura. Come stai?

Procede tutto a meraviglia! Al momento sono in una pausa lavorativa legata allo spettacolo teatrale, “Baccanti” da Euripide, produzione Teatro Stabile di Catania. C’è nuovamente una ripresa dello spettacolo dal vivo, fa piacere, anzi è emozionante.

E per visitare il Teatro Stabile di Catania, non c’è nulla di meglio che un viaggio in Sicilia:

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Volevo appunto chiederti di parlarci dello spettacolo, “Baccanti di Euripide”, per la regia di Laura Sicignano?

Lo spettacolo nasce nel 2020 per essere poi bloccato, purtroppo, dalla pandemia. Finalmente ora vede la luce. L’Euripide maturo, riadattato nel testo dalla regista, assume un linguaggio più contemporaneo che tiene solida la materia tragica e poetica pur dando concretezza a questi personaggi e tematiche che risiedono nel testo. Uno scontro, per semplificare, tra la parte più irrazionale, rappresentata da Dioniso, e la parte più rigida, rappresentata invece da Re Penteo. Uno scontro che, a suo modo, si risolve in una apparente via senza uscita. Ma, ad ogni modo, dalla distruzione forse la rinascita, non è detto che sia la fine di tutto. Si tratta di un’indagine spietata, che tocca le viscere della terra, le scuote come un terremoto e che vuole spingerci ad un confronto profondo con la natura, con il nostro essere più profondo. Un po’ come il teatro, che attraverso la finzione ci porta in un’altra dimensione, in un nuovo altrove.

Quanto ti è mancato il teatro durante questo periodo di fermo?

È mancato tanto, sia da attrice che da spettatrice! Non puoi non sentirne la mancanza, come esercizio dell’anima, dell’immaginazione, come vero e proprio allenamento. Prima di ogni spettacolo, ad esempio, svolgiamo un esercizio fisico, specie in questo ultimo spettacolo di cui vi parlavo e, a suo modo, anche quello mi è mancato. A venire meno, è stata anche la relazione umana sia con i colleghi che con il pubblico.

Manuela Ventura
Manuela Ventura

Quali consapevolezze ha apportato al tuo vissuto tutto ciò che abbiamo vissuto in seguito a questa pandemia?

La nostra categoria, in termini di diritti e tutele, ha affrontato un momento duro ma questo, allo stesso tempo, ci ha permesso di rimetterci in discussione, in connessione tra di noi, in varie parti d’Italia, confrontandoci per capire su cosa lavorare, provando, così, a dire la nostra. Di certo viviamo in un paese in cui si fa fatica a lavorare nel mondo dello spettacolo dal vivo, un paese che sembra non riconoscere adeguatamente il nostro lavoro. Ci ritroviamo dunque costretti a lottare, a provare a farci sentire. L’augurio è che questo periodo possa servire a rivedere e migliorare il nostro futuro. Dal punto di vista personale, familiare, è stato un periodo particolare, di maggiore intimità. A nostro modo, cercheremo di portare con noi l’insegnamento legato a queste piccole gioie ritrovate nelle condivisioni quotidiane.

Attualmente sei nel cast di “Lea – Un nuovo giorno”, nuova fiction RAI, in onda dalla scorsa settimana. Che esperienza ha rappresentato per te?

Un’esperienza di certo importante, come una boccata d’aria, visto che ha avuto vita durante una delle prime finestre post primo lockdown. Una gioia legata al poter tornare a lavorare, tra l’altro, con la regista Isabella Leoni, con cui avevo già lavorato nella terza serie di “Questo nostro amore”. Ritrovare Isabella è stato come ritrovare un’amica, stesso discorso per Anna Valle. Anna è una compagna di lavoro attenta, capace di mettere a proprio agio il set, la troupe intera. Ai tempi di “Questo nostro amore”, era già nato un legame importante e, tutte le volte che riusciamo a vederci, questo rapporto si rinnova. Anna sa condurre il gioco con grande complicità e generosità. L’ambientazione in un ospedale pediatrico, non ultimo, da maggiore delicatezza a questo racconto. E’ stato anche importante dare spazio alle figure delle infermiere per omaggiare tutti coloro che danno cura e tempo prezioso nell’ambito sanitario.

Chi è Manuela nella vita di tutti i giorni?

Domanda difficile! Sono una donna che, in qualche modo, dialoga ancora con la sua parte giovane, “Manu”. Amo la natura e il contatto con essa. Il lavoro e la vita si alternano. Insicurezze, paure ogni tanto ma, al contempo, la tenacia, il coraggio, la testardaggine, la mia passione per la vita. Il mio essere madre, tra l’altro, mi porta ad avere fiducia nel futuro, nei cambiamenti, in quelli che saranno i futuri confronti con i miei figli e con le loro evoluzioni. Ho, tra l’altro, un legame profondo con le mie radici, con la Sicilia. Sono fatta, dunque, di quella terra, di quei luoghi, di quel mare, di tutto ciò che mi riconduce ad essa.

Sei sempre rimasta fedele a quelli che erano i tuoi sogni da ragazza?

Il voler fare l’attrice è un qualcosa che ha a che fare con un tipo di fedeltà, nei sogni, nelle inclinazioni, nell’impegno, nella creatività. Così come il mettermi dietro le quinte in un progetto, non per forza stando in prima linea. Se dovessi cambiare, un domani, chissà, potrei fare questo mestiere in altre vesti. Tanti sono stati gli incontri che mi hanno arricchito. Mi auguro di poter praticare e di potermi arricchire di maggiore saggezza, buttando via le tante, inutili, zavorre.

Cosa prevede il futuro artistico di Manuela Ventura?

La tournée de le “Baccanti di Euripide” continuerà fino a marzo. Inoltre, ho girato un’opera prima per la regia di Marta Savina, che si ispira alla storia di Franca Viola, con protagonista Claudia Gusmano. Vi sarà poi un film per la regia di Alessio Lauria, una commedia con protagonista Aldo Baglio. Esperienze diversissime ma davvero belle. Mi emoziona poter prendere parte a delle opere prime, sentirmi parte di “una prima volta”.

Con Aldo Baglio, trova online i film di Aldo Giovanni e Giacomo:

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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